di Cagliostro
Oggi il nostro Presidente si è espresso e lo ha fatto emulando il sig. “Ghe Pensi mi” (alias Bruscoloni). Per prima cosa, il Capo dello Stato ha rifiutato l’incarico pieno a Bersani in quanto la verifica di quest’ultimo aveva appurato la mancanza di numeri certi al Senato. La prova di forza, quindi, non c’è stata e pertanto non si può dire con certezza quale sarebbe potuto essere il suo esito. In compenso, Napolitano si è assunto l’onere di agire in prima persona, senza dare alcun ulteriore incarico esplorativo, con una ennesima celere e breve consultazioni delle parti politiche al fine di cercare di sbloccare la situazione di stallo.
Ma l’esito è stato soltanto quello di verificare ciò che già Bersani aveva appurato, ossia una situazione di veti incrociati e di completa paralisi. Ieri, tra l’altro, il Presidente aveva ricevuto la discreta sollecitazione a dimettersi, favorendo così l’elezione del suo successore con i pieni poteri, compreso quello di poter sciogliere, se del caso, le Camere. E questo sarebbe stato un potere di autentica interdizione per molti deputati di prima nomina, i quali, prima di escludere la fiducia ad un qualsivoglia esecutivo, ci avrebbero pensato non una ma centinaia di volte (perdere emolumenti e privilegi appena acquisiti non sarebbe stato, infatti, molto allettante). Ma Napolitano ha proferito il suo secondo “no”‘ al PD (il suo ex partito). Nella odierna Comunicazione, il Presidente ha dato quindi il seguente, inusuale annuncio:
- Proroga del governo Monti;
- Nomina di due gruppi di studio, composti da eminenti personalità di sua scelta, al fine di suggerire soluzioni in ordine a problemi (programmi) istituzionali ed economico-sociali.
I due gruppi di studio ricordano da vicino la bicamerale di infausta memoria. Il Presidente, insomma, è ricorso alla solita soluzione, tutta italiana, di rinviare le cose in attesa di una auspicabile loro decantazione… Per di più, quanto annunciato può prestare il fianco a serrate critiche sul piano strettamente giuridico-istituzionale, con tutto ciò che potrebbe conseguire…
Osservo, succintamente, che i provvedimenti e le scelte oggi operate dal P.d.R. potrebbero apparire, a qualcuno, cosa saggia ed oculata e, al limite e con le condizioni date, perfino giustificabili e, almeno parzialmente, condivisibili. Tuttavia, c’è un ‘però’ grande come una casa. Infatti il ruolo di far studiare programmi a due commissioni al fine della formazione di un esecutivo non sembra proprio rientrare in alcun potere codificato riservato dalla Costituzione al P.d.R.. E neppure rientra tra le prerogative del Capo dello Stato considerare il governo in carica (mai sfiduciato dal vecchio parlamento) operativo a tutti gli effetti (esclusa la ordinaria amministrazione) e consentirgli la possibilità di decretazione che esuli dalla ricordata ordinarietà.
Napolitano ha infatti ricordato che il governo in carica sta approntando provvedimenti che potrebbero servire al sostegno della Economia (leggi commissione, presieduta dall’on. Giorgetti, al fine di sbloccare parzialmente i crediti dei privati e società nei confronti della P.A.). Ma, a mio modo di vedere, l’anomalia grave sta tutta nel fatto che il governo Monti, per operare compiutamente, avrebbe la necessità di ottenere la fiducia delle nuove Camere, essendo ‘in non cale’ quella ottenuta dal vecchio parlamento.
Senza voler entrare nella tecnicalità specifica di quanto succintamente elencato, verrebbe da dire che Napolitano sta instaurando una sperimentazione bella e buona (mai ci si è trovati di fronte a problematiche del genere e non vale richiamare la prassi creata in altri paesi, come Belgio ed Olanda, giacché le situazioni colà a suo tempo esistenti erano affatto diverse, senza mettere in conto le oggettive qualità della democrazia, da sempre vigente in tali realtà).
In buona sostanza, a me sembra che quanto deciso dal P.d.R., magari senza avvedersene, sia una pratica condivisione degli assunti espressi dal consulente giuridico del M5S, tale prof. Becchi, sostenitore della tesi che ci può essere la prorogatio indefinita del governo di fine legislatura… Per di più, il clown genovese, divenuto raffinato politico e giurista/costituzionalista di livello elevato, afferma ai quattro venti che le Camere possono lavorare senza la presenza di un governo pienamente legittimato (e ciò appare in linea con quanto discetta il suo sopra menzionato consulente).
Io non so se l’opzione di Napolitano sarà utile all’Italia, me lo auguro di cuore ma ho forti dubbi e perplessità.