Ecco perché il K2-ista AleDanno, così è ormai conosciuto a Rrroma dopo l’arrivo della neve al Colosseo, avrebbe dovuto capire che fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio, anche dei previsori meteo.
Dunque, il sito Arpav Dolomiti Meteo dava, lunedì sera e quindi martedì mattina (oggi) intorno alle 10 le seguenti previsioni. Come si può notare si fa riferimento a “con possibilità di deboli nevicate, più probabili in quota oltre i 1200/1500 m (60/70%)” ed ancora, “si tratterà di 2/7 centrimetri di neve fresca in quota e nelle zone esposte e di tracce o solo di qualche fiocco portato dal vento altrove“.
Trattandosi del bollettino meteo relativo alle Dolomiti, quando si parla di “in quota” non ci si riferisce ovviamente a 800 m slm. Questa notte, a 800 m slm “al l à poiada” e la misura del soffice manto, mestamente paracadutatosi a terra, è giunta a 9 centimetri (nonostante il vento): secondo i previsori avrebbe dovuto trattarsi di qualche fiocco portato dal vento. Sono previsioni, bellezza.
L’altra volta, quella volta lì, quando sui cartelloni, insomma, (Madonna di Campiglio) sssstt! … l’altra volta sì era stata una gaffe. Ma questa volta NO, NON CI STO !!! Il mancinismo di Cortina non è una gaffe, è un inchino alla creatività.
Sono due mani “sinistre” che si stringono, e allora? Non ne abbiamo due di mani, da sempre, e non le usiamo tutte e due. C’è qualche differenza quando sciamo? quando arrampichiamo? quando nuotiamo? Be’ sì, quando scriviamo diamo la preferenza alla destra, perlomeno quel 90% di persone che non fanno parte dei “mancini”. C’è poi una quota parte (4%) della popolazione che è indifferente a questa curiosità umana, essendo ambidestra, una comodità straordinaria.
Il 13 agosto è la Giornata Internazionale dei Mancini: peccato, se fosse caduta in dicembre o in gennaio sarebbe stato meglio. Ma non disperiamo.
Allora, siete in grado di capire che mentre quelle due mani sinistre si stringono, le destre fanno qualcos’altro? E che cosa possono fare? Batti cinque, per esempio, oppure sostenere una fiaccola, una coppa, una bandiera, salutare il mondo “Hello World”. Oppure ancora articolare il dito medio a comporre una nota posizione, un francesismo posturale, all’indirizzo di, sempre per esempio, l’Agenzia delle Entrate ed il gran ciambellano Befera. Sì, credo proprio che sia così. Augurandoci che sia di buon auspicio per una grande … Cortina 2017.
Franco Bechis di Libero Quotidiano ogni tanto si diverte. Il ministro del turismo Gnudi già si era segnalato per voler accentrare a Roma non meglio definite e determinate attività di coordinamento che il governatore del Veneto Zaia così aveva commentato:
‘In particolare – prosegue Zaia – il professor Gnudi sta teorizzando che il turismo gestito da Roma e dalla burocrazia di palazzo sarebbe piu’ efficace rispetto all’azione svolta dai territori. Ci invita a sparare sulla Croce Rossa. Poiche’ non siamo ingenerosi non ricorderemo ad esempio al professor Gnudi l’incomparabile figuraccia planetaria fatta dal celeberrimo sito che avrebbe dovuto promuovere il sistema Italia. Dall’Oceania al Polo Nord, dagli esquimesi al popolo Maori, stanno ancora ridendo di noi”
Non è dato sapere se Zaia facesse riferimento al floppone del ministro Rutelli o a quello della rossa Brambilla, però il governatore ha ragione sul fatto che “stanno ancora ridendo di noi”. Ad ogni buon conto, Bechis ritrae un volo pindarico del professor Gnudi di tale audacia che ad altri non riuscirebbe neanche dopo essersi fumato un metro e mezzo di canna. Il ministro prefigura infatti una sorta di stargate che permetterebbero ai cinesi, nell’arco di una sola giornata, di giungere a Milano, comprarsi la madunina, e riprendere il viaggio verso nuove e più eccitanti mete. Forza Gnudi che vai bene. Qui il video.
Prima ancora che argomentazioni di carattere tecnico (che vedremo in un prossimo articolo), che Monti menta sapendo di mentire lo si vede dalla mimica facciale. Seguite il video nel quale il PdC è intervistato a La7 da Lilli Gruber durante la trasmissione Otto e mezzo del 20 gennaio 2012, e vi accorgerete di quanto e come indugi “sapendo di dirne una grossa”, anche se alla fine il tono di voce torna rassicurante.
