Il parlamentare bellunese asceso agli onori delle cronache per il rubycondo caso Ruby, per l’emendamento sulla prescrizione breve e per il “brigatismo siciliano“, ha avuto anche l’onore di una intervista, un po’ troppo sussieguosa a mio modo di vedere, di Luca Telese apparsa sul Fatto Quotidiano. Il titolo è “Faccia di Paniz“.
Nell’intervista il parlamentare precisa:
«Avete scritto che ho raggirato il primo avvocato che mi ha dato lavoro e non è vero. Al punto che la famiglia mi ha chiesto di commemorarlo.»
La cosa non è piaciuta ai nipoti dell’avvocato Agostino Perale che hanno scritto una lettera al FQ per precisare, fra altre cose, che:
Sicuramente l’avvocato Paniz ha imparato bene il mestiere nello studio dell’avvocato Agostino Perale, al tempo non anziano e non malato (come invece citato nell’articolo del 21 aprile scorso). “Devo tutto all’avvocato Perale, tutto!” ebbe infatti a dire in occasione di un ricordo pubblico – nessuna commemorazione – al quale partecipò per sua spontanea e rispettabile iniziativa, ma non certo chiamato dalla famiglia.
Quello che è sgradito a chi scrive è che la figura, la professionalità, ma ancor prima la persona dell’avvocato Perale, seppur lentamente, vengano accostate a uno scenario che reputiamo di infimo livello politico e sociale.
Per l’avvocato Perale l’indefettibilità dell’etica del fare sociale e della morale politica (amore per la polis, per la città di tutti) erano valori immobili, imprescindibili; sicuramente oggi l’avvocato Perale, se potesse farlo, si discosterebbe totalmente e condannerebbe piuttosto, senza sconti, le indifendibili – a parere di chi scrive – prese di posizione di chi, come l’onorevole Paniz ha fatto in questo giornale, si erge a sostenitore e difensore di un fare politico in cui l’avvocato Perale non si sarebbe mai, e sottolineiamo mai, riconosciuto.
La lettera non è leggibile direttamente sul FQ se non per gli abbonati, ma se ne può prendere visione sul blog Il Giornalieri all’articolo Il vero Paniz? Ve lo sveliamo noi.