In precedenza abbiamo postato i dati del saldo demografico degli ultimi dieci anni (2006-2015) relativi alla Provincia di Belluno (qui la mappa, qui le tabelle con i singoli comuni). Di seguito i dati focalizzati sul territorio delle unioni montane del Centro Cadore, Comelico-Sappada e Val Boite (quest’ultima con Cortina).
Adesso che abbiamo il “family bag”, con il quale si porrà finalmente freno allo spreco alimentare perpetrato con ignobile leggerezza nei ristoranti del Centro Cadore, non ci resta che sperare che arrivino gli avventori.
E la speranza dovrà essere riposta non solo sul loro arrivo, ovviamente fondamentale, ma anche sulle loro caratteristiche intrinseche: è sperabile che siano del tipo “l magna come n auzeluto“, cosicché l’avanzo nel piatto sia garantito per via… costituzionale.
Nei casi dubbi sarà l’attento ristoratore a farsi carico del problema, portando in tavola porzioni JUMBO, sì da costringere l’avventore a ricorrere – gioco forza – al “family bag”.
Ma la cosa che ci riempie di gioia è vedere l’Um dedicarsi, finalmente, a problematiche di rilevante valore strategico con possibili ricadute anche in campo turistico. Meglio tardi che mai.
(limitatamente alla stagione estiva è inoltre sperabile che i fortunati avventori siano dotati di auto con frigo incorporato: ce li immaginiamo, usciti dal ristorante, combattere con fierezza contro i 28 gradi ambiente e contro i 42 dell’auto lasciata sotto al sole, in attesa di riguadagnare il proprio domicilio)
La chiave di volta è – ceneve duro – “facilitare le escursioni sulle Dolomiti…” (CorrierAlpi):
Ma, secondo voi, un amante della mountain bike (d’andarci, intendo, non di lustrarla con il silicone!), anche senza definirlo “verace”, che cazzo se ne fotte di una tabellazione “da Pozzale fino al Rifugio Antelao, lungo la strada silvo- pastorale di Tranego” ??
(ohhh, anche se sul tabellone ci sono le altimetrie eh! questa è magnifica!! da Leogang Park!!)
Per quanto riguarda il Comune di Pieve, che l’8 febbraio ha approvato il progetto per la parte di sua competenza, il tratto tabellato va da Pozzale fino al Rifugio Antelao, lungo la strada silvo- pastorale di Tranego.
Inoltre, ma quale cazzo di vincolo ambientale! Vincolo ambientale de che?
Poi, “nessun danno all’ambiente naturale” (precisano). Ettecredo, l’hanno fatto prima.
(per fortuna che le strade interessate sono quelle silvopastorali e/o di penetrazione boschiva preesistenti: sai che ridere se in Cadorinia si aprisse una nuova pista appositamente per mountain bike: perché non pensarci prima, al Bike Park o al Bike Circus o alla Bike Arena? Ma solo dopo aver progettato e lanciato la Family Week)
Non vi sarà alcun impatto: «Le zone che saranno tabellate sono sottoposte a vincolo ambientale. Le strade interessate sono quelle silvo pastorali di penetrazione boschiva già esistenti, una parte delle quali fanno parte del progetto della Traversata del Cadore, che come una rete si estendono sulle nostre montagne. Quindi nessun danno all’ambiente naturale».
Empoi, perché il minestrone, che è Unionista, non comprende anche le strade silvoquellarobalì di Auronzo, Vigo e Lorenzago? Na fortuna, comunque, che l’Unione Montana del Centro Cadore “ne pagherà le spese” ma, soprattutto, “provvederà anche a chiedere i permessi per l’installazione“. E per questa cosa gliene saremo per sempre grati amen (che mondo sarebbe senza st’Unione).
Il progetto è nato sotto l’egida dell’Unione Montana del Centro Cadore, che ne pagherà le spese e che provvederà anche a chiedere i permessi per l’installazione.
Mi sono stropicciato gli occhi e anche le orecchie. Servizio di Telebelluno: “Pieve, Perarolo, Calalzo e Domegge verso la fusione“. Gli unidos (per ora solo “unidendi”), sarebbero, per l’appunto, Pieve, Perarolo, Calalzo e Domegge.
E Lozzo?
No perché, a suo tempo, il sindakos di Lozzo aveva prefigurato un futuro – radioso -, dove ogni comunello sarebbe stato… vicino-vicino agli altri (oddio, che la cosa offra una certa complessità lui non ce l’ha mai nascoso). Sorprende quindi sentire che Lozzo non farebbe parte di questa partita (del resto, se “fondi” otto tacchini non è che salta fuori un’aquila).
Lettura laterale: vuoi vedere che Nitro e Glicerina se stanno a buttà sui preliminari, un ruspante petting che prelude ad una eiaculazione precox di tutto rilievo? Glicerina, infatti, ha appena rinunciato alle ipotesi di “unione indistinta” coi centrocoiones, azzerando il referendum a suo tempo richiesto con la raccolta di firme coordinata dalla minoranza consiliare auronzana.
Magari, a noi di Lozzo, ci tocca l’Anschluss coi Gnoche (in linea generale io ho già dato il mio modesto assenso al purè). Voglio dire che, forse, non ci tocca la pena di doverglielo mettere dentro col copeto, il concetto (ben inteso). Staremo a vedere gli sviluppi dell’ipotizzato petting tra i due – dirompenti – capopopoli.
