Eh sì: di noi bellunesi si guardavano con cupidigia le leggerezze che certamente sarebbero state compiute a Natale e Capodanno, pronti a evidenziar ogni piccolo scostamento in su dei contagi. Ma i virus, una buona parte di essi, devono aver seguito i re magi perdendosi in chissà quale via siderale. O forse, semplicemente, sono andati in Alto Adige a rompere i coglioni ai di là umani.
Fatto si è che mentre di qua dalla cortina autonomista il corona si dileguava, di là si concentrava, anzi, si ri-concentrava. Che cavolo abbiano fatto i sudtiro-lesi durante le feste natalizie per meritarsi cotanta sventura, non è dato sapere: che siano state le pesantezze certamente compiute a Natale e Capodanno?
(soliti dati della PC: ad essere verde, questa volta, è Bolzano, mentre Belluno è viola…)
Grafico con la curva dei positivi settimanali per 100 mila abitanti comparata con quella del totale degli ospedalizzati; quest’ultima curva è stata resa continua assumendo che nelle date nelle quali il bollettino non è uscito (normalmente il venerdì e il sabato) il numero di degenti sia rimasto quello del bollettino precedente; per lo stesso motivo anche i decessi non si devono ritenere “del giorno”.
Lo scopo era quello di provare ad avere un’idea della dinamica intercorrente tra le tre variabili, positivi, ospedalizzati e decessi, tenuto conto (dati ISS del 16 dic. 2020) che il numero mediano di giorni tra l’insorgenza del sintomo ed il ricovero ospedaliero è 5, che quello tra il ricovero e il decesso è 7 e che, conseguentemente, quello tra l’insorgenza e il decesso è la loro somma, ossia 12. Tentativo naufragato: senza degenza media non si tira fuori un ragno dal buco: comunque, nel periodo considerato, le giornate di degenza totali sono state 12.174 per una media di 148; il numero di decessi totali è stato di 150, pari a 1,83 decessi medi al giorno.
Sulla mobilità residenziale e il boom di contagi immaginati dopo lisergica assunzione di erba cipollina da parte di giornalai della corriera della sera, ho già scritto. Anche sul “conto delle leggerezze che sono state certamente compiute a Natale e capodanno“, obiezione spannometrica dell’Amico del Popolo – il Rottenmeier provinciale in materia di covid-19 -, mi sono cimentato una prima volta.
Ma siccome sono passati i giorni necessari per avere un quadro definitivo di quel “conto” ecco, solo per voi, un secondo cimento: il grafico dell’andamento dei casi settimanali positivi al coronavirus in provincia di Belluno dal 1° novembre al 20 gennaio, affiancati ai dati di mobilità di google per i dispositivi android (dal 1° novembre al 17 gennaio). La “finestra” giallina è il periodo natalizio “delle leggerezze”, nel quale è possibile notare l’aumento della mobilità (con picchi vicini al 40% nei giorni di Natale, Capodanno e Befana). La finestra fucsia rappresenta invece il periodo, con una latenza di 12 giorni, dal quale ci si poteva aspettare una recrudescenza dei casi positivi.
Conclusione: se ci fosse stato un secondo “periodo natalizio”, contando di compiere le stesse “leggerezze certamente compiute” nel primo, avremmo raggiunto lo status di prima provincia al mondo SARS-CoV-2 FREE, una sorta di provincia decovidizzata (tenti però a l’avariante inglese eh, che paresse essere più cativa). Per quanto riguarda i dati di mobilità ripetiamoci: se c’è una correlazione è inversa: più ci si muove e meno ci si positivizza. Ma può anche essere l’influenza di Saturno.
(dati mobilità qui; dati coronavirus protezione civile qua)
Perdonatemi ma continuo a non dormire la notte pensando non tanto a come mai i bellunesi abbiano raggiunto vette mondiali nel numero di contagi, parliamo degli 850 casi settimanali per 100 mila abitanti, quanto alla sostanziale differenza dai contagi rodigini.
