non fatevi infinocchiare da questi zombi
… provate con questi …
Il 2 gennaio scorso su Sky Tg24 il Berlusca ha affermato “io non ho mai parlato di nipote di Mubarak“. Eppure molti hanno finora ritenuto che così fosse. Per rinfrescare la memoria ecco di seguito qualche gustoso frammento video legato alla vicenda. Anche Paniz era dell’avviso che Berlusconi avesse questa convinzione “vera o sbagliata che fosse”.
Liberamente tratto da Camelotdestraideale.it e modificato secondo coscienza.
p.s. Lì dove “scelta civica” significa solo sfrenato statalismo. NO, neanche sotto tortura.
Da un elfo democristiano furbastro che – per quanto mi riguarda – meriterebbe di essere messo ai lavori forzati finché non spunta in Nuova Zelanda, niente di ché. Una banale occasione per ricordarlo, oltre alle precedenti di Cuffaro e delle alleanze ami-nemiche ad assetto variabile (l’anima democristiana cattoculona dell’UDC agevola, quando si tratta di conquistare un seggio, il dare via il culo tanto a destra che a sinistra, contemporaneamente ma in spazi politici diversificati).
(via @paolomadron)
p.s. la vicenduola è del 2008.
Adesso che sono qui sul testo – nel titolo non è proprio elegantissimo – posso dirlo chiaro e tondo. Per quelli del PDL non ci sono segreti, anche per il ributtante atteggiamento che hanno avuto gestendo la Provincia di Belluno, ma anche nei confronti di quelli del PD non mi sono tirato indietro. E come se non bastasse, ho dovuto poi dar vita al tag mestra-menistra (per onorare la “organicità” dei due schieramenti). Allora, lo dico:
PDL & PD: letame gli uni, letame gli altri.
E’ vero che, talvolta, fra i contendenti, l’intima natura del letame è diversa, ma in fondo sempre letame è:
Da Epifani a Gotor, i 120 «blindati» che creano imbarazzi nel partito – Tra gli esclusi i renziani Ceccanti e Giachetti. Ma anche Paola Concia
[…] È un dato da cui è difficile prescindere, anche se l’aria che si respirava ieri a Largo del Nazareno non aveva il sapore del nuovo che avanza. E non solo perché Rosy Bindi, al contrario dell’amica Livia Turco che si ritira con stile e senza profferire verbo, ha chiesto la deroga (da lei a Marini, alla Finocchiaro a Fioroni: ecco la lista dei dieci veterani), passando sopra alle critiche e alle ironie e dando ragione alla profezia fatta qualche tempo fa da Veltroni: «Vedrete che un po’ di parlamentari di lungo corso sfrutteranno il passo indietro mio e di Massimo per poi fare capolino e sollecitare la ricandidatura». Non è solo per questo che l’atmosfera in Direzione è pesante e i mal di pancia e le tensioni si moltiplicano. È il listino il vero pomo della discordia. O meglio la quota dei garantiti che finiranno nelle teste di lista, assicurandosi un posto in Parlamento.I «nominati», tra protetti del segretario, esponenti della società civile e capilista, saranno centoventi circa. Un numero elevato se si pensa che Maurizio Migliavacca, all’inizio della riunione, ha spiegato: «In caso di vittoria avremo 400 parlamentari». Tra i fortunati ci saranno l’ex leader della Cgil Guglielmo Epifani, Miguel Gotor, il politologo Carlo Galli e tanti altri. C’è chi aspira, chi sgomita, e chi se ne va sbattendo la porta. Alcuni parlamentari di lungo corso verranno salvati e messi in quota, garantiti per le loro «competenze». Peccato che altri loro colleghi, con una sola legislatura alle spalle e molta più esperienza e preparazione saranno invece fatti fuori perché non hanno un padrino politico. [leggi tutto sul Corriere.it]
Ecco, prima annunciano le primarie parlamentari (di per sé una farsa, le primarie servono per sceglierne uno, non 100 …), poi “derogano” (secondo statuto eh) alle regole per i dinosauri come la Bindi e la Finocchiaro (che si appresta a percorrere, se non ricordo male, la sua ottava legislatura), poi blindano 120 seggi. E non posso neanche dire «Ma andate a cagare» perché la cosa, vista la poc’anzi acclarata identità dei contendenti, non risulta fisicamente possibile.
Antenna 3 intervista Paniz (sulla conferma di Bersani alle primarie) che appare con il suo bel sorridente faccione rubicondo. Dice il deputato:
Una battuta ricevuta da Renzi su twitter «Finalmente Renzi ha fatto una cosa di sinistra… Ha perso». Il fatto che abbia vinto la sinistra più tradizionalista, sto per dire quella della sconfitta d’abitudine per ricordare la battuta che ho segnalato prima, tutto questo rende più facile un successo del centro destra alle prossime elezioni di marzo e di aprile.
Che sicumera ragazzi. Certo, se vinceva Renzi il PDL veniva spazzato via perché non ha senso ora, figuriamoci con Renzi in campo. Anche a noi un futuro con l’anguilla Bersani a capo del governo, con uno stuolo di ministri cariatidi del calibro di Bindi, Finocchiaro et altri (le ombre di D’Alema e di Veltroni … la sinistra figura di Fassina), con contorno di patrimoniali punitive e sicuro aumento di spesa pubblica corrente ci appare demenziale. Se poi ci mettiamo il fatto che Monti ce lo troveremo con ogni probabilità ancora fra i coglioni anche con le truppe piddine in sella, il futuro appare quasi invivibile.
Ma piuttosto che un PDL di merda come quello apprezzato finora, ci assogetteremo a sopportare la gogna di un PD del cazzo (Renzi, mettiti a fare qualcosa di serio, non puoi tradire tutti quelli che hanno creduto in te!). Bersani ha avuto una semplice quanto scontata conferma correndo una corsa in casa, mobilitando i militanti e non la gggente. Da qui alla primavera è ancora in grado di farsi del male da solo (ricordate quando era un baldo propugnatore della privatizzazione dell’acqua?).
Tuttavia, partendo dalle ultime rilevazioni sugli orientamenti politici degli italiani (effettuate prima delle primarie, perché ora il PD viene dato al 34-36%, ma si sgonfierà), che il deputato Paniz conosce senz’altro bene e che danno il PDL dimezzato al 16% (era al 32% all’inizio del 2011), ci sentiamo di spronare il rubicondo deputato ad una agguerrita e fertile campagna elettorale da qui alla prossima primavera (in fondo il serbatoio di indecisi è ancora pieno zeppo).
Nel frattempo, se desidera, può cimentarsi anche nel canto: