il mamelico inno della Casta tricolore
L’inno di Mameli diventerà obbligo scolastico. Sembra. Siamo alle solite. Proposta bipartisan senza l’appoggio della Lega. Ma ve li immaginate i bastardos che ci stavano portando al collasso-paese, a dicembre eravamo a pochi centimetri dal baratro, che disquisiscono di inno nazionale e propongono di farne materia obbligatoria a scuola? Certo che ci riuscite, immaginarsi la Casta con le mani nel sacco è quasi un atto catartico.
La poltiglia parlamentare che non sa cos’è l’art.18 (come tante altre non-conoscenze smascherate in questi anni da Iene et altri) si sollazza con il mamelico inno. Non ho capito se i giovani studenti dovranno solo imparare le italiche parole a memoria, o se dovranno anche costituire una banda scolastica per dimostrare le proprie capacità strumentali con l’utilizzo di trombe, tromboni e tamburello d’ordinanza.
Mi ricordo giovanissimo nell’unica estate in cui frequentai la colonia marina. Tutte le mattine ci facevano sentire l’inno di Mameli cui seguivano altre canzoni, fra le quali mi è rimasta impressa La Bambola di Patty Pravo. Non ho mai imparato le parole dell’inno, ma mi ricordo ancora buona parte delle parole della canzone di Patty, pur non avendo seguito l’artista negli anni. Deve essere stata una semplice questione d’orecchio.
Ho spiegato più volte a mia figlia, diciasettenne fertile mente (tutta sua madre), i vari motivi che mi fanno ritenere lo Stato italiano occupante il suolo veneto ed il suolo cadorino. Ma non gliel’ho mai spiegato perché volevo che lo sapesse, è sempre stata lei a chiedermi spiegazioni, a seguito di mie prese di posizione in discorsi famigliari. Un solo obbligo le ho imposto, sapendo che poteva assecondarlo: quando si rivolge a me, deve parlarmi in ladino, l’italiano è bandito (per me è semplicemente una comoda lingua franca), altrimenti non rispondo. E così è stato.
A lei non toccherà la pena di imparare obbligatoriamente l’inno di Mameli, e deciderà da sola quanto peso dare alla costituenda “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera” che sembra far parte della proposta elaborata dalla Casta tricolore. No, questa volta Monti non c’entra. Non è una tecnoputtanata. E’ una puttanata e basta.