Insomma, pur agganciandosi a previsioni dell’Ocse e di Bankitalia, il Nostro si lascia ad una profezia per la quale se l’Italia arriverà ad un grado di apertura e flessibilità pari agli altri paesi, aiutata in questo dal decreto appena varato, potrà conseguire un aumento di produttività del 10% che determinerà un pari aumento del PIL.
Ora, per quanto ne so il PIL è vincolato certamente alla variazione della produttività, così come a quella dell’indice di occupazione. Per aumentare il PIL non ci sono altre strade che aumentare la produttività oppure l’occupazione (facendo lavorare le stesse persone per più tempo o facendo entrare nuove persone nel mercato del lavoro). Quindi dobbiamo sperare che, stante l’aumento di produttività profetizzato, non ci capiti di essere spettatori di una contrazione dei posti di lavoro attualmente operosi (altrimenti definita licenziamento, sarebbe una vera e propria sfiga).
Certo, a poche ore dalle velenose dichiarazioni del FMI per bocca della sig.ra Lagarde, che vede un 2012 con un PIL in calo del 2%, sentire il PdC che fa previsioni sull’aumento della produttività a doppia cifra, ti fa venire qualche dubbio sul tasso alcolemico del Professore. Ed è pur vero che il Nostro non ha fatto alcun cenno al numero di anni che dovrebbero servire per concretizzare una crescita di sì epocale portata, cosicché se ne potrebbe parlare fra due o tre lustri. Tuttavia, dette da un bocconiano, queste affermazioni mi sembrano tanto tanto politiche.
Mi pare fosse stato Gianfranco Miglio a dire che un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista, ossia un politico di rango, pensa alle prossime generazioni. Neanche per Monti, mi pare, ci sarà spazio in quest’ultima categoria. Ma posso sbagliarmi e, se per caso il PIL schizzerà al 10% a breve, mi cospargerò il capo di cenere e mi darò due sonori ceffoni per aver dubitato.
Ciò che registro, invece, è la totale compiacenza della stampa che sorvola su quella che è una boutade del PdC. Il Sole 24 Ore, la Stampa, il Corriere della Sera e probabilmente la Repubblica hanno accolto la profezia senza colpo ferire. Se l’avesse detta lui, il Berlusca, questa cosa del 10%, a quest’ora sarebbe sbeffeggiato sulle loro prime pagine. Se è Monti a dirla, invece, al più “stava scherzando”.
(il brevissimo video proposto riguarda il momento in cui Monti parla del 10% di aumento della produttività e del PIL ed è tratto da questo video postato da La7)
MPS Marketing Research ha svolto un sondaggio telefonico ad ampio spettro per Veneto Stato (sondaggio completo in pdf: scarica). Fra le domande poste vi era:
“In caso di un referendum sull’indipendenza del Veneto, quale sarebbe il suo voto?”
La penetrazione del voto “SI” nelle singole province ha visto quella di Belluno tributare il 65,4% dei voti. Dai che ci siamo, dai che sembra che si sia accesa una lucina là in fondo al tunnel. Dai che diamo una spallata al sistema che ci soffoca. Straordinario, naturalmente, il risultato riguardante la possibilità di pensare ad un Veneto Indipendente. Ma quello che mi conforta più di qualsiasi altra cosa è valutare l’insorgenza dei bellunesi: dietro questi dati dovrebbe nascondersi una esplosiva voglia di Autonomia. Ci vuole ora un Movimento che aggreghi queste scintille e le faccia diventare un falò di proporzioni gigantesche.
E’ cominciato ieri sera a mezzanotte il blocco totale della Sicilia. Un’occupazione pacifica di tutti i principali porti, raffinerie e snodi viari dell’Isola. Tutti i punti di snodo sono presidiati dai protagonisti dei movimenti che, da oggi fino a venerdì 20 gennaio, daranno vita a quella che è già stata ”battezzata’ le “Cinque giornate della Sicilia”.
Una battaglia culturale e sociale portava avanti da imprenditori che operano in tutti i settori dell’economia isolana. Dai trasportatori agli agricoltori, dai commercianti ai piccoli industriali. Tutti uniti nella lotta per una Sicilia migliore. E, soprattutto, non vessata dal caro-prezzi.
Da stamattina – anzi, in alcuni casi da ieri sera dopo la mezzanotte – i Tir, da quelli che trasportano benzina a quelli che trasportano prodotti agricoli e altri prodotti ancora, hanno spento i motori. Tutto fermo. Tutto bloccato. Come già accennato, una “Rivoluzione”. Pacifica, ma più che mai determinata. Anzi, determinatissima.
“La rivoluzione parte dalla Sicilia”, si legge nei manifesti “non una guerra tra poveri, ma una guerra insieme contro questa classe dirigente che ancora una volta vuole farci pagare il conto. Vogliamo scrivere una pagina di storia e la scriveremo. Siamo siciliani veri ed invendibili. Ora il gioco comincia a farsi duro”.