Nel mio primo articolo sull’approssimarsi del governo Monti così scrivevo:
Preferirei di gran lunga la convivenza con devastanti emorroidi, che mi costringerebbero a dormire in piedi, piuttosto che votare Mario Monti come premier.
Col tempo non ho cambiato idea. I tecnici si sono rivelati approssimativi tecnocialtroni. Ho anche esortato il premier a non rompere il c@Z§° raccontando fregnacce. Poi, finalmente, Monti si è tolto dalle palle. Certo, non si è confrontato con il Parlamento, come avrebbe dovuto, ma è andato a consultarsi con quell’altra accozzaglia istituzionale, il presidente della repubblica. Tutto ciò per sobrietà, naturalmente.
Adesso si è posto a capo di una coalizione di centro che idolatra la cosiddetta Agenda Monti, 25 pagine di fuffa o, alternativamente, vuoto spinto. Ma non si candida. Vorrebbe, il professorino Monti, diventare nuovamente premier con i voti degli altri. E’ lo stato in decomposizione che risponde al nome di Italia che glielo permette. Anche Grillo, del resto, potrebbe presentarsi come capo-coalizione senza avere il voto degli italiani.
Per quanto mi riguarda, il prof. Monti è semplicemente un ammasso organico di cellule variamente organizzate che ha il dono della parola. Non avrà mai il mio voto neanche sotto tortura. Tanto più ora che il Vaticano ha sciolto ogni dubbio nei suoi confronti. Poi, bisogna pur dirlo, come fai a votare uno che si sceglie come alleati due marmellate come Casini e Fini (e una scatola nera come Montezumolo).
Riguardo alle capacità di analisi del Vaticano, va detto che non sono proprio tarate sulla realtà fattuale. Certo, siccome l’aspirazione massima dei “vaticanisti” sta nell’inculare il prossimo per propria e somma convenienza, cosa che non risulta difficile a nessuno dei ranghi della gerarchia ecclesiale, non c’è da scandalizzarsi se il cavallo Berlusconi, oggi bolso e da essi accantonato e dimenticato, in passato è stato oggetto di riverenti attenzioni, oggi riservate con sommo gaudio al tecnocialtrone Monti (che prima di accomiatarsi dalla babele governativa ha provveduto ad elargire 17 milioni agli ospedali religiosi).
Ma i benefit per i porporati e sua infallibile eminenza il papa non sono finiti, anzi, il futuro si presenta radioso. Ad ogni buon conto, caro cardinal Bertone, lo abbiamo capito che con Monti volete lavarvi dalle nefandezze dell’appoggio incondizionato e pluriannuale al Napoleone di Arcore. Il bunga-bunga, insomma, non è mai stato un problema – e non solo perché anche taluni porporati hanno una certa qual dimestichezza con l’esercizio – finché sottobanco lo sciupafemmine accendeva tutte le candeline richieste. E visto il gregge di pecore decerebrate che costituisce buona parte dell’ovile, si direbbe che l’operazione “pulizia” ha già ora conseguito il pieno successo.
(Foto: Quotidiano.net)