tra le montagne della Scozia: m’accontenterei d’andarci a piedi
(via il Post)
La Morandini no, ché la immaginiamo impegnatissima ad organizzare la prossima puntata del Labfest – #facce da letame – logica oltreché naturale continuazione di #facce da sfalci appena archiviata. Ma qualcuno – ora che anche il deserto di Liwa e la relativa oasi sono mappati su Street View – quelle riprese le dovrà pur fare (vedi l’Affondazione Sodomiti Unesco scopre Google Trekker).
Se non altro per sedare lo sconcerto del peones.
(al netto del fatto che quelli di Google non sanno distinguere un cammello da un dromedario: “Immaginate di essere seduti tra le gobbe di un cammello… “. A noi pare un dromedario, che ha sempre due gobbe, ma una si è evolutivamente ridotta al punto che quella che emerge è, appunto, una gobba. Inoltre, di stanza negli Emirati Arabi Uniti, solitamente, c’è il dromedario. Se proprio dobbiamo immaginare di essere tra le gobbe, be’, quelle del cammello non sono tra le prime…)
In un confronto dialettico un paracarro potrebbe avere buone chances e puntare ad uscirne vincitore:
… un progetto a 360 gradi che si parla sia d’inverno ma anche di estivo e anche adrenalinico.
Non c’è dubbio, con gli sci Kristian era tutta un’altra cosa. Cominciate col dargli una regolata alle valvole. E ricordategli che le Olimpiadi a Cortina si svolsero nel 1956, e non credo ci sia molta gente cui piacerebbe tornare “ai livelli top che era nel dopo olimpiade“.
Ricordategli anche che nel ’56 si pose la prima pietra dell’Autostrada del Sole, che la Francia concesse l’indipendenza a Tunisia e Marocco, l’Andrea Doria colò a picco nell’Atlantico, Nikita Kruscev al XX Congresso del PCUS denunciò i crimini di Stalin, l’Armata Rossa entrò in Ungheria… . E magari ditegli che è nato nel 1969.
E le valvole, insisto, regolategli le valvole!
(link al video completo – link al video ‘choppato’)
Questa volta sono arrivato stremato al rifugio che mi pareva d’essere uno dei due di Scemo e più scemo. Ma la prossima mi fermo su un pezzo di dolomia, sgancio Nixie dal polso e, se vi pare, ve la faccio vedere in tutta la sua naturalità.
Se googli stafenexpedition ti escono ora quattro risultati (cui si aggiungerà, una volta pubblicato, quello relativo a questo articolo) – esempio di perpetuazione dello strafalcione -, riconducibili alla medesima “multitestata” (nuovavenezia, tribunatreviso, mattinopadova, corrierealpi). Se invece googli strafexpedition di risultati te ne escono 66.000. Ovviamente c’è un chiaro perché.
Da una “rete” di quotidiani che ti esorta a riscoprire i monumenti dedicati ai caduti della Prima Guerra Mondiale… “Il Corriere delle Alpi invita i suoi lettori e gli studenti a riscoprire i monumenti dedicati ai caduti della Prima Guerra Mondiale“, che se ci fosse la possibilità vedresti sgorgare perfino le lacrime dal video…
[…] I nostri eroi, i nostri caduti: aiutateci a ricostruire una memoria collettiva, inviateci le foto dei monumenti sparsi nel nostro territorio e i nomi dei soldati vittime della Grande Guerra.
ti aspetteresti un “controllo redazionale” un po’ più efficace, se non proprio parola per parola almeno quando hanno un fondato valore storico. Perché lo “studel”, cari miei, non ha lo stesso sapore dello strudel.
(che poi, uno si domanda come si fa a definire invasori coloro i quali si sono difesi da un’aggressione: mi risulta, insomma, che a dichiarare guerra, quella volta, furono gli italiani che, peraltro, degli austriaci furono per lungo tempo alleati:
“La resistenza sul Piave ribalta le sorti della guerra, l’esercito degli invasori è sconfitto.”
Il bello, che in qualche modo connota i taliane, viene allorquando, e qui bisogna ringraziare il Corriere per la chicca regalata con arguzia ai lettori, …
“A Villa Giusti il generale Diaz annuncia la vittoria dell’Italia e la disfatta degli austriaci. Alla fine del testo c’è scritto: firmato Diaz. Così a molti bimbi nati quell’anno fu imposto il nome di Firmato in onore di un generale che si chiamava Armando.”
E vissero felici e contenti fino alla … seconda guerra mondiale. La terza è in corso e Angela la sta vincendo di brutto: corsi e ricorsi della Storia).
(il diavolo si nasconde nei dettagli)
“Non posso credere nemmeno per un attimo che Dio giochi a dadi!”, diceva Albert, mentre Niels gli rispondeva “Piantala di dire a Dio che cosa fare con i suoi dadi.”. Va riconosciuto che anche questo dialogo prendeva le mosse dall’indeterminazione. Ma passi per una particella che più o meno riottosamente non ti vuol far sapere dov’è, se pretendi di sapere anche che velocità ha (e viceserva).
Qui però ne va della stabilità psicofisica di tutta la provincia, proprio ora che stanno spingendo a fondo per trovare il puzzone. Uno capisce che in piena estate una certa effervescenza nel corso della giornata ci può essere, e alle tre del pomeriggio accetta anche il temporale che non hai espressamente previsto, ma con tutti quei satelliti che girano sopra le nostre teste (che in numero superano i sindaci idiotoidi – quindi capite che sono numeri di tutto rispetto), tenuto conto che la stagione ha in termini di turbolenza, ora, la stessa focosità che può avere una zitella in menopausa, un po’ di precisione in più non guasterebbe.
Quindi, per tornare a noi, ci chiedevamo: ma le previsioni, lì all’Arpav, le fate coi dadi o sono solo la conseguenza di un uso disinvolto di erba cipollina?
(là fuori la giornata è di un grigio che il grigio pantone di riferimento sembra un arcobaleno; quella del “rientro di nuvolosità che potrà limitare maggiormente il soleggiamento, ma perlopiù senza fenomeni” … mo’ me lo segno; dettaglio luciferino: “Precipitazioni. … sulle Dolomiti … non escluse del tutto deboli o debolissime precipitazioni fino al pomeriggio (30%); com’è che chiami quel 30% di probabilità di precipitazioni, che per te che le vivi è il 100%? Dannata sfiga! Ma è lì che si nasconde il diavolo. Morale per chi legge le previsioni: guardare “oltre le icone”. Morale per chi le fa: tenersi sempre una porta aperta (pararsi il culo per almeno il 30%))