Non c’è niente da fare. Quando Dio creò il mondo, stabilì che tutti coloro che, in qualsiasi modo, gli avrebbero reso grazia, sarebbero stati dotati di grandi doti comunicative.
Ne hanno combinate di cotte e di crude nel corso dei secoli, oggi sono minacciati dal fanatismo islamico, ma il messaggio di fede della religione cristiana, che è quello che conta, giunge sempre vicino alle persone, le sole poi a poterne eventualmente gioire.
Ecco quindi l’introduzione della preghiera digitale e del rosario elettronico.
Tratto da un articolo apparso ieri su Repubblica:
Si tratta, in sostanza, di un nuovo modo di pregare collegandosi alla rete delle reti, accessibile dagli smart phone o via pc. E’ un innovativo strumento di preghiera ideato da Euro Digital Equipment srl in collaborazione con la Delegazione Pontificia per il Santuario della Santa Casa di Loreto. E’ stato presentato nell’ambito del convegno “Fede e Tecnologia: una convergenza a sostegno della preghiera” svolto proprio nel Palazzo Apostolico di Loreto.
La simbolica “benedizione” del progetto l’ha data, significativamente, l’arcivescovo di Loreto, monsignor Giovanni Tonucci, secondo il quale si tratta di “un utile strumento di preghiera che può servire anche per accompagnare le persone sole, i malati e tutti coloro che desiderano sentire d’essere in preghiera insieme con gli altri”.
ancora, ripreso da Adnkronos:
“Si tratta di un innovativo progetto digitale di supporto alla fede, concepito per mettere contemporaneamente in contatto più persone e dar loro la possibilità di aggregarsi in gruppi di preghiera”, spiega Vincenzo Coccoli leader del progetto e CEO del gruppo Moretechnology, all’interno della quale opera Euro Digital Equipment srl, l’azienda che ha realizzato il Rosario Digitale. Accessibile gratuitamente all’indirizzo www.prexcommunion.com e a pagamento dai cellulari più evoluti o dagli Smart-Phone, consente infatti di recitare insieme ad altri il Santo Rosario. Il singolo fedele si sente cosi’ parte di una comunita’ che prega insieme in uno scenario mondiale: può pregare con i propri amici ma anche con persone distanti migliaia di chilometri da lui per una stessa intenzione.
Il nuovo portale è definito anche ‘Social network della preghiera’, perché forma comunità virtuali che condividono tra loro non solo la preghiera, ma anche temi di discussione, e permette di scambiarsi testi, documenti e foto, impostare calendari di eventi religiosi, pianificare incontri fisici di preghiera comunitaria e connettersi ad altri social network, come Facebook o Twitter per esempio.
Con molta sincerità, non ho idea di che impatto avrà fra la “gente comune” questa evoluzione tecnologica. Resistenze, in un corpus sociale come quello dei nostri credenti, non ne mancheranno di certo. Ma a ben vedere, anche la “corona del rosario” è stata introdotta per facilitare la preghiera, ed a quei tempi era o non era anch’essa una “innovazione tecnologica?“. La rete è libertà, anche di pregare, anche insieme agli altri. W la Rete.
Vi aspettate forse che accenni alle delibere su internet che la nostra Amministrazione si ostina a non pubblicare? No. Nessun accenno ai trogloditi (uomini delle caverne, in senso “info-tecnologico” ovviamente).
Foto: Wikipedia (modificata)