di Cagliostro
Caro redattore,
come promesso, inoltro la seconda parte del mio intervento [qui la prima parte]che attiene ad una valutazione sull’operato della civica amministrazione del nostro paese. Vorrei precisare che detta valutazione si riferisce al complessivo periodo di operatività che abbraccia l’intera legislatura testé trascorsa ed anche lo scorcio appena “consumato” della legislatura in corso. Esigenze di obiettività impongono anche di precisare che la composizione della Giunta risulta ora molto rimaneggiata rispetto alla prima edizione, anche se va pure sottolineato come i due “dominus” siano sempre gli stessi e pertanto esista una certa continuità operativa ed una linea di condotta che ripercorre la impostazione che l’esecutivo si è dato fin dall’insediamento, all’incirca 6 anni fa.
Nella valutazione, va infine tenuto conto non solo delle scelte opinabili o sbagliate ma anche delle omissioni e delle carenze operative e delle mancate priorità degli interventi dalla pubblica opinione ritenuti auspicabili ed opportuni.
Ogni compagine, presentandosi alle elezioni, deve redigere un programma di legislatura che contempli i temi di rilievo sui quali la stessa compagine intende misurarsi e fattivamente operare per incidere sulle esigenze ed i bisogni che la collettività maggiormente avverte e manifesta. Analizzando il testo del primo programma, come quello presentato lo scorso anno, appare evidente come molte delle promesse fatte da lor signori non siano state mantenute o come si sia intervenuti su temi che le linee programmatiche non avevano contemplato.
Delle roboanti ed ampollose intenzioni in materia di ricettività turistica, in concreto nulla è stato fatto. A questo proposito il Bloz ha documentato ampiamente la carenza organizzativa messa in evidenza in occasione di certi bandi regionali in materia di ricettività extraalberghiera per i quali perfino l’informativa è risultata lacunosa e tardiva. La pulizia del paese e delle strade principali esterne all’abitato ha ampiamente dimostrato la inettitudine di questa compagine la cui estemporaneità ed improvvisazione non ha eguali (basti ricordare le buche sulla strada del Genio, rabberciate alla meglio e tardivamente con qualche chilo di asfalto nella parte iniziale e con ghiaia, pericolosa per l’incolumità di ciclisti e macchine in transito, nel restante tratto; oppure la vicenda del rattoppo, sempre documentato dal bloz, del tratto di strada in località Vigo-Manadoira, autentica farsa messa in campo da un assessore imbelle).
Per quanto attiene alle OOPP, merita particolare menzione la politica degli sprechi, con scelte quanto meno opinabili sia in riferimento alla Casa Pellegrini-palazzo Mubarak (“l’era tutto un fare ed un disfare” è sbottato un turista nei giorni di fine cantiere) che all’investimento nel restauro del museo della Latteria (intervento molto costoso, con trasparenza zero in fatto di appalti, anche questo documentato dal Bloz).
Ed a proposito di costi, va detto che l’onerosità di tali opere omnie è comunque sempre in capo alla collettività sia regionale che locale e non è giustificabile un uso non ponderato delle risorse per il solo fatto che esse sono di prevalente provenienza regionale. La crisi morde e le spese dovrebbero essere prioritariamente produttive.
Invece, in fatto di costi, Palazzo Mubarak, ufficialmente come da progetto, è venuto a costare 900.000 (dico novecentomila!!) Euro (sempre che non si sia sforato, magari di parecchio), dei quali 630.000 a mezzo finanziamento regionale e ben 270.000 a carico del contribuente lozzese. Risultato: un palazzo-sgorbio, inadatto all’intero contesto architettonico circostante, non ancora inaugurato e fin qui vuoto. La destinazione d’uso è un’altra chicca incredibile; di centri di promozione turistica infatti ne abbiamo a josa: uno a Caralte, uno a Pieve, uno da noi e poi chissà ancora quanti altri in giro per il Cadore…
Ora si dice che si derogherà alla destinazione d’uso (imposta dalla Regione ai fini della concessione del finanziamento?) e si opterà per ospitare il Gal in uscita da Cimagogna. Speriamo solo che il sindaco stabilisca un buon canone di affitto, altrimenti al Comune resterà soltanto l’onere finanziario per la decurtazione dei 270.000 Euro impegnati (con apposito intervento Cassa Depositi e prestiti?).
Per il museo della Latteria, l’onere previsto era di 160.000 Euro (28.000 solo per ricavare un servizio per disabili; 40.000 per opere di falegnameria e via elencando).
Caso strano ma vero: tutte le ditte intervenute nell’opera sono di origine vicentina, nessuna di Lozzo o del Cadore. Chissà perché!!??! Il Bloz lo ha comunque spiegato e documentato. Inaugurazione poi in pompa magna, ma il ritorno in termini monetari e turistici appare invero assai modesto rispetto all’onerosità dell’intervento globale.
Ma poi, il museo non appare forse alquanto anacronistico, visto che si sta pensando di reintrodurre l’agricoltura di montagna e che i macchinari e la attrezzatura ivi allocati non sono poi tanto obsoleti?
Scelta poi opinabile è anche quella del fotovoltaico sul tetto di edificio pubblico, senza uno straccio di valutazione in termini di costi/benefici, di produttività in termini energetici e di quantificazione temporale in termini di ammortamento dell’onere (intervento anche qui sull’ordine di 470.000 Euro). Per non dire della centralina di Velezza il cui annuncio è stato ampollosamente fatto dal sindaco a mezzo stampa, precisando che il ricavato andrà a generico beneficio dei servizi alla cittadinanza (scuola e sociale). Anche qui non uno straccio di vera programmazione e di stima degli oneri effettivi e dei benefici stimati. In questo caso poi abbiamo assistito alla mancata trasparenza in fatto di delibera di acquisto di due appezzamenti di terreno, uno in comune censuario di Lozzo e l’altro in comune censuario di Auronzo. Spesa per l’acquisto dell’uno Euro 5000, spesa per l’acquisto dell’altro Euro 3440. Indicati solo il foglio ed i mappali, non le superfici; chissà perché?! Sembra che l’onere effettivo si fosse aggirato su Euro 1,1 a mq. ecco perchè, forse, non era opportuno pubblicizzare l’estensione e la natura vera dei terreni (rocciosi?). Si è stati generosi con l’uso del denaro pubblico e, nel contempo, si sono evitate noie personali….
Ho fin qui tratteggiato soltanto alcuni degli ultimi “fiorellini”, le ultime “chicche” di questa estemporanea amministrazione che vuole solo fregiarsi di meriti per realizzazioni fatte a futura memoria, prescindendo da ogni considerazione di impatto economico e di effettiva utilità collettiva. Importanti sono le targhe, come quella promessa a Benedetto XVI° da un sollecito quanto incauto assessore. Ed a proposito di Loreto, la megalomania è stata grande, ma forse non tanto grande quanto il danno procurato all’ex bellissimo ed invitante pianoro, ora ridotto a landa desolata, alle finanze regionali ed al nocumento prodotto sotto il profilo ambientale. Per di più, l’impianto di illuminazione non si sa ancora se verrà ripristinato e la messa in loco delle promesse piante a foglia larga è di là da venire…Ridicola appare, a questo proposito, la giustificazione anonima apparsa sul bol-Par, giustificazione da me contestata, credo con argomentazioni pertinenti. Per non dire di quella commentatrice del Bloz che cita un turista entusiasta del cambiamento apportato alla zona. Posso dire, di contro, di aver udito decine di turisti (dimoranti soprattutto a Laggio e Lorenzago) e miei conoscenti e parenti romani, che da anni vengono a Lozzo, deprecare un tale sfregio….
Mi accorgo di essermi dilungato forse un pò troppo con la elencazione dei “fiorellini” di più recente crescita nel Botanico palazzo, e questo a scapito di “fiorellini” più vecchi piantati dal “barbuto santone” e dal suo degno compare.
