Zaia intende fermare la rapina di Monti che ha reintrodotto la Tesoreria Unica
Secondo ciò che è previsto dal Governo, il ricorso alla Tesoreria Unica dovrebbe valere fino al 2014, per poi tornare alle modalità attuali. Monti è un bon fiol ma in questo caso mente (e non solo in questo). Figuratevi lo sforzo, una volta che i soldi dovessoro convergere a Roma, di riportare le finanze sotto controllo regionale e comunale (che Monti sia tornato a trilaterizzare e bilderberghizzare o, tanto peggio, che sia rimasto a fare il politico).
Con il percorso del federalismo fiscale (progetto pieno di magagne ma destinato ad iniziare l’affrancamento delle Regioni che producono residuo fiscale dal centralismo devastante dello Stato) avviato con estrema fatica da Lega e Pdl, ma in questo momento sostanzialmente congelato, le possibilità di un ritorno al sistema attuale si ridurrebbero al lumicino, ripiombando nell’oscurità totale.
Benissimo ha fatto il governatore Zaia ha ricorrere contro il provvedimento che ricostituisce la tesoreria unica. E ha fatto altrettanto bene a dichiarare che:
«per noi è una dichiarazione di guerra, perchè è una misura dichiaratamente centralista e che va contro ogni dettame federalista»
Per ogni veneto dovrebbe essere una dichiarazione di guerra. Il provvedimento introdotto dal Governo Monti, una porcata di dimensioni colossali, è passato quasi sottotraccia e mi sono meravigliato che nessuno si opponesse con vigore ad una minchiata di tali proporzioni. Ad onor del vero, uno dei primi a reagire è stato il sindaco di Calalzo di Cadore che ha scritto una lettera a Monti manifestando questa ed altre perplessità. Si sono poi aggiunti al coro alcuni sindaci della Lombardia ed infine la notizia di qualche giorno fa, quella più importante, riguardante la decisione di Zaia.
VENEZIA – Con una delibera fuori sacco, la giunta regionale del Veneto ha incaricato il professor Mario Bertolissi di seguire la pratica per l’impugnazione del provvedimento governativo che istituisce la tesoreria unica. […] Il presidente immagina comunque che «ci saranno altre azioni che si uniranno a quella veneta per difendere i soldi dei veneti, affinchè restino ai veneti». «Da che mondo è mondo – ha illustrato con una metafora – si compra un salvadanaio, ai bambini, per insegnare loro a risparmiare: qui il salvadanaio ci viene tolto e non esiste che il governo scappi con questo salvadanaio, […]».
[…] «Siamo qui a difendere i Veneti, punto. Prova ne sia che il governo Berlusconi – ha aggiunto – in tre anni ha fatto otto impugnative nei confronti della nostra Regione e il governo Monti quattro in tre mesi, mentre noi abbiamo fatto cinque impugnative contro il governo Berlusconi e due contro l’esecutivo di Monti». «Ciò dimostra che non è cambiando il Consiglio dei Ministri o il colore del Governo – ha sottolineato Zaia – che cambia il nostro ufficio legale. Resta fermo il principio che ci difenderemo in egual misura, per dare la certezza ai cittadini che chi li governa qui lo fa nell’interesse dei veneti».
È una risposta decisa, quella che il presidente del Veneto, Luca Zaia, dà al governatore della Campania Stefano Caldoro, che sulla questione della tesoreria unica aveva avanzato nei giorni scorsi l’idea di utilizzare al Sud i soldi del Nord bloccati per il patto di stabilità. «Se vuole la rivoluzione nazionale – ha detto Zaia – vada avanti per questa strada: questo esproprio proletario mi sembra una fantasia non applicabile». […] Mi sembra impensabile che i sacrifici dei lavoratori veneti servano per risanare il deficit di altre regioni».
Speriamo che queste sacrosante parole si ergano a fatti irremovibili. Se così non fosse, Zaia, per non perdere la faccia, non deve far altro che fare un fischio … e parte l’onda, ne sono convinto, multicolore. Tanto per capirci, togliere i soldi al Veneto vuol dire toglierli due volte alla provincia di Belluno. Intesi?
p.s. per i deliri del governatore della Campania Caldoro si veda qui, quo e qua.