cronache-lozzesi
mamma, mi si sono allungati i sentieri…
Premetto che non mi passa neanche lontanamente per la testa che Eugenio, nel redigere la pagina della sezione Cai (toh guarda, nell’intestazione non c’è più il profilo del rifugio Ciareido…) ospitata dal bollettino parrocchiale nel suo ultimo numero “S. Natale 2018”, abbia voluto allungare i sentieri alpini che dice essere sette per un totale di 35 km di lunghezza (avrà trovato i relativi dati da qualche parte…).
Sul territorio di Lozzo i “sentieri alpini”, quelli per intenderci che sono riportati sul catasto regionale sentieri, sono 7 per un totale di 35 km di lunghezza.
Pur di fronte all’evidenza che la lunghezza dei sentieri è un elemento che passa assolutamente in secondo piano rispetto alla orgogliosa attività di recupero della loro percorribilità, che ognuno avrà modo di leggere ed apprezzare, mi sono sentito chiamare in causa, anche se indirettamente.
Infatti, se su Google digito “lunghezza rete sentieristica lozzo“, come primo risultato a me appare questo (anche senza l’account google attivo):
Come si vede Google fa riferimento al post “197” del sito lozzodicadore.eu, da me scritto nel 2009 (ecco il perché della chiamata in causa), che ha come argomento il pieghevole degli “Anelli e Vie di Lozzo di Cadore” (realizzato e stampato nel 2006). Ma anche DuckDuckGo… ma anche Yahoo… ma anche Bing (eccoli assieme appassionatamente): tutti e tre hanno come primo risultato lo stesso post, il “197”. Google, diversamente dagli altri, ci mette “l’aggravante” dell’excerpt, dell’estratto: “L’escursionista può quindi contare su una rete di percorsi che raggiunge la lunghezza…” seguito da “(CAI 29 km, Anelli e Vie 56 km, Sentieri Antichi Minori 33 km)“.
Forse che dal 2006 quei sette sentieri alpini si siano in qualche modo allungati stirandosi fino a 35 km? Lo escluderei. Anche perché, per finalità OpenStreetMap, ho da poco finito di ripassare uno ad uno i 110 sentieri della rete centrocadorina e credo che me ne sarei accorto 🙂 .
Confermo, quindi: i sentieri alpini inseriti nel catasto regionale sono ancora sette e il loro sviluppo sul territorio comunale di competenza è ancora di 29 km.
C’è un ottavo sentiero, alpino anch’esso, l’Amalio Da Pra, che però è inserito nella categoria “attrezzati” e per la parte a sud di “avvicinamento” si dilunga per 1,8 km: con questo saremmo a 31 km. Va poi ricordato, visto che ci siamo, che quella rete di 29 km fa riferimento a sentieri (alpini) “logici”, composti solo in parte da sentieri “fisici”: infatti si contano 8,9 km di strade praticamente camionabili e 5,7 km di strade silvo-pastorali (comunque carrozzabili con idonei autoveicoli) per un totale stradale di 14,6 km. Di sentieri… “sentieri”, perciò, ne restano per una lunghezza di circa 15 km (tre-quattro ore di cammino). Così è, anche se non vi pare.
4 novembre 1918 e la Grande Guerra finì anche da noi
Segnalo gli orari nei quali Telebelluno trasmetterà uno speciale sugli ultimi giorni della Grande Guerra in Cadore, con immagini rare, filmati e testimonianze dal titolo:
4 novembre 1918 e la Grande Guerra finì anche da noi
di Giovanni De Donà e Corrado De Martin.
ORARI MESSA IN ONDA SU TELEBELLUNO (LCN 10):
- Domenica 09/12/2018 alle ore 15.00 c. e alle ore 20.30 c.
- Lunedì 10/12/2018 alle ore 11.35 c.
- Martedì 11/12/2018 alle ore 16.10 c.
