molti più positivi, ma meno morti: eufemismi dell’Istat
Ultimo rapporto Istat-ISS sull’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente nel periodo gennaio-novembre 2020. Prima ti fanno vedere la figura n. 1 (numero dei casi), poi quella n. 2 (decessi) e, commentando quest’ultima, dicono (p. 7) (neretto nostro):
Pur essendo il numero dei casi con diagnosi confermata con Covid-19 più elevato nella seconda ondata, il numero assoluto di decessi si mantiene leggermente più basso rispetto alla prima.
Sticazzi!
Vero: i casi con diagnosi Covid-19 nella seconda ondata sono effettivamente… più elevati. Non lo si può negare. E’ la dimensione di quel “più elevati” che dovrebbe sorprendere (si fa per dire) e invece il dato non turba gli imperturbabili i-statistici (più elevati sì, ma la seconda ondata è a dir poco gigantesca rispetto alla prima).
Dicono ancora, gli i-statistici:
Rispetto al rapporto precedente, che si riferiva ai dati fino a maggio, sono stati notificati 23.295 decessi nel periodo che va da giugno a novembre 2020 pari al 40,4% del computo complessivo.
I mortiferi compulsivi possono tornare a cuccia (da bravi, su!).
Va detto che l’Italia è larga e soprattutto lunga e che le differenze “locali” non mancano, ovviamente. Detto questo, ci sono tante altre chicche, nel rapporto, tutte da gustare.
(cliccare sulle immagini per ingrandire)