curiosando
il senso di Kompa per la ‘comprensibile posizione di Vienna’
C’è arrivato anche lui. Per darsi un contegno europoide, su questi argomenti aveva ululato più volte alla luna, qui per esempio; al seguito aveva scodinzolato anche l’altissimo levissimo; avevamo anche sottolineato che in Austria, alle parole, preferiscono i fatti. Ora è giunto il ravvedimento:
Kompatscher: “Migranti, comprensibile la posizione di Vienna”
Il governatore altoatesino: “Sul tema serve un cambio di rotta da parte dell’Unione Europea”
BOLZANO. «Dobbiamo cambiare rotta. Serve una svolta della politica comunitaria per la gestione dei migranti». Lo ha detto il governatore altoatesino Arno Kompatscher in riferimento all’annuncio di Vienna di voler disattendere il piano di ricollocamento.
«La posizione di Vienna – ha aggiunto – in un certo senso è comprensibile, visto che i numeri in rapporto agli abitanti sono nettamente sopra la media europea e anche sopra la media italiana». […]
Metto in evidenza:
…visto che i numeri in rapporto agli abitanti sono nettamente sopra la media europea e anche sopra la media italiana»
Come volevasi dimostrare (vedi questo articolo e grafico qui riproposto).
Singolare che te la vada a prendere con gli austriaci che, costretti dal colabrodo talian devono tirar su barriere, quando di là hanno già accolto tre volte tanto (Austria 27,1%) gli immigrati (come quota di immigrati e loro figli nati nel paese accogliente) rispetto a quanto hai fatto tu (Italia 9,4%), tenendo conto che la media OECD (34 paesi) è di 22,2%.
altre azzurrità…
Panoramica 360° dedicata a Lozzese curioso 2 che su Un passo dal cielo 4 in Val di Funes… così commentava: “…altro che la veduta sbiadita del fondovalle da Col Rosolo…“, riferendosi al post tanto gentile e tanto azzurra pare nel quale si può ammirare l’effetto pm-10 lungo la vallata Centro Cadore (19 marzo 2017).
La panoramica qui proposta è stata colta la settimana prima (12 marzo 2017) dal Monte Verna, il colle “dirimpetto” al Colrosolo (o Col Rosolo), a un tiro di schioppo da questo. L’atmosfera era un po’ più briosa e la velatura è risultata quindi di tipo “classico” (da umidità) con una nota di pm-10.
(chi fosse interessato agli oronimi principali può scorrere la panoramica su Alpen-Panoramen (dove anche la definizione è migliore), cliccando su Markers on/off (ma anche su Owerview o su Labels) e posizionando il cursore sul quadratino rosso)
Un passo dal cielo 4 in Val di Funes…
(nota di colore)
E’ finita: Un passo dal cielo 4 ha chiuso in bellezza (24.5% di share) la quarta stagione. Inciampo sul profilo twitter della fiction ecchettevedo? Ti vedo l’immagine “di copertina” della Val di Funes con le Odle. E allora mi chiedo: se tutto l’ambaradan gira attorno al lago di Braies e al paese di San Candido, quest’ultimo ripreso e richiamato nel corso delle puntate con insistenza petulante, che c’azzecca la Val di Funes con le Odle che, da San Candido, distano in linea d’aria una quarantina di chilometri?
Vabbe’ che è tutta la Sudtirolia ad aver sganciato i bes per vedersi promossa in tivvù, ma almeno nel profilo della FanPage l’immagine è quella del lago di Braies con la mitologica palafitta.
tanto gentile e tanto azzurra pare (la vallata centro-cadorina)
Da Lozzo, intorno alle 10, guardando sia verso Doana che lungo la valle, pareva d’essere in una sorta di Borgo Celeste: un tripudio di pm… Qualche ora più tardi, in quel di Doana, dalla sommità del Colrosolo, ecco la vallata centro-cadorina: tanto gentile e tanto azzurra pare…
(anche domenica scorsa era velata, ma gnanche l sal…)
con immutato affétto… (bruson la vecia)
Che volete, so’ ragazzi, ragazzi de città (…a cosa ci porta la diaspora dei cadorini lontani!).
Prima era “preparon panin“: dialettizzazione di prepariamo, o italianizzazione di parecion. Un errorino folcloristico, diciamo. Non suonava bene, era un po’ tirato per i capelli, ma poteva anche andare. Vedo ora che hanno provveduto con decisione alla correzione: benon. Tuttavia, se tanto mi dà tanto…
ci sarebbe anche Pradéle allora (anche accettando la grafia tutta minuscola). Pradéle, con la é (quella di perché). Magari i comeliani la pronuncerebbero istintivamente così, ma…
se proprio dev’essere, che sia pradèle
con la è
(regola n°34: se non sei costretto, e qui non lo sei, non usare l’accento)
Visto che ci siamo: n’ pradele sta per “in pradele”, sicché l’apostrofo, casomai, va prima non dopo la “n”: ‘n pradele (stessa regola per il successivo n’ tra, che comunque può fare parola a sé, ntra, senza apostrofo).
(ma anche qui, regola n°35: se non sei costretto, e qui non lo sei, non usare l’apostrofo)
Passi “da la siera”, ma sarebbe “da da siera” (anche “da de siera”). Detto questo, trovo poi simpaticissime quelle “k” (al posto del “ch”), fors’anche stravaganti, direi quasi etniche, mascolinamente celtiche. Approvo questa nota di colore, quasi una firma, un segno distintivo (anche se formalmente la cappa non esiste nella grafia ladina corrente, ma nessuno c’impedisce di usarla).
Con immutato affetto (non si vede ma, diversamente da quello usato nel titolo, questo affetto è con la “è”)
(mettendo da parte i formalismi e volgendo lo sguardo ai “significanti”, mi accingo a sollevare un ultimo dubbio di “genere”: Porteve davoi la femena… (senza trascinarla per i capelli, par di capire), non vi sembra che, pur esprimendo un genuino pathos ladino, possa avere un (pur recondito) connotato sessista? Sapete com’è, con le mutate sensibilità d’oggi…)