È potere per il potere
di Cagliostro
Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky, nel nostro Paese, sono attualmente considerati i massimi giuristi/costituzionalisti viventi. Entrambi sono presidenti emeriti della Corte Costituzionale. In questi giorni ho letto l’intervista rilasciata dal Prof. Zagrebelsky ad un noto giornalista/politologo per conto di un settimanale di grande tiratura. Il concetto base che domina l’intero disquisire del luminare del Diritto è questo: l’Esecutivo ed il suo presidente stanno letteralmente svuotando la Democrazia dal suo interno, soprattutto mediante attacchi e strappi alla Costituzione, l’assenza quasi totale di controlli, il legiferare per decreti ponendo quasi sempre la questione di fiducia, il tutto poi condito con l’azione deleteria delle Oligarchie imperanti.
Mi limito, per ragioni di spazio, a riportare alcune delle domande essenziali formulate al Professore e le taglienti, esaustive risposte date dall’intervistato.
- La sovranità appartiene al popolo ma possiamo smettere di essere una Democrazia senza neppure accorgercene? La risposta dell’eminente costituzionalista è un rotondo “sì, si può perdere la democrazia senza un cambiamento formale delle regole. Un tempo la legittimazione del potere era trascendente. Con la secolarizzazione della politica, il potere è stato reso del tutto immanente e chi governa ha dovuto trovare una nuova forma di legittimazione: ‘governare in nome del popolo’. Anzi, oggigiorno, tale formula è stata integrata in: ‘governare per amore del popolo’. Perfino le leggi ad personam sono proposte e sostenute in nome di interessi generali. La governabilità, la privacy, la rapidità della giustizia, la legge Bavaglio ecc. non sono esigenze che voglio io in quanto capo dell’esecutivo, le chiedono i cittadini. Proclamarsi democratici quindi conviene”.
- Come si può definire questo nuovo sistema se la regola della democrazia si è invertita? “Le difficoltà odierne della democrazia non sono più interpretabili alla stregua di ‘promesse non mantenute’; Norberto Bobbio diceva: promesse non mantenute ma sempre nell’orizzonte del possibile e ciò malgrado tutte le difficoltà esse (promesse) non contraddicono il paradigma… Pedrag Marvejevic ha coniato il termine ‘democratura’ che è la contrazione di democrazia e dittatura. Le democrazie insomma sono esposte a tendenze oligarchiche: concentrazione del potere, insofferenza verso i controlli, nascondimento del potere reale e rappresentazione pubblica di un potere fasullo. Oggi la democrazia ha bisogno di esibirsi in pubblico, tende a mutarsi in teatrocrazia…”
- Del berlusconismo si dice che è una visione del mondo. Quale è la sua ideologia? “Nell’insieme, il berlusconismo a me pare un cortocircuito tra mezzi e fini. Il potere per il potere, il mezzo che diventa un fine. Non c’è progetto diverso da quello di restare sempre con le vele spiegate al vento, cioè sempre al potere. Il rapporto tra consenso e politiche si è corrotto. Non si cerca consenso per un progetto, ma il progetto è avere consenso. I sondaggi hanno fatto irruzione nella politica, è un mutamento d’essenza. Sarebbero il segreto del potere eterno, se poi non ci fosse la dura replica dei fatti e dei problemi, come quelli che nascono da una crisi economica e sociale, che chiedono ai governanti di produrre politiche, non di seguire i sondaggi….”
- Siamo al punto: possiamo smettere di essere una democrazia senza accorgercene? “La democrazia è un sistema molto accogliente, tollerante. Le sue procedure possono essere, e sono state utilizzate perfino per fini anti-democratici, come sappiamo dalla storia recente. Nelle società complesse, con apparati pubblici smisurati, il colpo di mano, il colpo di Stato, il golpe non sono più ipotizzabili. Creerebbero caos e il caos fa paura. Sono divenuti strumenti della archeologia politica. Oggi la conquista del potere si fa dall’interno….”
- Come sta reagendo la società civile: gli intellettuali, le forze sociali, le categorie economiche? “Una società democratica è quella in cui ci sia una tendenziale uguaglianza. Il contrario di quella in cui, diceva Rousseau, ‘c’è chi è così povero da essere costretto a vendersi e chi è così ricco da potersi permettere di comprarlo’. Una Società democratica è quella in cui la cittadinanza è attiva:cittadini istruiti ed informati. Se una società non è democratica, le procedure smettono di produrre democrazia. Più che la casta o la cricca, a preoccupare ci sono i giri di potere in cui bisogna entrare per sentirsi inclusi: protezione in cambio di servigi. Oggi, per difendere la democrazia, è urgente l’istruzione pubblica, contro l’incretinimento di massa. La scuola è trattata come un’appendice, i figli della classe dirigente che vanno a studiare all’estero sono la prova del tradimento che i governanti si assumono, su questo, davanti al loro Paese.”
- Perché un potere che si concepisce senza limiti attacca istituzioni di controllo come magistratura e stampa e risparmia l’opposizione politica? “Perché, in fondo, anche l’opposizione, volente o nolente, è coinvolta nella stessa logica della maggioranza. Ci sono metodi che, una volta adottati da qualcuno, diventano omnicomprensivi. Per esempio, fare politica consultando i sondaggi, significa correre tutti nella stessa direzione. Sono sempre i poteri di controllo quelli che possono andare contro corrente, Per questo sono quelli più attaccati.”
- Come finirà la legge sulle intercettazioni? “Chi può dirlo? Però, la mobilitazione in corso dimostra che si sta muovendo qualche cosa di profondo. Il diritto non è fatto di “parole messe per iscritto”, quali che siano. Esistono principi che stanno ben prima dei pezzi di carta scritti da chiunque, sia anche da una maggioranza parlamentare.”
- Quale è il principio in gioco, in questo caso? “La trasparenza del potere. Un potere avvolto nel segreto è un potere totalmente antidemocratico. Solo Dio nasconde il Suo volto: ma non direi che Dio possa essere assunto come esempio di democrazia.”
BREVE COMMENTO
Questo è il pensiero di un esimio giurista/costituzionalista, che vede abbastanza nero nella situazione attuale della politica italiana e, senza enfasi, giudica anche i politici italiani attuali con non molta benevolenza. Calandoci nella realtà del nostro piccolo paese di Lozzo, a me ha fatto molta impressione la risposta data da Zagrebelsky all’ultima domanda dell’intervistatore: “UN POTERE AVVOLTO NEL SEGRETO E’ UN POTERE TOTALMENTE ANTIDEMOCRATICO”. Questo principio vale, evidentemente, a Roma, a Venezia, a Belluno e, purtroppo, anche a Lozzo!!!!