Sembra stupito, il sindaco Massaro, del bike-sharing appena attivato in quel di Lecco. Non sa, il sindaco bellunese, che un suo collega cadorino, più precisamente calaltino, l’idea del bike-sharing l’ha avuta da mo’. Per la precisione, scrivevo del calaltino ciclante il 10 maggio 2011. Va detto che la cosa era in fieri e che il diabolico mezzo – uno solo – lo stava provando proprio il primo cittadino calaltino, per verificarne proprietà ed utilità.
Con altrettanta precisione devo ammettere che, non avendo io visto un gran fru-frù nell’evoluzione dell’argomento, il 12 settembre di quello stesso anno in il calaltino ciclante ed il bike sharing 2.0 chiedevo lumi sull’evoluzione del progetto (ma da allora persisto nell’oscurità).
Se per caso, caro sindaco Massaro, dovesse affacciarsi prorompente l’idea di fare un po’ di bike-sharing anche in quel di Belluno, tenga presente l’esperienza del collega ed, eventualmente, si faccia un giro – che so – in Alta Badia (il diavoletto mi suggerisce che anche in Olanda, recentemente, di bici ne ha viste molte: magari incappa in una best practice da applicare paro-paro a Belluno; lo perdoni, caro sindaco, il diavoletto non ha inteso che Belluno è Città alpina d’Europa e che i tulipani, invece, sgambettano sotto i mari).
Quindi, sempre gli elvetici, potendo evidentemente contare su un’architettura dello Stato genuinamente federalista (che altro sennò), con una popolazione di 15.000 abitanti si possono permettere 20 dipendenti in più di Belluno che ne ha 36.000. Detto in altre parole (trascurando le altre 27.000 variabili che il sindaco non ha considerato nel confronto … so quisquilie, che ce frega), a Belluno di dipendenti se ne potrebbero assumere altri 48 (una cosetta da niente).
Fatti una domanda, Jacopo: dove cazzo stiamo sbagliando? E datti una risposta e, se puoi, condividila con noi.
Si sa che gli elvetici non hanno fatto grandi scoperte che si ricordino, a parte l’orologio a cucù e le caramelle Ricola alle 12 erbe (tuttavia, va detto, hanno il più alto numero al mondo di premi Nobel procapite). Che siano un po’ rigidi lo dimostra anche il fatto che a Herisau – notizia fresca fresca – ci sono voluti 20 anni per attuare un progetto di riduzione della velocità auto (ma solo in alcune zone urbane, le altre – evidentemente – sono rimaste a 20 anni fa). Però cazzo, “ora la gente collabora”.
Pensa un po’ te, se ti metti a fare una cosa così a Belluno.
Che grandi teste di cazzo devono essere questi giovani europei delle città alpine. Pensate un po’, ‘sti esseri, cosa vanno a chiedere ai politici:
più attenzione ai loro spazi;
più mobilità sostenibile;
più raccolta differenziata.
Te li vedi, no, i giovani europei delle città alpine, senza lavoro, senza prospettive, senza futuro, chiedere – oltre a più figa per tutti – più mobilità sostenibile e più raccolta differenziata. Come no. Io me li vedo, mi passano proprio davanti agli occhi. Ci sono anche quelli che chiedono più decrescita felice, l’orgasmo garantito, la fine del signoraggio bancario, il tappamento di tutti i vulcani attivi, la messa al bando della cintura di fuoco e una commissione d’inchiesta sulle scie chimiche.
Lavoro NO!
E per fortuna che ci sono in giro anche fior fior di sindaci pronti a cogliere queste sottigliezze.
Da noi i cani creano problemi molto seri al punto di aver bisogno che il borgomastro locale srotoli e declami un editto detto della caccia alla cacca del cane (del quale ho dato conto in tre versioni distinte: dotta, villica e dubitativa). Ma basta passare il confine che i cani diventano subito, da problemi, risorse. E che risorse.
Certo il cane in questione è Rex, il commissario Rex, ed oltre confine c’è chi, col tempo, ha affinato quella capacità non comune di trasformare in oro tutto ciò che tocca. Certo, in Alto Adige il naturale talento viene agevolato da corsi specifici pagati profumatamente dalla Provincia autonoma ma, come si vede, sono soldi ben spesi.
