Nei giorni scorsi si è parlato di andamento demografico in alcune “ripartizioni” geografiche che rispondono al nome di Centro Cadore, Cadore (nel suo insieme), Carnia e Val Pusteria. E’ giunto il momento del confronto dei dati aggregati. I “paletti” presi in considerazione sono quelli del 1951, 2001 e 2011 che hanno dato luogo a due periodi: 1951-2011, ultimi 60 anni e 2001-2011, ultimi 10 anni. Nelle condizioni date il primo si configura quindi come tratto di tempo di lungo periodo, il secondo come tratto di breve periodo.
Va ricordato che qui sono messi in luce i dati del saldo demografico totale senza distinguere quelli del saldo migratorio e naturale. Le ultime due colonne riportano le variazioni percentuali di lungo e breve periodo dalle quali si nota il continuo e profondo declino demografico del Centro Cadore, Cadore e Carnia rapportato al vigoroso incremento in Val Pusteria. E non sono barbagigi (si passa da -3.6% in Cadore al +9,1% in Val Pusteria).
Il dato che forse colpisce maggiormente è che negli ultimi 10 anni il declino demografico in Centro Cadore e Cadore è peggiorato rispetto agli ultimi 60 anni. Basta infatti raffrontare fra loro la penultima e l’ultima colonna dell seconda tabella: la penultima colonna presenta infatti le medie decennali degli ultimi 60 anni. Si osserva quindi che per il Centro Cadore a fronte di un declino del 3.2% negli ultimi 10 anni, la media decennale del declino degli ultimi 60 anni è pari all’1.7%: in poche parole, negli ultimi 10 anni abbiamo fatto peggio (precisamente 1,9 volte peggio) che in ognuno dei sei decenni precedenti. Da questo punto di vista la Carnia, precipitata di un -6% decennale nel lungo periodo, sembra risorgere nel breve periodo registrando un calo del 3.2% (che vuol dire morte sicura, comunque).
Del resto anche la Val Pusteria, che pur presenta negli ultimi 10 anni una crescita del 9,1%, nei sei decenni precedenti “aveva fatto meglio”, registrando un 10,1% (tutto ciò detto in forma molto ma molto ironica). Si consideri poi il raffronto con i dati provinciali, regionali e nazionali per avere un quadro d’insieme. Pur considerando che anche in Trentino vi sono comunità che stanno soffrendo lo spopolamento (le situazione è a macchia di leopardo e magari in un prossimo futuro daremo un’occhiata alle comunità di Fassa, del Primiero e della Bassa Valsugana), proviamo ad immaginare una domanda posta ai bellunesi, magari più specificamente agli auronzani che sembra siano così restii ad accettare il referendum per passare con l’Alto Adige: «Volete cannoni o Autonomia?». Che dite, quale potrebbe essere la risposta? Naturalmente: «Cannoni … cannoni … cannoni».