Da modestissimo cittadino elettore, voglio rispettosamente manifestarLe tutta la mia amarezza e delusione per quanto, in questi tristissimi giorni, Ella ha fatto e scritto in occasione della ennesima, stucchevole querelle PDL-Magistratura, con annessa indecorosa, eversiva azione di occupazione del Tribunale di Milano da parte dei gruppi parlamentari del cdx guidati, niente meno, che da due ex ministri della Giustizia (gli on.li Alfano e Nitto Palma, quest’ultimo ex magistrato!!).
Quel Suo accettare di ricevere al palazzo del Quirinale il trio Alfano, Cicchitto, Gasparri e quella subitanea Sua convocazione dell’Uff. di Presidenza del CSM hanno fatto intravvedere a molti cittadini il fatto che questi due concomitanti atti si prestino ad un più che plausibile cedimento alla sopraffazione ed alla arroganza di una parte politica, tutta protesa a salvaguardare gli interessi di un leader inquisito per ipotesi di gravi reati e, conseguentemente, della ‘casta’ che lo sostiene (timorosa di perdere, attraverso l’azione giudiziaria in capo al noto imputato, posizioni di potere e privilegi legati all’attuale ‘status’). Molti poi suppongono che Ella, oltre che da arrendevolezza, sia stato spinto ad un tale comportamento da un calcolo che sa di bizantinismo togliattiano, scuola ben nota ai meno giovani, e dalla quale Ella notoriamente proviene.
Le vicende sono arcinote. L’on.le Berlusconi ha sempre concretamente intralciato l’azione della Giustizia nei suoi confronti, usando mezzi, dove illeciti, dove arroganti, quando ha detenuto il Potere (basti pensare alle leggi pro domo-sua, vero scandalo a livello planetario) o con strumenti quanto meno discutibili, sotto il profilo etico-politico, con lo strombazzamento ai quattro venti di una presunta azione vessatoria messa in campo, a danno del predetto signore, da parte delle così dette ‘toghe rosse’. Vittimismo, direi, molto strumentale e funzionale ad ‘utili’ torsioni democratiche e ad ‘indottrinare’ i molti disinformati o creduloni. Inutile, quindi, dilungarci nel tratteggiare un ventennio di stravolgimenti della realtà, di contumelie lanciate contro un potere indipendente della nostra realtà statuale, potere definito, tout-court, dall’interessato come ‘cancro della nazione’.
Sig. Presidente, le Sue due convocazioni di ieri, sono state seguite da due comunicati dell’Uff. Stampa del Quirinale che hanno fatto sobbalzare me e, credo, molti altri cittadini. Non sto a ripeterLe l’intero contenuto dei due documenti che, a mio avviso, deturpano, proprio sul finale, l’immagine del Suo settennato. Certo, Ella esprime parole di buon senso e mette in risalto le prerogative del potere politico e di quello giudiziario auspicando una composizione delle tensioni che si sono manifestate. Ma, agli occhi di molti, la cosa, pur condivisibile, ha avuto ed ha il sapore di un certo cerchio-bottismo, di una equidistanza doverosa ma non aliena da dubbi sulla sostanza dei passi compiuti per arrivare a quelle definizioni.
Fin qui, però, niente di eventualmente diverso dal campo delle idee e dell’opinabile. Quello che invece penso non vada proprio bene è l’aver messo sullo stesso piano due realtà molto diverse e incomparabili. Penso che una cosa sia il comportamento di chi, ormai, osa il tutto e per tutto pur di salvare la posizione personale giudiziaria del noto ex presidente del Consiglio, sottoponendo le Istituzioni (anche la Presidenza della Repubblica) a veri e propri ricatti; altra cosa è il comportamento dei Magistrati (inquirenti e giudicanti) i quali stanno semplicemente svolgendo il proprio lavoro (obbligatorietà dell’azione penale) perseguendo ipotesi di reati non di poco conto.
In aggiunta, noto che, nella chiusa dei documenti, Ella scivola in una certa ‘sperequazione’ quando afferma che “risulta comprensibile la preoccupazione (del PDL) di aver garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento”. Ma allora, il ‘legittimo impedimento’ esisteva prima in quanto il signore in questione era Presidente del Consiglio, esiste ora in quanto il medesimo signore riveste la funzione di Presidente del partito? Ma non esiste un segretario che di nome fa Alfano?
Legittimo impedimento a tutto il 15.4.2013, poi fino al 15.5.2013 per l’elezione del Suo successore e poi che altro ancora? Procrastinare sentenze sine die per avvicinarsi alla solita prescrizione (abbreviata)? Ma l’esperienza del passato non Le dice niente?
Perfino Repubblica, notoriamente Sua sostenitrice, prende le distanze da questi Suoi ultimi pronunciamenti, per non parlare poi di tutta una serie di giuristi di alto lignaggio e di commentatori non proprio sprovveduti o poco qualificati. Quando parlo di ricatti, mi riferisco alla minaccia alfaniana di andare sull’Aventino, emulando – pensi un po’- le Opposizioni democratiche del 1924/1925, all’epoca del delitto Matteotti. Lo scopo evidente del trio da Ella ricevuto è quello di bloccare l’iter di formazione delle Istituzioni democratiche e di mandare tutto alla malora, se non ci sarà un salvacondotto per il noto signore.
L’Aventino del 1924 era più che giustificato (anche se fu, politicamente, inefficace), quello ora paventato sarebbe fatto per meri interessi di parte, avrebbe caratteristiche di eversione a danno della vita democratica, sarebbe l’ennesimo tentativo di mettere i propri interessi al di sopra del bene comune, infischiandosi delle sorti del nostro povero paese. Credo, Sig. Presidente, che i Suoi predecessori – in particolare Scalfaro e Pertini -, si sarebbero rifiutati di ricevere quei signori (già partecipanti all’inqualificabile gesto al Tribunale di Milano), non avrebbero mai convocato l’Uff. di Presidenza del CSM con quelle motivazioni e, soprattutto, non avrebbero mai scritto, o fatto scrivere, quei due comunicati. L’immagine che si è data con quelle equiparazioni improponibili e con la ‘sperequazione’ finale lascia semplicemente basiti.
Chiudo con un ironico commento, letto oggi sulla rassegna stampa, dal titolo significativo di:
“IL MONITO DI NAPOLITANO” (rivolto al citato trio di visitatori quirinalizi)
“Volete l’impunità totale garantita? Volete ridurre la Magistratura e le Procure al silenzio? Volete che il vostro padrone sia al sicuro dalla Giustizia? Volete usare il potere mediatico ed i risultati elettorali come un ricatto per impadronirvi delle Istituzioni? VA BENE!! PERO’ FATELO CON UN PO’ DI EDUCAZIONE, PERDIANA!!!!!”
Eloquente, non Le pare sig. Presidente? Un saluto deferente con l’augurio di buon pensionamento!!!
(la serie completa degli articoli di Giuseppe Zanella ospitati sul BLOZ sono consultabili a questo link)