stappa un prodino …
Il prodino si è ufficialmente dichiarato rottamato. Fiuuuu!
(Immagine: nobigbanks.it)
Il prodino si è ufficialmente dichiarato rottamato. Fiuuuu!
(Immagine: nobigbanks.it)
E’ vero, butto via due minuti per il mortadellone, ma non mi posso esimere. Per quel che conta!
Eccola qua la foto “simbolo” di ieri: gli inciucisti. Che PD e PDL siano sempre stati culo & braga, oltre le apparenze di facciata, lo dimostra la vita parlamentare: ne scrivevo il 6 ottobre 2011 in l’inciucio PDL-PD: dalle Alpi alle Piramidi (passando per le Dolomiti), dal quale si evince come i due apparati di marmellata siano organici anche nell’intesa partitica/politica (e ben oltre le ovvie quento vergognose votazioni unanimitarie quando si è trattato di aumentarsi lo stipendio).
Alle schermaglie di rito, riportate ed alimentate dall’informazione mainstream generalista per mantenere nella folla il costruito “tono da competizione”, sono quasi sempre seguiti accordi spartitori votati spesso alla chetichella. Insomma, non è la lotta tra il Bene ed il Male ma un inciucio permanente tra Cip & Ciop, tra Ollio & Stanlio, tra Yoghi & Bubu, tra Barney e Fred, tra Peppone & don Camillo.
Eccola quindi la foto di Bersani che, dopo la prima votazione per il presidente della repubblica, corre ad abbracciare Angelino Alfano. Intanto Sagunto brucia.
(Foto: Linkiesta)
p.s. questo è il mio 1600° post, che appassionatamente dedico alle cloache massime PD & PDL
Nei giorni scorsi monti, il più noto ragioniere d’Italia, ha rinunciato ad incarichi nel partito ed ha fatto togliere il proprio nome dal simbolo del medesimo. Il nome della nota marca, all’atto del battesimo Scelta Civica, diventata subito per buona parte degli italiani Scelta Cinica con FalliMonti, si sta avviando verso il più conveniente Sciolta Civica. Vedrete che, se si danno da fare come sanno, potremmo assistere anche ad una loro scissione.
Pierferdy lo zombi ha già lanciato il sasso. Gli elettori lo hanno fatto diventare una piccola scheggia, pustolosa, ma il canuto democristiano pensa davvero di poter ricomporre il Centro. La soluzione finale, quella che ci ha permesso di toglierci di torno fetecchie del calibro di Di Pietro e Fini, non ce l’ha fatta a buttare Casini nella pattumiera ed eccolo riprovare con il “riciclo” (sarà solo concime, non dubitate). Ma vedrete che anche i giovani puledri della scuderia inizieranno presto a scalciare ed a sollevare polvere fra loro.
Intanto la creatura è crollata nei sondaggi precipitando -per ora- ad un miserrimo 7%. Miserrimo per ciò che le Truppe Ciniche si aspettavano: quel 15% che apriva le porte al sogno del 20% e che, nella realtà, si è poi fermato al 10% (al senato neanche raggiunto). Però NO, monti non si è fatto veramente da parte, continuerà a romperci i coglioni dal basso della sua esperienza, ma lo farà da senatore a vita. Ma che ce ne facciamo dei senatori a vita?
(Foto: zonadifrontiera.org)
Non mi è difficile essere d’accordo con Mario Giordano (anche se ho modificato il titolo introducendo un “almeno”). Basta andare col pensiero al 1992 quando la panteana mise le sporche mani dello Stato italiano nelle tasche degli italiani prelevando forzosamente il 6 per mille dai conti correnti, tutti i conti correnti. Anche allora bisognava salvare l’Italia ma – guarda un po’ – non c’era, allora, il Berlusca sul quale scaricare le colpe (venne poco dopo).
90.000 miliardi di lire fu il valore della manovra di luglio più la finanziaria di quell’anno: manovra del cazzo, visto che non servì a salvare la lira che dovette comunque uscire dallo SME. L’unica cosa positiva che ricordo di quel periodo, si fa per dire visto a chi toccò poi il “cambio”, è che la pantena Giuliano Amato si dimise dalla presidenza del consiglio, tre mesi dopo, lasciando lo scranno a Carlo Azeglio Ciampi (che come governatore bruciò miliardate di riserve valutarie per sostenere la lira e poi correre a cuccia con la liretta – svalutata – fra le gambe).
E magari rischiamo di trovarcelo fra le palle anche come presidente della repubblica …
Giuliano Amato, sei motivi per cui vergognarsi
Il “Dottor Sottile” scrive a Repubblica rispondendo a un articolo che parlava dei suoi 31mila euro di pensione. Afferma di non avere nulla per cui vergognarsi. Ne è sicuro?
10:52 – “Non faccio parte della casta, ditemi perché dovrei vergognarmi”, dice spudoratamente Giuliano Amato con una lettera a Repubblica di oggi lunedì 4 marzo 2013. E noi lo accontentiamo:
a) Deve vergognarsi perché prende 31mila euro al mese fra pensione Inpdap (22mila euro) e vitalizio da parlamentare (9mila euro) come finalmente ammette lui stesso nella medesima lettera;
b) Deve vergognarsi perché prende 31mila euro al mese di pensione dopo aver tagliato le pensioni agli italiani;
c) Deve vergognarsi perché è stato il principale consigliere economico e politico di Craxi e non si è mai accorto dello sfascio e dei furti della prima Repubblica (dormiva?);
d) Deve vergognarsi perché da sempre fa parte della classe dirigente che negli ultimi decenni ha consentito l’esplosione dei costi della politica e degli annessi privilegi;
e) Deve vergognarsi perché nonostante questo, nel 2012 è stato nominato da Monti consulente per i tagli ai costi della politica e non ha fatto nulla per tagliarli davvero;
f) Deve vergognarsi perché uno che è stato due volte presidente del Consiglio, due volte ministro del Tesoro, una volta ministro dell’Intero e presidente dell’Authority del mercato non può dire “non faccio parte della casta”.
Fra l’altro nella lettera a Repubblica Amato, dopo aver ammesso di prendere 31mila euro al mese di pensione, dice che i 9mila del vitalizio li gira a una comunità di assistenza. Bene, invece di tante inutili parole di autoelogio, Amato ci dica di quale comunità si tratta e soprattutto esibisca le ricevute dei versamenti che come dice lui sono già stati effettuati nei mesi scorsi. Solo così potrebbe smettere di vergognarsi, almeno un po’.
Mario Giordano