Sì, è vero, in questi ultimi 10 giorni i bellunesi e tutti gli altri venetici hanno deciso di convergere verso i polentoni doc polesani, tanto che al 18 gennaio in provincia di Belluno la media settimanale dei casi per 100 mila abitanti era di 245 e in quella di Rovigo di 185 (il rapporto, che fu anche di 3:1, è dunque sceso a 1,3:1).
Il CTSB, comitato tecnico scientifico bellunese, pur alacremente impegnato in questa ardita disputa scientifica, la più importante dopo la determinazione dei “veri” confini della Marmolada, non ha per ora espulso alcuna determinazione, pur avendo preso ampio campo l’ipotesi delle “leggerezze compiute durante il periodo natalizio”, che non sarebbero altro che la manifestazione tardiva delle leggerezze compiute nottetempo dai bellunesi dall’inizio di ottobre, momento nel quale la curva s’è improvvisamente impennata.
Neanche giunti al perché la curva si sia impennata verso l’alto, ecco che la curva si tuffa vertiginosamente verso il basso, creando un altro vuoto cognitivo.
Comunque, riguardo all’impennata verso l’alto, volessi manifestare questo dubbio:
“La nebbia è il prodotto interno lordo del Polesine”. Forse, dico forse, forse è nel prodotto interno del Polesine che va cercato il differente comportamento del virus. Il virus esce di casa per andare a rompere i coglioni ma, non vede nessuno e torna dentro. Chissà! Noi continuiamo a cercare…
(Balasso in Ercole in Polesine: nei primi 5 minuti circa si parla di nebbia…)
Il grafico dei dati della mobilità nel periodo 1 ottobre 2020 – 10 gennaio 2021 (i contagi sono invece fino al 13 gennaio) è estrapolato dai dati dei dispositivi android ecc. ecc. che ha in mano Google. Sono relativi alla provincia di Belluno ma le altre si comportano più o meno nello stesso modo: ma a noi interessa Bellunopia. Va tuttavia detto che tale grafico potrebbe essere quello del consumo di burro di arachidi dello stato dell’Iowa. Comunque, l’aumento vertiginoso di contagi dall’inizio di ottobre al 13 novembre non c’entra nulla con quel 5-6% di aumento della mobilità residenziale: si sono chiuse le case e bla bla (poi c’è anche il colpetto dato dalle RSA…).
Comunque, di boom dopo il periodo natalizio neanche l’ombra. C’è anche chi sta aspettando “il conto delle leggerezze che sono state certamente compiute a Natale e a capodanno” (Amico del Popolo 14 gennaio 2021); calcolando un 5 giorni di incubazione e qualche giorno tra tampone e conferma… diciamo che a 10-12 giorni dalla… ehm… leggerezza, “il conto” si dovrebbe già vedere: per il momento non si vede, ma attendiamo fiduciosi. Diciamo che più che boom di casi (vedi l’emerita testata corriera delle alpi) per ora sembra un moob di dati (per i più distratti, boom scritto al contrario).
In ogni caso, se qualcosa si può dire guardando al grafico è che all’aumentare della mobilità residenziale e delle leggerezze che certamente sono state compiute a Natale… il numero dei contagi si dimostra in calo. Poi, fate voi: del doman non v’è certezza, ma intanto…
In questo articolo della corriera delle alpi si mente spudoratamente. Nell’articolo si sostiene che “Il sospetto che il boom di positivi di questi giorni sia da mettere in diretta relazione con i ritrovi durante le festività natalizie, trova una matematica conferma dalla tracciatura di Google …”, ma non esiste nessun boom di positivi: i positivi nel bellunese saranno anche tanti, ma nel periodo considerato sono in costante discesa, come evidenziato dai dati della Protezione Civile. Qui invece i dati di mobilità: Dati Mobilità Google.