Va detto, va chiarito, perché “è quest’acqua qua eh“, non si scappa. Gli altoatesini sono davvero come il re Mida e quello che toccano si trasforma spesso in oro. Detto incidentalmente, noi bellunesi abbiamo tanti re Me..a, quelli che quando toccano qualcosa la rendono ehm, ci siamo capiti. Chiiii? Ma basta pensare al Bim-Gsp, ragassi, siam mica qui a scaccolare l’elefante!
Ma stiamo a quanto ci fa sapere l’assessore Widmann:
[…] Eccezionalmente alta è anche la ricaduta dell’avventura di Rex in Alto Adige: il fondo provinciale di promozione dei film sostiene la produzione con 200mila euro e il ritorno è di 400mila euro: “Di norma una produzione di film o fiction è tenuta a spendere in loco una somma pari al 150% del contributo ottenuto, in questo caso specifico la quota è addirittura più alta del 50%”, conferma l’assessore. Spese che si concretizzano ad esempio in vitto e alloggio per la troupe, l’utilizzo di artigiani e maestranze locali, di personale tecnico e artistico reclutato in Alto Adige. Nel progetto del commissario Rex figurano una trentina di altoatesini, dal location manager ai tecnici di assistenza video, hairstyle, designer dei costumi, ad attori e comparse.
Questi altoatesini non sono semplicemente bravi, di più, sono dei geni (con il tocco di re Mida). Pensate: quelli della produzione di Rex (romano-alemanni) si devono essere inginocchiati davanti a Widmann che ha sì sganciato 200mila euri (altoatesini, valgono di più di quelli taliani), ma concedendo l’uso del sacro territorio sud tirolese ha anche preteso che la coproduzione alemanno-romana garantisse una ricaduta pari almeno a 400mila euri (sempre altoatesini). Ditemi voi se non è una genialata.
Ora, dovete sapere che sono in contatto con Krugman (Krugman chi? ma quello sfegatato economista neokeynesiano che pontifica dalle colonne del NYT) al quale ho indirizzato un quesito, essendo io non dotato a risolverlo. Tipo: caro Robin (di secondo nome fa Robin e noi intimi lo chiamiamo così), ho il sospetto che 200mila euri di tasse abbiano un valore differente da 400mila euri di ricadute, potresti illuminarmi! Grazie. (p.s. se puoi, ti incarichi tu di spedire la risposta in copia a Widmann, avrebbe tutto un altro valore se fatto da te).
Chiudo ammettendo che queste da me sollevate sono futili precisazioni. Di base resta lo sconcerto di pensare che Capocelli, il commissario che guida ora la Provincia di Belluno, come sapete fortissimamente voluto dal PDL (che per questo si è palesato come escremento partitico), non potrebbe far altro che girare con la paletta per raccogliere i cataboliti di Rex.
Di fendenti e rasoiate alla “classe politico-amministrativa” delle nostre vallate, perfidi e calcolati, gliene ho visto tirare parecchi, soprattutto in relazione alle vicende Bim-Gsp, fertile terreno di coltura come nessun altro. Irene Aliprandi, di sottecchi, con leggera eleganza, ci prova ancora sul Corriere delle Alpi:
In questo clima di nervi tesi, che in assemblea si traducono a volte in battibecchi personali, ieri la discussione è durata due ore e mezza su un questione: rinnovare subito il cda a tre membri e modificare lo statuto per arrivare a un amministratore unico; oppure aspettare la modifica e nominare direttamente una sola persona. Il paradosso è che, nel cda a tre, due membri dovranno essere per legge funzionari comunali senza retribuzione specifica, quindi è escluso che ci si muova nell’ambito della spartizione di potere. Anzi, trovare due funzionari comunali da destinare a Bim Gsp è un problema vero e i piccoli comuni hanno già detto a Feltre e Belluno che dovranno essere loro a sacrificarsi, vista la maggiore disponibilità di risorse umane.
Rewind:
… senza retribuzione specifica, quindi è escluso che ci si muova nell’ambito della spartizione di potere.