Resto in tema di decoro urbano che, come sappiamo, non è composto dalla sola pulizia delle bordure stradali.
Nell’imminenza di quelle che ho già definito altrove “celebrazioni pellegriniane”, segnalo una evidente stonatura a cui si può mettere mano con poca spesa (forse addirittura senza spesa).
Davanti all’entrata del palazzo municipale fanno brutta mostra di sé le due tabelle che si vedono nella fotografia a lato. Non è un grande spettacolo, proprio di fronte all’entrata della “Casa del Comune”. Può essere che quella che indica il municipio non sia più considerata utile: in questo caso la si tolga.
Se qualcuno dovesse decidere che la cosa da farsi è buona e giusta, si tenga conto anche, col tempo, dell’ altro cantuccio urbano non proprio edificante in termini di decoro (credo che anche le ditte potrebbero trarre vantaggio dalla sostituzione delle tabelle che, così come sono, fanno, casomai, una “cattiva” pubblicità).
La notizia è leggermente datata, riferendosi al 24 luglio scorso, ma le Dolomiti avevano una maggior importanza e l’ hanno momentaneamente oscurata. Ma è giunto il momento di darne conto perché, nel suo piccolo, l’episodio ha un ché di eroico e quando ho visto che stavano ultimando i lavori mi ha preso una certa commozione.
Si tratta di un episodio della gestione della pulizia del nostro paese. Così come per via Col Vidal, anche per via Loreto la strategia messa in atto per la loro pulizia è la tecnica “a singhiozzo“. Mai che si riesca a vedere una via pulita per intero, si procede a “pezzi” (ma deve esserci un oscuro disegno alle spalle, che prima o poi mi diverrà chiaro).
Lo sforzo è di quelli titanici se, come è vero, dal 9 maggio siamo arrivati al 24 luglio prima di avere questo tratto di via pulito. Qui infatti mi riferisco al tratto della via Loreto dal Capitel a Brodevin (innesto con via Marmarole).
Devo ammettere però che l’onda lunga dello sforzo profuso dall’Amministrazione per garantirci un paese pulito sta dando i propri frutti: ci siamo infatti lasciati alle spalle il brutto periodo primaverile e con l’inizio dell’estate, con lentezza ma inesorabilmente, le cose sono migliorate. Basta dare un’occhiata alla galleria di foto qui proposta.
Nel giro di qualche settimana Sindaco e Amministrazione si appresteranno a scartare un nuovo regalo a beneficio di tutta la comunità lozzese. Tradizione vuole, infatti, che le cose di un certo spessore si occultino alla vista della gente per essere svelate, nella massima trasparenza, a fine lavori. E così sarà anche per Palazzo Pellegrini. Un gran bel regalo.
Se, in generale, la trasparenza dell’attività amministrativa è garantita, a detta del Sindaco, dalla pubblicazione all’albo delle delibere di giunta e consiglio (che, come tutti sanno, è un obbligo di legge), in questo caso particolare la trasparenza sarà, mi immagino, garantita dal fatto che è stato esposto il tabellone (che riepiloga i dati dell’opera in corso) che fa bella mostra di sé davanti a quella che sarà l’entrata del palazzo (anche questo del tabellone, come tutti sanno, è un altro obbligo di legge).
No, la trasparenza è un’altra cosa. Vediamo se risco a spiegarmi.
Premesso che stiamo parlando di un bene acquisito (il palazzo c’era già) e già oggetto di integrazione-sviluppo da parte delle amministrazioni precedenti (il tanto vituperato corpo aggiunto), che quindi ha già richiesto una forte dose di denaro pubblico (vado a memoria, circa 600 milioni di lire, ma dei primi anni ’90), essere trasparenti per me significa (perlomeno):
indicare chiaramente ed analiticamente dove e come è stato speso quel fiume di soldi, sbandierato nell’opuscolo “5 anni insieme” e bene in evidenza nel tabellone, pari a 900.000 € (una somma “di una certa importanza”);
spiegare a noi ignoranti la differenza tra i 900.000 € definiti importo progetto e i 479.000 € definiti importo a base d’asta. In poche parole, questa differenza di 421.000 €, che senz’altro è in parte costituita dal valore dell’ IVA e dal compenso per la progettazione, è da attribuire agli arredi ed alle dotazioni tecnologiche avveniristiche o a cos’altro? insomma, quanto ci viene veramente a costare questa cosa?;
determinare, nel balletto di cifre, quanto viene realmente percepito dal progettista e direttore dei lavori, anche per soddisfare una sola e semplice curiosità;
stabilire se sono previste o si sono già attuate le cosiddette perizie di variante;
svelare se la destinazione finale sarà solo ed esclusivamente a “Centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistica, ambientale e culturale” o se sono invece previsti ulteriori e diversi utilizzi della struttura;
stabilito che ragionevolmente non potrà essere solo un “Centro ecc. ecc. …” (neanche Cortina, Kitzbuel e St. Moritz assieme hanno una superficie di 700 m2 dedicata a questo scopo), chiarire quali altri benefici ci verranno dati in regalo (che so, un angolino per i giovani?);
chiarire ancora se questo centro territoriale sarà attivo da subito e con quali modalità o se è una aspettativa futura (se cioè forse, col tempo, diventerà quello che si vuole che sia);
stabilire se le destinazioni d’uso per il palazzo cui faceva riferimento l’attuale minoranza nel proprio programma elettorale, qui di seguito sinteticamente elencate, sono semplicemente un sogno o una realtà a portata di mano:
la realizzazione di una sala polifunzionale
dare sede definitiva alla Biblioteca comunale
allestire uno spazio dedicato alla nostra Identità Ladina
realizzare un centro ben documentato sulla storia di Lozzo
dare una adeguata collocazione alle cellule museali già realizzate dal museo della latteria
spiegare alla gente come mai, Lozzo che è o diventerà sede di un “Centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistica …”, non vede garantiti alcuni servizi essenziali come la corretta pulizia del paese ed il relativo decoro urbano (che in questa stagione hanno anche, peraltro, una importante ed evidente valenza turistica);
Serve un esempio? Giusto, sembra che serva, perché la gente subisce ma evidentemente non ha voglia e tempo per andare a protestare e segnalare le cose che non funzionano. Allora, avanti con l’esempio.
