tasse, tasse, tasse! (soprattutto di natura patrimoniale)
Ovviamente è da leggersi per intero, ma io ho tratto dall’articolo di Seminerio su Phastidio ciò che ci serve per continuare a preparare gli orifizi per il prossimo assalto (enfasi cromatica nostra):
[…] Ma c’è un altro motivo per cui noi italiani dobbiamo essere sia preoccupati che tranquilli.
E quale?
Il fatto che tutto il mondo sa che gli italiani sono “ricchi”, cioè dispongono ancora di robusta ricchezza privata, che può essere usata per pagare il debito pubblico, alla bisogna. Anche e soprattutto nel caso in cui la crescita continuasse a latitare. Lo scrive anche la stessa S&P, in modo felpato, quando esprime la fiducia che “i bilanci delle famiglie resteranno abbastanza forti da assorbire ulteriori aumenti del debito pubblico”, e non si riferisce necessariamente alla sottoscrizione di titoli di stato. Questo significa tre cose, in assenza di crescita: tasse, tasse, tasse. Soprattutto di natura patrimoniale, visto che i redditi continuano a calare, quindi il fisco deve inventarsi basi imponibili sempre più avvolgenti e fantasiose, con un unico scopo. Inutile specificare quale, vero?E la crescita? Il Job Act? Le riforme?
Il Job Act non è una vera riforma del mercato del lavoro ma un semplice aggiustamento, peraltro con molte criticità e contraddizioni che esploderanno nel prossimo (molto prossimo) futuro. E poi, diciamola tutta: chi pensa che il Job Act, per sé, induca la crescita, farebbe bene a farsi vedere da uno bravo. […]