Mi riferisco alle note vicende della Caserma, alle baite insistenti su terreni di uso civico, alla svendita degli appartamenti sopra la Cooperativa. Le storie sono note (se ancora non le conoscete o le avete dimenticate, cercatele su questo stesso Bloz e vedrete che l’immagine del duo di Piadena assumerà contorni non proprio commendevoli in fatto di trasparenza e di scelte a favore di certe lobby…).
E poi non ci si meravigli se la cacciagione viene definita attività entusiasmante, soprattutto se fatta in ospitale compagnia di amici e sostenitori riconoscenti…
Dimenticavo un particolare. La vicenda della caserma sembra presenti un iter giudiziario non ancora concluso. Abbiamo scoperto che dalle segrete e felpate stanze del Botanico Palazzo nulla è trapelato, ad esempio, in merito alla consegna delle chiavi al custode pro-tempore (il sindaco di Lozzo), che si è ben guardato dall’informare la pubblica opinione sull’avvenuta consegna. Perché?
Ed ora sappiamo che il De Rossi, visto l’esito del pronunciamento del giudice monocratico e vista la rinuncia all’esecuzione da parte della banca ex creditrice e la conseguente decadenza dell’istituto della custodia, ha richiesto la restituzione delle medesime chiavi, attraverso istanza del suo legale.
Come cittadini siamo curiosi di sapere l’esito sortito (o che sortirà) tale richiesta.
Non ci illudiamo che il sindaco informi la gente di Lozzo (forse non ha informato neanche i suoi collaboratori…). Ma una cosa i contribuenti pretendono di sapere: la valutazione economica sui costi delle parcelle legali e sulle spese di giudizio ed il costo, in termini sempre monetari, del mancato utilizzo del cespite, nel cui computo va inserito anche l’evidente e documentato nuovo degrado fisico.
Penso che un giorno il sindaco si troverà di fronte a qualche sorpresa da parte di chi gli chiederà conto dei danni derivanti dalle sue scelte e dalle sue eventuali omissioni.
Qualcuno dei vecchi amministratori già è in ansia giacché non è del tutto tranquillo sulla qualità e sulle conseguenze del suo trascorso operato in merito alla evoluzione pregressa della vicenda ed ai conseguenti danni che il Comune ha “sofferto”.
Ed in fatto di omissioni, vorrei ricordare al Sindaco la sua solenne promessa di effettuare un controllo a tappeto sul pagamento dell’ICI sia per le costruzioni in zona urbana che per quelle in zona extraurbana. Lei sa, egregio sig. Sindaco, che a Lei compete anche l’onere di collaborare con gli uffici finanziari al fine dell’accertamento della eventuale evasione od elusione fiscale e conosce certamente che la accertata evasione comporta per le casse comunali un introito pari al 33% delle somme ricavate. Inoltre si gradirebbe sapere che fine ha fatto la sua solenne promessa di effettuare un accurato controllo sull’integrale rispetto della normativa in fatto di scarico delle acque reflue per i molti chalet di montagna insistenti sul nostro territorio. La legge su questo punto è particolarmente severa sia per gli inadempienti sia per gli amministratori che eludono gli obbligatori controlli…
Ritengo a questo punto di fermarmi con l’elenco delle specie botaniche che Lei ha disseminato nel Palazzo: si tratta di flora quanto mai variopinta che ricorda da vicino il vecchio padrone di casa e la sua “Fiorera” e che dimostra come il sistema di potere da Ella instaurato non possa non riverberarsi in modo negativo sul nostro paese e sulle future generazioni. Mi complimento poi con Lei per l’uso ed il controllo della Comunicazione fatto a spese degli ignari cittadini al fine di lodare e perpetuare la Sua opera ad uso e consumo Suo e dei Suoi adepti e sodali.
N.B. [qui la prima parte dell’intervento]