Dalla fine del 1999 al 2014 siamo stati capaci di mettere assieme una bella variazione del -2,0%. Anche il Portogallo s’è comportato meglio: +2,7%. L’Austria, per dire, +18,5%. Su Sokratis.it, sito da cui ho tratto il grafico, c’è anche la facciona del mortadella (se proprio la volete vedere). Noi del mortadellone ne abbiamo pieni i coglioni da mo’.
L’Italia è lunga, certamente, e anche larga, con tante regioni. Ma se si ipotizza che quelle del centro nord funzionino meglio delle altre, allora le altre devono funzionare davvero da cani per portare la media nazziunale dell’utilizzo dei fondi “europei” (cioè italiani che l’UE ci storna dopo averli in parte decurtati per prosperare) al 62,4%, ponendoci al 24° posto sui 28 oggi disponibili.
Qua si continua con il perimetrare le eroica gesta della repubblica bananiera. Non per sputare addosso a una baldracca, ché non è cosa buona, ma per avere una classifica di riferimento che illumini le nostre buie credenze (nel bene e nel male, anche se il male … vince di brutto).
Il Pittella c’è già capitato tra i coglioni (intendo tra le palle). E’ uno della Pattumiera Democratica e, in più, radicato nella UE con tutta la carica di PUDE (partito unico dell’euro) che ne consegue, oltre ad essere infarcito di un europeismo lercio quanto basta.
Noi qui ne abbiamo parlato in Pittella (europiddume) e la vongola, tanto per dire: insomma, la volontà di celebrare le gesta eroiche dei fanfulla piddini ed europiddini durante il semestre UE a presidenza taliana l’abbiamo dimostrata. Si fa nuovamente vivo, il Pittella, con un tweet esilarante che riesco a giustificare solo pensando che il piddino possa frequentare, anche a sua insaputa, un corso serale di comicità inconsapevole.
Dicevano, del satrapone Juncker, che può avere slanci arguti e finanche ironici. Marco Zatterin ci fa sapere da Bruxelles che il presidente della Commissione sta spronando le capitali europee a finanziare il suo piano di rilancio, quello di 315 mld per il quale i coglioni del PD renziano lo hanno votato. Dice, il satrapo, che per ora ha sentito solo parole, parole, parole. Che sono quelle che renzi ha sentito da lui.
Non aveva capito, lo strenzi, che di soldi non ce n’erano e che per avere quei 315 mld (in tre anni, suddivisi in svariati stati) bisogna usare un effetto leva: la baldracca europea mette un euro, 15 bisogna trovarli (su Marte, Giove? chi cazzo vuoi che investa in questa Europa quando fra le fila ci sono i lebbrosi greci, portoghesi, spagnoli e italiani?). A questo riguardo mi viene in mente quel gingillo piddumesco di Pittella. Del clown avevo annotato altra farsesca uscita che non vedo l’ora, si fa per dire, di segnalare.
In omaggio a Juncker, la versione in teutonico di “Parole, parole” interpretata da Dalila e Friedrich Schütter:
E mmmo’, pian pianino, c’è arrivato anche il piddino:
[…] Diventano così “alpini” oltre ai 13 milioni di abitanti delle Alpi, altri 53 milioni di persone ed una dozzina di aree metropolitane tra cui Milano, Venezia, Monaco e Lione. Questo rischia di far sì che ad essere preponderanti non siano gli interessi delle popolazioni e dei territori alpini […] ma quelli delle aree circostanti…
S’è iutato, pe ccapì, cor novo iCojon. Je l’ha detto a mucca Carolina. Mo’ ie famo na versione per PD, semplificata. Così, forze, recupera er gap.
Macroregione delle Alpi, un’accozzaglia di 48 Regioni per 70 milioni di abitanti: in termini di popolazione quasi una Germania alpina. Ad ognuno dei 60 milioni di abitanti che non sanno che cazzo è Alpi, verrà spedito a casa un… euroconvertitore (tipo quello di berlusconiana memoria) modello iCojon con alcune foto della mucca Carolina, della Lola e le argentine intramontabili note di Heidi, il tuo nido è sui monti (eri triste laggiù in città…).
Nella versione lombarda dell’iCojon sarà inserito un tamagotchi con le fattezze maroniane: al vincitore un viaggio regalo di tre giorni presso la capanna Regina Margherita.
Queste aquile piddine sapranno mai andare oltre la pura banalità bidistillata?
Aspettiamo, frementi, nuove ed esplosive rivelazioni macroalpinistiche (e non)!
Claudio Borghi Aquilini, economista e giornalista e fino a poco tempo fa docente di Economia degli intermediari finanziari alla Cattolica di Milano. E’ diventato, per caso, recentemente, il responsabile economico della Lega Nord. Noi lo abbiamo conosciuto discutendo dell’uscita dall’euro: uscire dall’euro: si può, si deve, a quale prezzo? ed anche le sette balle sull’uscita dall’Euro.
Questa volta il solitamente mite Claudio s’è scomposto (quando ce vo ce vo) e ha sbatacchiato il Brambilla, imprenditore focosetto e attaccato all’euro come una politico alla poltrona (che nel 1992 faceva l’importatore e quindi, a fronte della svalutazione della lira, qualche problema l’ha ovviamente incontrato), smascherandolo.