Parco della Memoria (PdM): desolazione e abbandono al Col dei Laris /2
Dalle postazioni del Parco della Memoria del Col dei Laris ti puoi tuffare dentro la Croda dei Toni, ma puoi anche accompagnarti alle Tre Cime mentre il sole tramonta…
Dalle postazioni del Parco della Memoria del Col dei Laris ti puoi tuffare dentro la Croda dei Toni, ma puoi anche accompagnarti alle Tre Cime mentre il sole tramonta…
Anche per le postazioni del Col dei Laris vale la narrazione già proposta per le precedenti segnalazioni di desolazione e abbandono, quelle relative alla postazione a nord-ovest del Forte Basso (vedi qui, quo e qua).
Ripeto: non c’è niente di propriamente invalicabile, ma è profondamente vergognoso che le postazioni già sistemate si debbano (eventualmente) raggiungere tra gli schianti, il groviglio di rami e il conseguente degrado ambientale; in buona sostanza, questo patrimonio o è Parco della Memoria, e allora va tenuto “a parco”, o è riserva naturale integrale, nel qual caso si può lasciare così com’è (più integrale di così…).
D’accordo: gira e rigira, qui sulla dorsale che va a Col Vidal, le montagne son sempre quelle. Sì, quello che cambia è lo scorcio. E là, sul Col dei Laris, a quota 1834, ti puoi anche tuffare dentro la Croda dei Toni.
Abbiamo brevemente visto prima il recupero in chiave “storica” di una delle tante postazioni del Parco della Memoria, successivamente, legato alla medesima postazione, il suo recupero in chiave paesaggistica.
Il tutto realizzato da volontari a costo zero creando valore “spendibile” a favore di tutta la comunità.
E allora perché… – mi chiedevo e mi chiedo – l’Amministrazione comunale di Lozzo e la locale sezione del Cai (che questo progetto ha portato avanti, tramite volontari, per ben 10 anni), non sono oggi in grado di garantire non tanto, si badi, lo sviluppo del Parco, quanto la fruizione turistica della porzione di Parco che – dai volontari di cui sopra – è già stata approntata?
Ripeto:
come mai non sono in grado di garantire – banalmente e semplicemente – la fruizione turistica della porzione di Parco che – dai volontari di cui sopra – è già stata approntata?
Da un sindaco che si riempie costantemente la bocca di proclami sul valore che Pian dei Buoi ha per la comunità di Lozzo:
“[…] l’intera comunità di Lozzo che, da sempre, considera Pian dei Buoi una vera opportunità turistica…”
ci si aspetterebbe un’attenzione diversa, almeno per
quello che già è stato fatto !!!
Però poi mi dico che da un sindaco che non riesce ad andare oltre il casino, l’abbandono, l’incuria, la negligenza, la desolazione, la trascuratezza in cui è lasciata la caserma di Soracrepa e i suoi dintorni, forse la semplicità di tutto ciò è, realisticamente, chiedere troppo.
E anche tu, caro signor Cai, che a Pasqua di quest’anno scrivevi queste cose:
[…] Sarebbe opportuno inoltre, approfittando della ricorrenza del centenario della prima Guerra mondiale far conoscere e valorizzare le fortificazioni di Col Vidal portate alla luce negli anni scorsi dai volontari con la collaborazione del CAI, coinvolgendo nella prosecuzione di questo ambizioso progetto anche altre associazioni e realtà locali.
non sei proprio in grado di “alzarti in volo”, non riesci a prendere per le mani neanche gli schianti?
Lasciatelo dire:
se proprio non riesci ad alzarti in volo, anche un cininin così, tira almeno fuori la testa dalla sabbia.
Lo schianto che si vede ostruire la stradina verso la postazione non è invalicabile, non è il muro di Berlino, ovvio; pur tuttavia il turista, nella generalità dei casi, non l’oltrepassa. Perché negare a questa gente il gusto che può avere un panino imbottito consumato di fronte a cotanta bellezza poggiando le terga su una postazione della Grande Guerra?
(a breve, altri schianti in arrivo…)
Dicevamo dello stato delle opere complementari a nord-ovest del Forte Basso. Dicevamo anche che, nell’opera di valorizzazione dei manufatti della Memoria, non ci limitammo al pur importante recupero storico delle postazioni in sé, cercammo anche di realizzare (ove possibile) coni visuali che potessero ricreare nel turista gli scorci paesaggistici (e anche panoramici) “di quel tempo”.