Le seguenti foto illustrano le condizioni di due normali strade comunali che la nostra gente usa per fare le proprie passeggiate: la passeggiata di Ligonte (del lago) e quella di Costa. Fra tutte, quella di Costa dovrebbe essere “sacra”, per mille motivi che risulta superfluo evidenziare.
Anticipo la mia conclusione: tra un po’ ci verrà scartato questo regalo del Palazzo (o reggia?) Pellegrini e vedremo, noi sudditi, se e quanto ci verrà chiarito.
A quel momento la situazione delle “nostre passeggiate”, per noi lozzesi prima di tutto, ma anche per i nostri ospiti, sarà certamente cambiata. Non so se la “luce stradale” si sarà ancora ridotta, o se invece gli articolati piani di intervento riusciranno, nel frattempo, a ridare decoro a questi percorsi (che già ora, sia chiaro, gridano ad alta voce vergogna!).
Basta aspettare, non ho fretta (devo chiudere gli occhi, come molti di voi credo, ma non ho fretta).
Un uccellino mi ha detto che questa situazione è dovuta alla mancanza di fondi. Un altro invece mi ha detto che gli operai sono impegnati altrove a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Non credo a nessuno dei due.
Credo a quello che vedo, e quello che vedo, per ora, fa schifo.
Sto per pubblicare l’articolo “e la chiamano pulizia del paese” e sento uno sferragliare in strada. Ebbene sì, coincidenza o effetto evocativo, nella mattinata di ieri 26 giugno il pezzo di strada che va dal bivio fra il viale dei Missionari e quello con via Col Vidal è stato oggetto di manutenzione, dire pulito è forse una cosa grossa.
Dai che un po’ alla volta ce la facciamo a tenere pulita questa strada.
Per le altre? Basta andare a farsi un giro in giro. A voi la gioia di verificare con i vostri occhi. Provate con via Col Vidal, per fare un esempio.
La pulizia delle stradeè il primo elemento, in ordine di importanza, che noi usiamo per creare la percezione dell’ambiente urbano che ci attornia (di qualsiasi ambiente urbano).
E’ così anche quando ci rapportiamo alla pulizia di un pavimento: se entriamo in un hotel a 5 stelle che presenta un pavimento sporco, possiamo essere attorniati dalle più sfavillanti suppellettili, ma la nostra percezione sarà assolutamente negativa.
Punto 2: quali sono le strade da tenere pulite.
Tutte. In un paese come il nostro tutte. Ma se proprio dobbiamo evidenziare delle priorità, le strade che devono essere sempre tenute pulite sono quelle che permettono di entrare nel paese, nelle sue borgate.
Provenendo dal Ponte Nuovo esse sono via Roma (la Nazionale) ed il tratto viale dei Missionari – via Loreto.
Stato attuale delle strade prese in esame:
Per via Roma (zona Colis): il taglio dell’erba sulle aiuole spartitraffico e la pulizia dei bordi dalle erbe infestanti del tratto di raccordo tra bivio e via Roma, richiedeva un intervento già nell’ultima settimana di maggio (tra il 25 ed il 31), che invece è avvenuto il 10 giugno (due settimane dopo). Al momento in cui scrivo l’area si presenta con un grado di decoro urbano sufficiente.
Per viale dei Missionari: nulla è stato fatto e l’erba ai bordi prospera (la pulizia del fondo stradale è invece decente).
Per via Loreto: devo tralasciare qualsiasi commento riguardante le vicende del materiale che da Soravia immancabilmente, ad ogni temporale, invade la sede stradale pubblica: per questo mi verrebbe da scrivere un articolo apposito di cui avrei, peraltro, già in mente il titolo “la repubblica indipendente di Soravia”.
Tralasciando quindi questa cosa, per decenza, mi limiterò a mettere in evidenza che:
tutta via Loreto richiede una energica pulizia del fondo stradale da almeno un mese;
le erbe sui bordi sono ancora lì dall’ultima settimana di maggio;
la cunetta del tratto dal Capitello al bivio con via Marmarole è roba da favelas, neanche da bidonville;
Allego documentazione fotografica: dal vivo è peggio.