Pittella e i corsi serali di comicità inconsapevole (un anno dopo)
Un anno fa il “pittellone” aveva iniziato a frequentare un corso serale di comicità inconsapevole:
A distanza di un anno il “pittellone” ne ha fatta di strada…
Un anno fa il “pittellone” aveva iniziato a frequentare un corso serale di comicità inconsapevole:
A distanza di un anno il “pittellone” ne ha fatta di strada…
Dicevamo della dedizione con cui la Bizzotto ha cercato di sapere chi, nella UE, è contributore netto e chi no. In passato abbiamo detto dei cosiddetti fondi europei spesi su suolo talian che europei non sono, essendo taliane. E che siano italiani lo si deduce dal fatto che l’Italia è contributore netto della UE (in pratica diamo soldi agli altri, Polonia in testa). Il bello è che i soldi euroITALIANI che la UE “gira” all’Italia vengono spesi in buona parte nel meridione (ma questo ve lo racconteremo in una prossima puntata). Quindi tu, italiano nordico, sei becco due volte (l’importante è saperlo).
(per i piddini, i diversamente-piddini e i piddoni: l’Italia è IT (3789 M); quelli sotto sono contributori netti: l’Italia è “sotto”)
Si può fare di più. Tale Mara Bizzotto, europarlamentare della LN, si produce in un’interrogazione alla Commissione riguardante gli “Stati membri contributori e beneficiari netti in UE per il periodo 2007-2013”. Cioè, l’europarlamentare non solo chiede quello che noi tutti ci aspetteremmo che sapesse fin dalla culla, ma nel farlo dimostra di non avere la necessaria dimestichezza con gli strumenti “informatici” (giocattolini costosissimi) messi a disposizione dal baraccone europoide.
(a proposito: l’abbiamo già detto qui molte volte, questa è l’ultima in ordine di tempo: quando ti dicono che sono soldi dell’Europa, be’, sappiamo ormai tutti – tranne i piddini e i piddoni – che sono soldi delle tasse degli italiani. E non potrebbe essere diversamente, visto che l’Italia è contributore netto, cioè dà alla baldracca-europa più soldi di quanto la baldracca glie ne torni)
Tu, se vuoi sapere se il tuo paese è contributore netto o beneficiario netto delle politiche della baldracca europea, che cosa fai? Scrivi tre paroline magiche su google e te le leggi direttamente sul sito della baldracca. No?
Ovviamente la Commissione (baldracca pure lei) risponde come farebbe la mammina della Bizzotto: ti chiami Mara, Mara, quante volte te lo devo ripetere?
(astenersi piddini, piddioti, piddoni e, soprattutto, piddeuristi; questi ultimi sono piddoni al cubo; i piddoni sono piddini coglioni; i piddioti sono piddini col ruolo di utili idioti; i piddini e basta sono brava gente anestetizzata e sprofondata in letargo da cui non possono – non vogliono – uscire)
Non è la prima volta che la CGIA sfodera i dati di bilancio dei vari paesi UE a dimostrazione (ad uso e consumo dei bifolchi di casa nostra) che l’Italia è contributore netto, cioè dà più soldi alla UE di quanti ne riceva. Del resto, noi che siamo affezzionati dell’Eurosauro come chiunque lo sarebbe al mal di pancia, ‘sta cosa la sappiamo da “prima di nascere” (basta collegarsi al sito della UE o all’Eurostat eh, non è che sono cattivi e non te lo dicono…) .
Per questo ogni tanto qui sul BLOZ ricordiamo che, quando in giro scrivono o parlano di “soldi europei“, tali sono solo perché dal calderone europeo provengono, ma sono soldi che grondano il sangue della rapina fiscale operata a danno degli italiani (per la precisione, quegli italiani che vivono nelle regioni che, a loro volta, sono contributrici nette nel merdaio italico: segnatamente, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna).
Basta saperlo. Vaffanculo “soldi europei”. Sono soldi italiani. Anzi, come detto, sono soldi estorti primariamente a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
PAGHIAMO MOLTO ALL’UE MA CONTIAMO POCO
Secondo un’elaborazione dell’Ufficio studi della CGIA su dati della Commissione europea, tra il 2007 e il 2013 l’Italia ha registrato un saldo negativo di 37,9 miliardi di euro nei confronti dell’Ue. A fronte di 109,7 miliardi di euro versati dagli italiani in questo settennato, Bruxelles ci ha “restituito” 71,8 miliardi di euro.
Dopo la Germania, il Regno Unito e la Francia, siamo il quarto contributore netto a garantire l’azione dell’Unione europea. Se, invece, prendiamo come parametro di riferimento il dato pro-capite, sono i paesi nordici a guidare la classifica, mentre l’Italia scivola all’undicesimo posto, con uno sforzo economico per residente che nel periodo considerato è stato pari a 623 euro. […] (leggi tutto su CGIAMestre)
Non è il digital divide il problema, è il figa divide a preoccupare davvero. Ma con il wifi, anche a Lozzo si potrà vedere a un palmo di naso il culo di Tori Black (e tutto il resto). A meno che il satrapo di turno non freni la corsa all’oro impedendo l’aggancio a certi indirizzi. Non so come funzioni, ma tra un po’, visto che anche Alle Astre il servizietto è in procinto di attivazione – e se qualcuno mi presta un pincionoto, uno smartphone (ché io non ne ho: Amia Moretti la voglio vedere a 44 pollici ecchecazzo…) – proverò a scorrazzare nelle vaste praterie del porno.
Bando alle ciance. C’è un’altra grossolana imprecisione che va sottolineata. Dice il comunicato comunale:
Grazie al contributo Europeo così ottenuto (POR Veneto 2007-2013 Azione 4.1.2) i cittadini possono navigare gratuitamente nelle aree coperte dal servizio e per cui è prevista una semplice procedure di autenticazione.
Precisiamo: a parte quell’Europeo scritto con l’iniziale maiuscola (non ci va, fattene una ragione, non ci va!!), il contributo non è europeo ma è italiano. Sono soldi presi dalle tasche degli italiani che vanno a Bruxelles per essere – semmai – etichettati come europei, ma europei non lo sono per nulla, tornando poi in territorio italiano (lo sapete, no, che l’Italia è un contributore netto della UE!!!!!! O no?).
Quindi, scavezzacollo che userai il wifi a Lozzo, quando ti guarderai quelle porcellone e la bava che scenderà dalla bocca ti laverà lo schermo del pincionoto, non sentirti in colpa: sono, fino all’ultimo, soldi italiani.
(il wifi sarà attivo in piazza, ai cosiddetti campetti e… nientepopodimeno che in sala consiliare: dai che è la volta buona che ci vediamo il coniglio in streaming)
(oops, consiglio, non coniglio)
D’Attorre: magari va dall’estetista tutte le settimane, ma questo è un uomo che si “deve” stare a sentire. Quell’altra, invece, è un soufflè di fuffa e/o un buco col vuoto attorno. Eccheccazzo.
(comunque, signori miei, son cazzi amari: qualcuno che interpreta correttamente i vincoli strangolatori posti da Bruxelles c’è anche nel PD. E la cosa non è così scontata (basta pensare a quella vongola di Pittella, per dire). Non è l’unico nel PD ad aver detto che l’euro costringerà a comprimere i salari, ma il totale si conta sulle dita di una mano)
(D’Attorre era già stato molto franco parlando della deforma delle Province, la “norma spot che non abolisce niente”).