Lozzo di Cadore: tra lauree e multe da nababbi /2
Nota di colore numero due (qui la n° uno) relativa all’avviso sulla caccia alla cacca.
Di questi tempi in cui anche quel genialaccio di Oscar Giannino millanta (senza averne peraltro alcun bisogno) lauree e master che non ha, seguìto a breve distanza e sulla stessa scivolosa strada da altro personaggio, tal Crosetto (deputato responsabile economico di Forza Italia, poi in forza al PDL ed ora esponente di Fratelli d’Italia), cui si è aggiunta la grillina Marta Grande (che la laurea ce l’ha – Bachelor of Art -, breve, ma conseguita in Alabama, iu-es-ei), senza parlare della laurea albanese del Trota (Trota chi? ve lo ricordate?), di questi tempi – dicevo – avere la consapevolezza che il vostro sindaco è laureato è – quantomeno – rasserenante.
Sì perché quel “Dott.” che precede nome e cognome del sindaco, oltre ad essere una squisitezza in termini formali, conferisce potenza espressiva all’avviso e, credo, ingeneri nel lettore una sorta di distaccato timore reverenziale, utile peraltro a garantire un più ampio successo di quanto – giustamente – preteso. A ciò si aggiungano le intuibili punizioni corporali – esiti delle specifiche direttive di repressione impartite dal sindaco -, e la multa da nababbi da € 500’000, elementi che già da soli dovrebbero garantire la scomparsa delle defecazioni canine dalle affollate promenade lozzesi.
Tuttavia, volendo fare le pulci ed oltre alla squisitezza di cui ho già detto, si potrebbe ravvisare una non adeguatezza anche nel “timbro”. Secondo le regole canoniche, infatti, essendo “dott.” una semplice apposizione, andrebbe sempre resa in minuscolo a meno che non sia posta all’inizio della frase. Certo, nel caso del timbro si origina l’incertezza della serie “devo considerarlo un inizio di frase?”; taluni saranno propensi per “Dott.”, talaltri per “dott.”: personalmente trovo che sia molto più elegante “dott.”.
Oddio, il massimo dell’eleganza si otterrebbe togliendolo del tutto e lasciando nome e cognome nudi. Eviterei anche – è una ulteriore sottigliezza, ma, suvvia, mi sia concessa, in fondo sto scrivendo una nota di colore – di scrivere in maiuscolo ogni singola lettera del cognome. Sì, lo so, questo artificio grammaticale esalta il carattere marziale dell’individuo, qualsiasi esso sia, e potenzia quel senso di riverenza cui già ho accennato e che ribadisco essere grandemente utile nel determinare il successo dell’iniziativa.
In poche parole, non si tratta di ostentazione, bensì di studiata strategia comunicativa. Tanto vi dovevo.