Lettura controlaterale (se avesse ragione Attilio? se fossimo davvero dei derelitti che nessuno vuole?):
Come sensibilità turistica a me sembra coniugarsi bene con quella che aleggia a palazzo Venzo. Altra cosa è il Consorzio A.V.L. , dove L. ovviamente sta per Lorenzago. Un po’ di movimento sulle sponde del lago centro Cadore si nota anche nell’ attivismo di Pieve, Calalzo e Domegge…. ma anche qui Lozzo è inesorabilmente tagliato fuori. Mi chiedo, a parte i boy-scout a ciampeviei e forse un convento delle Serve di Maria Riparatrici alla Montiglio ( spero non mi rubino l’ idea ), come pensa il comune di essere almeno micro-infinitesimalmente sostanziale sull’ accoglienza turistica? La cruda realtà è che nessuno vuole intraprendere nessuna strada con noi e questo come Lozzese mi amareggia assai….del resto il concetto del 610 X 2 gli amministratori vicini lo hanno capito già da un pezzo ….. figuriamoci poi in provincia..)
-Qui fanno sempre così perché loro sono grandi e io sono piccolo… e nero. E’ un’ingiustizia però!
-Siamo alle solite, Calimero. Tu non sei nero, sei solo sporco!
(noi intanto aspettiamo che uno sborone qualsiasi faccia qualcosa che induca qualcos’altro, facendo credere che qualcosa si possa fare e si stia facendo. Consiglio: io una leccatina ai fondi Brancher gliela darei. Lingua non manca, e anche le entrature, ultimamente, mi sembrano quelle giuste: è un PD di merda, ma pecunia non olet)
Mettiamoci subito d’accordo. Non è che l’inculatore d’imprese in Centro Cadore abbia infierito in alcun modo su di esse, seviziandole. Qui “inculatore” ha il senso di “sfanculare”, ossia mandare a fanculo; oggettivamente: non servire a un cazzo.
Di incubatori, una volta andavano di moda e facevano tanto trendy, il Cadore ne ha avuto più d’uno. Di solito l’incubazione consisteva nell’affittare lo spazio “x” all’impresa “y”, cioè incubare un cazzo. Perché ai primordi incubare significava dar vita ad imprese “innovative”, le cosiddette startup. Affittare a un’impresa che fa pulizie – per dire – non è incubare, caso mai è inculare (nel senso chiarito, e vedete che si torna al punto di partenza).
In Centro Cadore un inculatore funziona ancora, mi pare, in quel di Perarolo.
Ma l’inculatore per eccellenza, perché era partito come un astro della ricerca in montagna, un laboratorio scientifico di altissimo livello (infatti, era a 800 m sul livello del mare), un punto di eccellenza per i nostri talenti (poi i talenti se ne sono andati?) … era il MultiphysicsLab. E’ appena nato e già viene annoverato fra i centri di eccellenza nello studio … delle meches.
Ma mentre i sindaci se lo menavano alle assemblee del Bim-Gsp, il Multiphysicslab si dissolveva come una ejaculatio praecox. Insomma, 8 o 9 sindaci, in buona parte starnazzanti anche oggidì, si sono lasciati scappare un gioiello che avrebbe potuto incubare talenti (a questo tag tutta la storia).
E invece, sempre per dire, quello di Lozzo – di sindaco – sta girando in lungo e in largo per tirare su iscrizioni per aprire una prima classe. Sempre che l’ufficio anagrafe aperto h24 non abbia trovato una soluzione più efficiente e meno impegnativa.
E’ come tentare di mantenere lo sfolgorio del tramonto con una candela accesa.
Con una Provincia così – l’area pesta a guida sindacale – i dogi veneziani ci vanno a nozze (te lo mettono nel culo prima ancora che tu abbia aperto gli occhi). Figuriamoci con un pezzo di quella provincia che vale un cazzo in termini di voti (già la Provincia nel suo insieme vale il 4% ed ha tre consiglieri su 60, figuriamoci il Cadore, immaginatevi il Centro Cadore) e vale ancora meno in termini di rappresentatività degli eletti (i sindaci).
Dispiace che anche sul profilo formale la Regione si dimentichi così barbaramente dei suoi poveri figli (a meno di una eventuale rettifica dei lagunari, che al momento non c’è, che chiarisca i termini della questione). Insomma, i sindaci sembrano così tanto alla particella di sodio (quella famosa).
[…] Ieri mattina, su incarico dei sindaci cadorini, il tecnico idraulico che ha contribuito allo studio sul lago, l’ingegnere Giovanni Maria Susin dell’università di Padova, accompagnato da Renato Paludetti, si è recato a Venezia per partecipare all’incontro. Purtroppo senza che nessuno avesse avvisato i sindaci cadorini, la riunione era stata spostata a data da destinarsi, forse il 7 o l’8 gennaio. Ai due tecnici non è rimasto altro che prendere atto e rientrare alle loro abitazioni: Susin a Padova, Paludetti a Pieve di Cadore. «Non posso accettare un comportamento di questo tipo», afferma l’ingegnere. «È una ulteriore dimostrazione che il Cadore, i suoi abitanti e la sua economia, per la Regione non contano nulla».