(a margine di questo post di servizio, penso a quanto dichiarato dalla sezione del CAI di Lozzo nel bollettino parrocchiale pasquale del 2015:
[…] Sarebbe opportuno inoltre, approfittando della ricorrenza del centenario della prima Guerra mondiale far conoscere e valorizzare le fortificazioni di Col Vidal portate alla luce negli anni scorsi dai volontari con la collaborazione del CAI, coinvolgendo nella prosecuzione di questo ambizioso progetto anche altre associazioni e realtà locali.
Nel migliore dei casi buoni propositi, nel peggiore bale del nono! Risultato a quattro anni di distanza: nulla, nada de nada. Tralascio qui le considerazioni che feci allora su una qual forma di incauto autolesionismo da parte del Cai.
Qualcosa di nuovo da parte mia? Il Parco della Memoria di Pian dei Buoi è ora su OpenStreetMap e un video sul Parco della Memoria. C’è poi il “vecchio” sito del PdM: qui la mappa del medesimo.)
ricognizione schianti da vento: come georeferenziarli con semplicità
Tra le diverse possibilità, oltre a quella già illustrata a suo tempo qui, c’è quella… fotografica illustrata qui.
Post ciclone Vaia: ma dove vai se la strada non ce l’hai?
Ma dove vai se la strada (silvopastorale, boschiva, pista forestale) non ce l’hai? Da nessuna parte; non vai da nessuna parte!
Tu chiamalo se vuoi “ciclone extratropicale”. Ma anche “ciclone mediterraneo”. Per gli amici, “Vaia”. La Matrigna Terra (ogni tanto la Madre s’incazza) s’è scaccolata appena. Uno starnuto qui, uno là… e giù tutti per terra. All’Evoluzione glielo ho detto un sacco di volte: “Vergognati! Come hai potuto dar vita ad una pianta così ignobile, così infame come il pezuó, peccio, abete rosso?”. Se a questi qua gli fai “buu”, cadono a terra come le capre miotoniche (solo che quelle dopo un po’ si rialzano).
Vaia, dunque, nella notte del 29 ottobre 2018 ha raso al suolo quantità industriali di pezuó (ove sì, ove no). Il solito noto e diffuso fenomeno ma, questa volta, a scala gigantesca. Per avere un’idea di ciò che è accaduto si può partire da qui per la situazione locale e da qui per una visione più generale.
Come corollario si fa notare che secondo la ben nota legge di Murphy se una pianta – che ha “360” possibili direzioni di caduta – può cadere su una strada o sentiero… cadrà proprio lì. Tutto questo per dire ciò che è ovvio: se c’è una strada (silvopastorale, boschiva, pista forestale) preesistente, il recupero del bosco “alle condizioni originarie” è impresa che, con mezzi adeguati (senza ricorrere alle super corazzate austriache…), si può affrontare con professionalità, efficienza ed efficacia.
Se la “strada” non c’è… che si fa?
(nel video l’apertura della strada de Sorasale tra la centralina e il tabià de chi de Bedin, oltre al tratto laterale che giunge fino al tabià de muro de Mosè ; qui la foto sferica di un suo tratto, qui la versione corta del video)
bilancio demografico del Centro Cadore a luglio 2018: Lozzo e Vigo alla riscossa
Come altro definire, se non come riscossa, il saldo totale del +8,2‰ del bilancio demografico a luglio 2018 di Lozzo di Cadore? Se solo si torna al lugubre -27,5‰ del 2016 o anche al -8,2‰ dell’anno scorso (pari periodo: gennaio-luglio), quello di quest’anno appare infatti come una fulgida riscossa, da attribuire ovviamente al saldo migratorio, +10,5‰ (+14 persone), tenuto conto che quello naturale è pari a -2,2‰.
(naaaa: a mio parere è solo, come si dice in finanza, il rimabalzo del gatto morto)
Anche a Vigo s’è fermata l’emorragia, saldo totale +4,3‰, così come a Lorenzago, +3,6‰. Perarolo precipita invece a -45,7‰, seguito da Domegge con -16,7‰, Calalzo con -10,0‰ e Auronzo che chiude la serie a -4,5‰. Il Centro Cadore ha un saldo totale di -4,6‰ (-4,0‰ il saldo naturale e -0,6‰ quello migratorio). La provincia di Belluno perde 550 persone per un saldo totale di -2,7‰.