il ferry boat e la nebbia fissa
Quando chi scrive è un lagunare autoctono (giustamente ancorato alle tradizioni linguistiche), te ne accorgi subito: nebbia fissa. Fosse stata semplicemente fitta, forse non sarebbe successo niente.
Quando chi scrive è un lagunare autoctono (giustamente ancorato alle tradizioni linguistiche), te ne accorgi subito: nebbia fissa. Fosse stata semplicemente fitta, forse non sarebbe successo niente.
Che sia fuoco non c’è dubbio, ma dalla parte opposta alle Marmarole, diametralmente. Provate col Moro, il caffè intendo; il caffè del Moro che vale un tesoro (e senza correzioni con grappini o ombre). Se non altro l’integrazione “turistica” con Lorenzago procede (per lo più all’insaputa degli attori, ma procede).
Vi prego, lì in Sudtirolo, lasciate perdere questi “strudel” autoinflitti (cosa diversa è il confezionamento di Storiedavivere). Capisco il bisogno di volare basso per coinvolgere il volgo pagante, ma qui state rasentando la terra. Ché, se solo qui in Centro Cadore riprendiamo la cruda realtà, in termini filmografici vi schiacciamo come moscerini.
“[…] abbiamo assemblato tutti i video che abbiamo ricevuto in un grande film: un kolossal interamente dedicato all’Alto Adige!”
Be’, se questo è il trailer, non oso pensare a come dev’essere il kolossal.
Egregio Achille Da Pra, poliziotto locale di Lozzo West,
che dire?
tu sei bello e ti tirano le pietre, tu sei brutto e tirano le pietre,
ma soprattutto (da intendersi in termini di solidarietà, in particolare quella che dovrebbe venire dalle “istituzioni”…)
il giorno che vorrai difenderti vedrai che tante pietre in faccia prenderai.
Tuttavia, pensandoci bene, preferisco il detto attribuito a Benito Mussolini:
Molti nemici, molto onore!
Incendio di “avvertimento” al vigile:
«Perché faccio rispettare la legge»E’ la terza volta che ignoti danno fuoco alla sua catasta di legna
«Tre anni fa tentarono di incendiarmi anche la baita»LOZZO – Errare è umano. Perseverare è diabolico. Incendiare è sicuramente doloso. Forse intimidatorio. Una catasta di legna è andata a fuoco giovedì 29 ottobre a Lozzo di Cadore, poco fuori dal centro abitato, lungo la stradina che sale verso Pian dei Buoi. Un quintale di tronchi ben tagliati per la stufa, di proprietà del vigile urbano di Lozzo. E non c’è ombra di dubbio che sulle fiamme pesi la dolosità di una o più mani decise ad appiccare volontariamente l’incendio. Perché per ridurre in cenere una catasta di simili proporzioni, per di più sotto una pioggia battente, non basta un mozzicone di sigaretta gettato casualmente. E poi, perché il vigile di Lozzo, Achille Da Prà, non è nuovo ad esperienze del genere: negli ultimi anni, le sue cataste di legna sono bruciate tre volte.
[…]
Veri e propri atti intimidatori, che vanno avanti da tempo. Anzi, fin dall’inizio della carriera di vigile urbano del signor Da Prà. «Ho cominciato a fare il vigile a Lozzo nel 1983. Nell’autunno di quell’anno trovai le gomme della mia auto tagliate. Tutte e quattro. So perché mi fanno questo: perché faccio rispettare la legge. Non mi spavento, anzi vado avanti. Continuo con la mia professionalità».(leggi tutto su il Gazzettino)
Transito ISS: tra un’ora (mi dispiace ma me n’ero scordato…) luminosissima e a 86° d’altezza; ma anche domani è sui 28° e abbastanza luminosa (magnitudine -1.5) e il 23 ottobre a 48° e magnitudine -2.4 (più luminosa del 22 ottobre); per gli orari e la direzione di transito date un’occhiata alle immagini sottostanti.
Non si capisce se il virgolettato che segue sia da attribuire a tale Umberto Martini – che già in passato, qui sul BLOZ, ha dato dimostrazione di ottime qualità circensi (vedi qui e anche quo) – o se è voce dei “presidenti bellunesi”, ma non ha alcuna importanza alpina.
Discorso chiaro, limpido, che non fa una piega (ridotto per voi a “frase per frase” per un impatto emotivo meno anestetizzante):
La posta in gioco – ricordano i presidenti delle sezioni bellunesi – è stata descritta dal presidente generale Umberto Martini in termini molto chiari nel suo intervento all’assemblea dei delegati di Sanremo di maggio 2015.
«Dobbiamo dibattere sull’attualità delle nostre proposte verso la società odierna.
E’ ancora valido il nostro modo di operare?
E’ ancora appetibile, in particolare per i giovani?Il Cai oggi come oggi ha urgente bisogno di adeguarsi ai cambiamenti,
sempre più veloci,
per rendere più incisiva la nostra presenza,
l’organizzazione del sodalizio e la nostra offerta di servizio alle modificate esigenze senza rinunciare alla nostra identità,
o diluendoci nei cambiamenti,
ma ricercando una più attuale incidenza del nostro modo di essere».
Quindi? Che fate? Qualche esempio no eh?
(altro esempio di fuffa tratto da altro generatore automatico di fuffa:
Cari Soci, il nuovo modello dell’attività dell’organizzazione contribuisce alla preparazione e alla realizzazione del sistema della partecipazione generale.
Non è indispensabile argomentare molto il peso e il significato di questi problemi, giacché il nuovo modello dell’attività dell’organizzazione ostacola l’apprezzamento dell’importanza delle condizioni finanziarie e amministrative esistenti.
Tuttavia, non dimentichiamo che il nuovo modello dell’attività dell’organizzazione ostacola l’apprezzamento dell’importanza delle attitudini dei membri delle organizzazioni nei confronti dei propri doveri.
La tutela dell’organizzazione, ma soprattutto l’avvio dell’azione generale di informazione delle attitudini contribuisce alla preparazione e alla realizzazione delle direzioni di educazione nel senso del progresso.)