Ecco allora che alle cupe muraglie di abeti si andò sostituendo, lì dove i coni visuali vennero previsti, luminosi scorci e inebrianti panorami: in questo caso specifico verso il pascolo di Pian di Buoi (Polget) con il Ciarìdo e parte delle Dolomiti d’Auronzo, con Cadini di Misurina e Tre Cime di Lavaredo.
E allora perché… (continua)
Constatavo ieri, rivolto al signor Cai (consiglio direttivo), che il Parco della Memoria di Pian dei Buoi risulta desolantemente lasciato a se stesso. Che dire, infatti, dell’accesso alle opere complementari a nord-ovest del Forte Basso?
Quella stradina, per esempio, che si diparte dal versante nord del piazzalone antistante il forte – avete presente? – e che porta alla trincea a ferro di cavallo (che nella cartina è rappresentata dal simbolo somigliante a una “mezza margherita”) e alla postazione di vedetta/difesa che poteva ospitare anche un cannoncino da montagna. Neanche ci si arrivava, almeno fino al 2005, anno nel quale la recuperammo e “riportammo agli antichi splendori” (vedi foto al seguito).
Un umile lavoro di pulizia dalla naturale invasione della vegetazione. What else?
Si parte dal caos e, pian pianino, si recupera, si salva dall’abbandono, si valorizza.
Ahhh, che fortuna avere a disposizione volontari – peraltro qualificati – che ti prendono una cosa che vale zero, te la lavorano e tac, ecco che il valore “spendibile” – a favore di tutta la comunità – sale a 100.
Ma non ci limitammo al pur importante recupero storico delle postazioni in sé, cercammo anche… (continua)
Caro signor Cai,
domenica scorsa ho potuto accertarmi definitivamente, dopo averlo preventivamente fatto il 5 ottobre, che il Parco della Memoria di Pian dei Buoi risulta desolantemente abbandonato a se stesso. Ne deduco che il nobile proposito espresso nel bollettino parrocchiale “Pasqua 2015”, cioè “di proseguire in questo ambizioso progetto coinvolgendo anche altre associazioni e realtà locali“, sia miseramente naufragato.
[…] Sarebbe opportuno inoltre, approfittando della ricorrenza del centenario della prima Guerra mondiale far conoscere e valorizzare le fortificazioni di Col Vidal portate alla luce negli anni scorsi dai volontari con la collaborazione del CAI, coinvolgendo nella prosecuzione di questo ambizioso progetto anche altre associazioni e realtà locali.
A questo punto, naufragato due volte: la prima per la mancanza di qualsivoglia attività del Cai, la seconda per il mancato coinvolgimento di “altre associazioni e realtà locali”.
perché?
Sarebbe bello leggere queste ragioni sul prossimo bolpar!
Nel precedente post avevo sinteticamente avanzato queste considerazioni che ritengo tuttora valide:
Perchè il signor CAI non dice che due anni fa il vostro sindaco ha, con scuse che ritengo risibili (scuse che fanno ridere tutta l’avifauna, non solo i polli), troncato il progetto del Parco della Memoria dopo 10 anni 10 di attività?
Perché non dice che in questi due anni – ora sta correndo il terzo – lui stesso, il signor CAI in prima persona, non ha fatto niente, nulla, nada de nada (se non fossimo a Pasqua direi che non ha fatto un cazzo) per dare continuità al progetto (1) ?
Perché non dice che se l’avesse fatto, se avesse dato continuità al progetto, non sarebbero occorse (2) “altre associazioni e realtà locali” – quelle richiamate nel testo – visto che per dieci anni dieci non sono mai mancate persone per sviluppare il progetto del Parco della memoria e i lavori sono proceduti da dio e senza costare una madonna?
Trovo patetico – patetico davvero – che il signor CAI evochi e invochi la prosecuzione di questo ambizioso progetto coinvolgendo altre associazioni e realtà locali quando lui – il signor CAI – è il primo ad aver negato a se stesso questa possibilità non facendo nulla. Ripeto:
è il primo ad aver negato a se stesso questa possibilità!