Sul Gazzettino di oggi Giuseppini, parlando del maltempo che “soffia sulle fiamme della separazione”, scherza (sperabilmente) sul fatto che l’erba del vicino è sempre più verde. Lo fa dopo aver parlato, in vista del referendum del 31 agosto p.v., del confronto impietoso riguardante i flussi turistici che interessano Auronzo di Cadore e la vicina Pusteria.
Ma l’erba del vicino è sempre più verde, in questo caso in Pusteria.
Come dargli torto!
Di che altro colore la dovresti vedere? IRIDATA?
Prendiamo in considerazione le dinamiche demografiche, per esempio. Una differenza, diciamo, del
50%
tra Auronzo di Cadore e Dobbiaco e/o Sesto (meno pronunciata quella con San Candido, solo il 38%), che colore dovrebbe suggerire? Be’, certo, dipende da che parte stai. Se sei di là l’erba cadorina può anche apparirti sterpaglia. E anche se sei di qua, se non hai le fette di “prosciutto ideologico” a far da filtro, il confronto non lascia grandi spazi al dubbio: quella che hai sotto i piedi è arida sterpaglia, mentre quella dei vicini è verde smeraldo.
La differenza del 50%, misurata nel periodo dal 1951 al 2011, è composta dal 15% di demerito auronzano e dal 35% di merito “pusterese” e non si notano inversioni di tendenza: il declino auronzano persevera nel tempo così come il rinnovamento pusterese. Per i curiosi la storiella demografica che coinvolge il Cadore e la Pusteria si dipana da questa pagina e nei link colà segnalati.