In un commento («Con il possibile disegno di legge si profilerebbe “una provincia che non c’è”») @frank segnalava un link ad un articolo de il Giornale (del 23 febbraio 2012) dal titolo eloquente: “C’è l’accordo tra i partiti: abolizione delle Province“. Perché di questo si tratta, anche se la Provincia resterebbe come ente di secondo livello con componenti eletti fra i consiglieri comunali. Avevo già segnalato a mia volta che per la provincia di Belluno sarebbe un vero e proprio psicodramma collettivo se solo si pensa a ciò che, i sindakos, sono riusciti a fare con Bim-Gsp (e non è ancora finita).
Roma – Scompaiono le province come ente locale politicamente autonomo. Niente più consiglieri eletti né personale politico, azzerate le scartoffie che i cittadini devono presentare al potere intermedio tra comune e regione. Restano le principali competenze, ma saranno amministrate da un organismo che dipenderà principalmente dai comuni, un po’ come le comunità montane. Se verrà confermata la bozza che in questi giorni sta rimbalzando tra Palazzo Chigi, i ministeri competenti e le segreterie dei partiti di maggioranza, il Consiglio dei ministri di domani pomeriggio approverà un provvedimento che sembra molto l’abolizione delle province. […]
Reolon invece, intervistato da Antenna 3 (video del 22 febbraio 2012: “Province salve: ora i soldi”), tratteggia con compiaciuta soddisfazione un vero e proprio salvataggio:
Rispetto a 2 mesi fa quando sembrava che le province dovessero essere cancellate noi oggi possiamo dire che le Province rimarranno
A dar seguito alle certezze del consigliere regionale (che però non fa alcun cenno alla “tipologia del salvataggio”: cosa vuol dire che le “Province rimarranno?”) ci pensa la voce fuori campo del commentatore di Antenna 3 che continua: “un successo che nasce dal lavoro di una commissione dedicata presieduta dal bellunese Gianclaudio Bressa che presto approderà in Parlamento per l’approvazione …”
Nel proseguo si parla poi di province “ridisegnate” e con “altre competenze”, il ché farebbe pensare che si stia parlando (pur non avendolo mai chiarito) della penosa “Provincia dei sindaci”, il soggetto di secondo livello cui ho accennato precedentemente. Ma il commentatore non lascia dubbi quando sostiene che:
… dovrebbe essere proprio il 2013 l’anno della nuova Provincia. Quasi improbabile il voto già quest’anno ma la prossima primavera la chiamata alle urne è praticamente certa …
Insomma, a meno che per urne non si intendano quelle che dovranno usare i consiglieri comunali per eleggere i 10-15 componenti della Provincia-che-non-c’è-più, per Antenna 3 le province sono veramente salve tanto da chiamarci al voto perlomeno la primavera del 2013 (perché non il prossimo maggio?). Chissà se anche Reolon aveva in testa la stessa idea 🙂 ? Certo che ce l’aveva:
… allora noi rischiamo di arrivare all’appuntamento del 2013 della nuova Provincia senza più la Provincia … [in ragione dei mancati trasferimenti statali, ndr]
Non credo che nel torpore belluniota che contraddistingue ancora buona parte dei bellunesi, questi ultimi abbiano fatto la ola sentendo il servizio di Antenna 3 (se ciò che Reolon ha detto fosse vero, compreso il ritorno alle urne con elezioni popolari, prometto una “cioca” devastante, e sarebbe la terza dopo le prime due di carattere giovanile). Sarebbe tuttavia opportuno, se non vi è già stato, un chiarimento che eviti loro una cocente delusione quando sapranno la verità più probabile, che è quella ventilata dall’articolo de il Giornale e non quella vagheggiata da Reolon (purtroppo, anche se fino all’ultimo spero).
Peraltro, per accordare alla provincia di Belluno la specificità bla bla bla, alla Regione Veneto non occorre che il nostro territorio sia etichettato dallo Stato come Provincia, può benissimo farlo anche se quest’ultimo dovesse cancellare ogni provincia dal suolo italico, può farlo definendo gli attuali confini con il nome che ritiene più appropriato come per esempio ducato o contea. In primis deve volerlo fare, e non solo sulla Carta, anche se da quella bisogna partire.