Il cazzaro si gioca la sopravvivenza nella stanza dei giocattolini. Pur di continuare a giocare un gioco che propone, oltre ogni ragionevole dubbio, enormi difficoltà rispetto alle ridicole e spuntate capacità dimostrate, il bimbominkia chiama a raccolta anche i sindaci piddini, di razza o semplicemente “simpatizzanti”, che ci piace connotare come sindaciddini.
Una volta, da lontano, intesi come “categoria politica”, questi sindaci “de sinistra” sembravano un distillato di progressismo, mentre oggi, da vicino, sono un liquame maleodorante, al più dei poro-gressisti.
Diventati sindaci, inoltre, molti di loro hanno proferito, di rito, la fregnaccia delle fregnacce: sarò il sindaco di tutti. E quando sistemano l’intonaco fessurato della scuola, quando tacconano le buche delle contrade, quando aggiustano le fogne, ottemperano a questo “precetto”.
E rispetto ad una consultazione referendaria come quella del 4 dicembre, per di più relativa ad una revisione della Costituzione, ci si aspetterebbe dai sindaci, segnatamente da quelli eletti nelle liste civiche, un sobrio “distacco”, per lo meno tale da salvare le apparenze.
Ma il sindaco è anche elettore e, per di più, tiene famiglia. Inoltre, una poltroncina balugina sempre lì vicino alle loro terga, e l’attrazione è spesso fatale. Sicché, pi che se va su…
Rilevo infine che, tra i sindaciddini belluneggianti che sostengono il SI referendario (vedi post del Pd de Belun), hanno infilato anche quello di Lozzo di Cadore, tale Mario Manfreda. Che piddino non si potrebbe neanche definire, credo, essendo un sindaco di destra-sinistra.
Tuttavia nel recente passato il nostro ha già devoluto (una prima volta) la propria immagine alla causa piddina sostenendo la corsa elettorale della Moretti, che poi s’è sfasciata e liquesa, comparendo insieme ad altri in “Anche noi sindaci votiamo Alessandra Moretti“, un accorato appello elettorale. A noi piace ricordarlo così: