Sulla prima del Gazzettino di ieri 5 dicembre 2014:
Di solito la CGIA le pubblica il sabato, le notizie uau spumeggianti. Di quei dati non si dice se siano destagionalizzati o meno (quindi non lo sono). E’ pur vero che si riferiscono al medesimo periodo dell’anno scorso ma, solo per dire, se per ragioni di calendario quest’anno i giorni lavorati fossero stati due in più, anche il PIL ne avrebbe risentito (allo stesso modo se fossero due giornate in meno, ovvio).
Altro esempio: come si conciliano i dati sull’occupazione se si guarda ai rapporti di lavoro attivati in Veneto nell’ultimo trimestre, 157.241, quando quelli cessati nello stesso periodo sono 165.869 (pp. 10 e 11 del Sistema comunicazioni obbligatorie dicembre 2014) per un saldo negativo di 8,628 rapporti?
Va poi detto, è il minimo, che la stima dell’aumento del PIL del Veneto posta pari a 0,2% deve colmare, per tornare al PIL del 2008, un buco dell’11%; detto diversamente, con quella crescita ci vorrebbero 55 anni prima di colmare quel buco. Ovvio che in termini di PIL ci si aspetti nel prossimo futuro ben di più, se solo questa fosse una vera ripresa (foss’anche una ripresina). L’importante è che i segnali siano di ripresa, non di fumo, come invece pare siano.
(illustrazione: loschermo.it)