di Cagliostro
Il 25 Maggio prossimo anche gli abitanti di Lozzo rinnoveranno (?) il Consiglio Comunale e sceglieranno il nuovo (vecchio?) primo cittadino. Perché questi punti di domanda fra parentesi? E’ presto detto! Non si sa (“non v’è certezza” direbbe il poeta) se il decreto Delrio verrà approvato in tempo con la prevista cancellazione del blocco dei due mandati consecutivi e la reintroduzione dei vecchi, più ampi limiti nella composizione di Consiglio Comunale e Giunta. Ma se anche il buon Delrio non ce la facesse, le mie parentesi sono comunque un pleonasmo nel senso che “l’homo politicus” resterà in sella in ogni caso e guiderà la compagine attraverso qualche suo buon uomo compiacente, che si assiderà nominalmente al suo posto ma dovrà necessariamente subire l’influsso decisionale di una personalità così ingombrante ed..autorevole.
Quindi, è vero che si chiude un decennio ma non si tratterà di un punto fermo, di un girare pagina definitivo; la pagina è scritta (scarabocchiata) soltanto a metà, l’altra metà è in bianco ed attende di essere scritta, ahimè, ahinoi, quanto meno per un altro decennio. Non si tratta di un semplice maleficio per il nostro paese, si tratta di una valutazione cruda e netta della realtà , di conseguenza, le conclusioni si possono trarre celermente. Perché un giudizio così tranciante? Semplicemente perché solo una piccola parte del nostro corpo elettorale è solita documentarsi sull’operato di chi siede sugli scranni di Palazzo Venzo. Parlo di chi, ovviamente, esercita il diritto di elettorato attivo, escludendo cioè chi marina le urne.
Per il resto, si tratta di cittadini elettori che frequentano i seggi ogni 5 anni con una certa nonchalance, trovano stucchevole informarsi sugli atti di giunta e di consiglio e, pertanto, fanno ricorso a una delega fiduciaria in bianco, forti della convinzione che trattasi di eligendi ‘probi viri’, ossia di uomini virtuosi, che per lo più frequentano la chiesa, che sono altruisti, disinteressati, prodighi nei confronti del prossimo, tutti dediti alla promozione del bene comune, amanti della terra natia (o terra di elezione, magari per meriti… sponsali). Ci sono infine i bevitori “dei vuove de dugo”, quelli cioè che credono ciecamente alla Pravda locale, il così detto Bol-Com, Bollettino Comunale, stampato a spese della intera Collettività, voce della sola maggioranza, distribuito dal personale in pianta organica dell’Ente e molto, molto, troppo autoreferenziale ed autocelebrativo (di che cosa, poi, è tutto da vedere). Ecco perché il potere oligarchico ha trovato da noi un humus così fecondo!!
Ma sarà poi giusta ed opportuna la delega fiduciaria? Sarà credibile un tale modo di fare, almeno in riferimento ai giovani, che dovrebbero essere, visti i tempi procellosi che attraversiamo, i più disincantati e i meno creduloni? Sarà poi vero che tutto questo incenso usato dai vari turiferari sia dovuto a veri meriti dei detentori dei ‘pubblici uffici’ o non, piuttosto, sinonimo di adulazione mista a dabbenaggine, ipocrisia e soggezione al ‘potere’?
In questi 10 anni spesso mi sono sorpreso a pensare: “forse è la mia intransigenza, il mio spirito un po’ calvinista che mi fa giudicare in modo prevalentemente negativo l’operato di lor signori in questo lungo lasso di tempo”. Ed allora vado ad analizzare, con molto scrupolo, con distacco ed in modo il più possibile asettico ed oggettivo, gli atti salienti di questa compagine amministrativa, sforzandomi di trovare validi giustificativi e motivazioni commendevoli a supporto di una azione che dovrebbe sempre ispirarsi ad una visione alta del Bene Comune, essere cioè aliena da ogni forma di concezione oligarchica e manichea del ‘Potere’.
Potere che, per sua stessa natura, tende sovente, nel medio/lungo periodo, ad incrostarsi di autoreferenzialità e di distacco da una corretta visione di compiti e mansioni di un amministratore pubblico degno di questo nome (le cui principali caratteristiche dovrebbero essere quelle di soggetto serio, competente, compreso fino in fondo della sua missione di servizio). Per quanto però riesca a ricordare, andando a ritroso nel tempo fino al Maggio 2004, il mio sforzo di dare un voto positivo alle azioni messe in campo da questi signori, riesce alquanto problematico. La prima legislatura ha visto mettere nel carniere un numero di provvedimenti ben più numerosi di quelli attuati nel corso del secondo mandato, ciò a motivo anche della crisi economico-finanziaria intervenuta negli anni 2008/2009, con vincoli e limitazioni pesanti soprattutto sulla operatività degli Enti pubblici.
Tuttavia, sono proprio quei provvedimenti, che ad un osservatore superficiale potrebbero apparire opportuni e meritevoli di plauso, a suscitare perplessità e riserve non peregrine in chi guardi alle cose con maggior attenzione e senza intendimenti da…’turiferario’. Sono i modi di attuazione, la mancata valutazione sul rapporto costi/benefici, le scelte tecniche ed operative messe in campo al fine di raggiungere un obiettivo purchessia che lasciano basiti. Anche se non sono esenti molte riserve di merito rispetto a certe scelte di fondo e ad una attuazione programmatica via via aggiustata con decisioni di eclatante, non lodevole impatto.
Ma ancor più rimarchevole è il fatto che alcune determinazioni non hanno tenuto, e tuttora non tengono, in alcun conto il principio del bene collettivo, il rivolgersi cioè alla totalità degli amministrati, o, quanto meno, ad una ampia platea di beneficiari, peccato questo fondamentale che trascura il principio fondante e basilare di qualsivoglia legge e/o ordinamento e che, di contro, contraddistingue la logica di ogni oligarchia. Senza contare che, sotto il profilo sociale, a crisi aperta, molto si è cianciato anche sulla stampa e sulle TV, ma nulla di concreto è stato realizzato.
L’elenco di errori, manchevolezze, omissioni, insipienze, scelte operative opinabili o non comunque valutate secondo una scala di priorità funzionale alle esigenze più sentite della intera collettività sono state sempre dettagliatamente elencate su questo blog. Pleonastico quindi ripetere ciò che è agli atti. Se, comunque, taluno non fosse sufficientemente provvisto di memoria o non avesse proprio nozione di qualche specifico, criticato provvedimento, non fa che richiedere una informativa ed il sottoscritto sarà sempre disponibile a riprendere il discorso.
A questo punto, credo che i lettori più politicamente ‘scafati’ abbiano capito il mio attuale intendimento. Per me si tratta di valutare freddamente la tetra prospettiva della nostra Comunità ormai impelagata in un circuito politico privo di ogni possibilità di rinnovamento, circuito condannato a perpetuarsi in una specie di nepotismo e familismo lobbistico nei cui gangli o si entra ( e quindi si conta), oppure si rimane all’esterno e quindi si è destinati alla emarginazione in senso lato (con tutte le implicazioni civili, sociali, economiche ect. ect.).
Che l’onnipresente Duetto abbia capito da tempo di avere in mano un gioco facile, data la ampia possibilità di manovra su di una pubblica opinione in gran parte fragile, distratta, apatica, credulona, non ci piove. Tanto è vero che il ‘Potere’ ha allargato i suoi tentacoli e, quale espressione di una oligarchia ‘sindacale’, siede su mediatiche poltrone, pontifica e organizza convegni megagalattici dove si parla di massimi sistemi, ossia di…fuffa.