de-equitalizzare i comuni per contribuire a riempire il buco nero del Bim-Gsp
Il sindaco di Calalzo di Cadore, ormai lo sanno anche i pinguini, ha tolto la riscossione dei tributi comunali ad Equitalia per gestirli in proprio. Il vantaggio economico di questa scelta – inizialmente indicato da Libero in 20.000 €, cifra che appare in evidenza anche su una immagine a corredo di un articolo postato dallo stesso De Carlo – si è infine attestato intorno ai 12-13.000 euri/anno che, rapportati alla popolazione di 2.200 abitanti, fanno 6 euri (arrotondati) per ogni testa (tale risparmio è stato confermato dallo stesso sindaco alla trasmissione Otto e mezzo).
Come già sottolineato in un precedente articolo, se la cifra di 13.0000 € è da intendersi “risparmiata” passando da Equitalia alla gestione della riscossione in proprio – tanto e vero che è stata convertita in “buoni sociali” -, significa che un dipendente del comune signor X e/o una dipendente del medesimo signora Y si stavano grattando, rispettivamente, gli zebedei e la iolanda per almeno una piccola parte dell’anno (nessuno scandalo, stiamo parlando di impiego pubblico, per quanto di tipo “nordico”). Diversamente, il risparmio dovrebbe essere inteso al netto del costo del servizio espletato dai dipendenti comunali. Come che sia, alla fine il gioco vale 6 € a capocchia.
Partendo dal presupposto che i sindaci tutti, nessuno escluso (a parte i 2 secessionisti che da sempre non fanno parte della congrega del Bim-Gsp), dovrebbero sentirsi addosso il peso delle sciagurate scelte poste in essere in questi anni (da taluni a cavallo di due mandati, che non è aggravante di poco conto) nella mala gestione del Bim-Gsp e che hanno portato via via a quello che Cagliostro definisce mastodontico buco nei conti, essi stessi dovrebbero cogliere al volo l’opportunità di de-equitalizzarsi per far confluire i risparmi conseguiti contribuendo a “riempire” il buco (mastodontico) in questione.
Certo, non è detto che in tutti i comuni vi sia la possibilità concreta di operare con propri dipendenti per riscuotere i tributi de-equitalizzati, è chiaro a tutti che Belluno non è Calalzo. Ma a noi piace pensare che quei 6 € a capocchia risparmiati a Calalzo si possano “recuperare” su tutto il territorio bellunese – 210.000 persone – contribuendo ad addolcire lo “squilibrio finanziario” in capo al derelitto ente: farebbero 1.260.000 €/anno, una goccia se paragonata al buco nero di 80 milioni di cui si parla, ma sempre meglio di niente (finché non sarà chiarito e certificato se i crediti accampati da Gsp sono esigibili, continuerò a parlare di buco di 77-80 milioni: anche ammesso siano incassabili, resterebbe pur sempre un debito intorno ai 20 milioni).
Lo so, è più facile che Belen si faccia monaca di clausura. Ma l’avreste mai detto che 67 sindaci – peraltro del profondo nord – sarebbero stati in grado di fare un orrendo pataccone come quello del Bim-Gsp?