di Cagliostro
In data 18 Gennaio u.s. ho potuto leggere, sulla stampa locale, l’intervento del consigliere regionale leghista Matteo Toscani sull’ipotesi di unificazione delle tre Comunità Montane Cadorine in una unica, grande comunità che vada dalla sorgente del Piave a quella del Boite. Si tratta di un articolo nel quale il nostro rappresentante a Venezia manifesta il suo plauso per la proposta unificatoria lanciata dal sindaco di Lozzo Manfreda, definito tout-court personaggio “autorevole”. Nel contempo però Toscani rivendica la primogenitura dell’idea da lui lanciata ancora anni addietro.
Nello stesso articolo il cons. Toscani manifesta invece contrarietà all’ipotesi autonomistica avviata con la proposta referendaria per la creazione della Regione Dolomitica, unitamente a Trento e Bolzano. Le opinioni del nostro hanno provocato una autentica levata di scudi, ad esempio da parte del Cons. regionale PDL Bond, che nutre in proposito progettualità ed idee totalmente in antitesi a quelle del Toscani (entrambi fanno parte della maggioranza che governa la Regione).
Nel merito, noto che lo scritto del Toscani, dalla struttura e dalla sintassi di buon livello, manifesta però carenze motivazionali di rilievo. A mio modesto parere, più che parlare genericamente della necessità di abbandonare lo spirito campanilistico e di unire le forze per il raggiungimento di traguardi migliori e progressivi (di per sè ottimo intendimento), bisognerebbe esplicitare e dimostrare, sul piano tecnico e fattuale, perché la istituzione di un Ente mastodontico di II° grado dovrebbe presentare caratteristiche migliorative e di grande utilità rispetto alla esistenza delle tre distinte realtà attuali. Le affermazioni sono talmente generiche da evitare perfino di parlare della realizzazione di possibili, ipotetiche economie di scala.
L’eventualità poi che la Regione, ristrutturando e normando la materia, possa accettare una tale proposta, dovrebbe far sì che si dovesse attuare una verifica a priori su tutti gli aspetti positivi e negativi che una tale modifica potrebbe sottendere. Toscani dice che il nuovo e più ampio Ente non dovrebbe limitarsi a gestire servizi a favore dei comuni, senza peraltro meglio precisare ed elencare le nuove possibili mansioni e compiti che dovrebbero essere riservati in capo alla super Comunità.
A questo punto alcune domande si impongono:
- che ne sarebbe ad esempio del personale in soprannumero?
- come verrebbero gestite le proprietà immobiliari e le strutture logistiche e di scopo?
- quale sarebbe la composizione degli organi amministrativi e gestionali (Consiglio, Giunta, Presidenza)?
- sarebbero gestiti dai sindaci (!)?
- ci sarebbero tagli nel numero dei componenti?
su tutto questo silenzio assoluto (e non sono temi di poco conto). Del resto, sarebbe compatibile una struttura così grande con l’esigenza della correntezza e puntualità delle risposte alle istanze del territorio?
Recentemente il periodico il Cadore si è fatto promotore di una iniziativa che ha coinvolto tutti i sindaci cadorini sul tema della eventuale unificazione dei Comuni, e qui le risposte sono state le più variegate e di difficile sintesi interpretativa. Comune unico? Comune dei Comuni? Consorzio dei Comuni per la gestione unitaria di vari servizi? Insomma, nessuna proposta condivisa da poter portare avanti. Andrà a finire che passerà sulle nostre teste, magari, la normativa che prevede per ogni comune la popolazione minima di 5000 abitanti!
Morale: se ogni sindaco mette in campo idee che non collimano con quelle dei singoli colleghi, come potrà passare la proposta del sindaco di Lozzo, avallata dal Cons. Toscani ma già avversata dal Cons. Bond?
Personalmente ho ricavato la netta impressione che si sia trattato di un modo come un altro per essere sulla breccia (alias sui media) in un periodo in cui molti equilibri e molte carriere potrebbero… modificarsi e… chi ha più filo da tessere (alias più ambizione) filerà…Di questi tempi una comparsata sui media per trattare qualsivoglia argomento, magari senza soverchia convinzione, può tornare utile alla bisogna. Diceva Andreotti: “ad essere maliziosi si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Di scambievoli carinerie fra Manfreda e Toscani eravamo a conoscenza. Spesso i politici, anche militando in partiti diversi od addirittura in diversi schieramenti, si sostengono vicendevolmente. (Per inciso, a quando la “sviolinata” di ritorno per ricambiare il favore?) Mai però Toscani aveva così esagerato con le aggettivazioni. Che Manfreda sia “autorevole” può anche darsi. Certo avrebbe messo molto poco per diventarlo, ma non bisogna molto meravigliarsi, viste le modalità di certe rapide carriere di oggi giorno…
Per pura didattica (posto che ne abbia bisogno) nei confronti dell’ottimo e buon Toscani, mi sono preso la briga di consultare un dizionario che va per la maggiore. Alla voce “AUTOREVOLE” si legge: “tutto ciò che viene da persona tenuta in molta considerazione: chi possiede giudizio, può dare consigli e fare proposte; persona che gode di particolare ascendente e di alta stima nell’ambito dei suoi interessi, studi, attività; persona che ha gravità e maestà di contegno”.
Nel caso di fattispecie la domanda sorge spontanea. L’attributo “autorevole” riferito al nostro primo cittadino è appropriato? Basta essere sindaco di Lozzo e membro del cons. di amministrazione BIM per acquisire una tale valutazione? Può darsi che ciò sia possibile e corrisponda anche al vero. Io penso che il comm. Ezio Baldovin, sindaco di Lozzo per circa 25 anni e primo presidente BIM e tanto altro ancora, rifuggiva dalle adulazioni più o meno interessate e non si considerava certo ‘autorevole’ (anche se effettivamente lo era!). Mi auguro che Toscani non abbia equivocato sul significato delle parole, confondendo l’aggettivo “autorevole” con altro similare.