Oggi l’Istat ha pubblicato le prospettive per l’economia italiana nel triennio 2014-2016. A parte il 2014, che non possono proprio prevederlo positivo, per il 2015 e 2016 le previsioni sono di un rosa acceso, diciamo.
Oggi, in questi momenti, abbiamo la certezza – proprio oltre ogni ragionevole dubbio – che la zolla tettonica euroasiatica si sta muovendo più velocemente della macchina economica italiana; anzi, a dirla tutta, la macchina sta regredendo peggio di quella guidata dalle simpatiche canaglie in un esilarante episodio della famosa serie.
Ma un anno fa l’Istat, sempre lui, cosa ti prevedeva?
Ma la ripresa dei consumi e degli investimenti, naturalmente.
Detto in altre parole, il modello macroeconometrico sviluppato dall’Istat è un tantino ottimistico; detto con altre parole ancora, il modello è – evidentemente – “del cazzo“. E’ del cazzo anche tenuto conto delle fottute variabili esogene che, senza alcun dubbio, possono provocare derive consistenti al baraccone previsionale (basta pensare alle dinamiche di crescita dei paesi emergenti e all’andamento del cambio euro-dollaro, per esempio).
Ma è tutto quello che abbiamo. Ed è “sbagliato” (ma noi lo sappiamo). Che lo sappiano anche i poteri forti? E la speculazione?