Che questo Governo sia un manipolo di tecnoburocrati dediti alla cialtroneria politichese lo ho detto più volte. Prove a sostegno ne ha seminate dovunque non liberalizzando, non riformando il lavoro, non tagliando la spesa pubblica. Sulla riforma delle pensioni ha invero agito benino, pur dimenticandosi nella spazzatura 350.000 e forse più esodati.
Monti va in giro per il mondo e bofonchia sentenze del tipo “la crisi è passata adesso possiamo rilassarci”. Alla Fornero non serve neanche la spinta del jet lag per dire castronate del genere. A lei basta restare seduta al ministero per combinare stramberie. L’ultima in ordine di tempo: la chiusura del sito della direzione provinciale del lavoro di Modena. Tutti i dettagli da Guido Scorza su il Fatto Quotidiano in La Fornero chiude un sito. Il delirio e la censura:
E’ un provvedimento di una gravità inaudita e senza precedenti quello con il quale il Ministro del Lavoro ha ordinato alla Direzione Provinciale del lavoro di Modena l’immediata chiusura del proprio sito internet. […]
“Rappresentazione uniforme delle informazioni istituzionali” è, infatti, solo una parafrasi per dire che il Ministro non gradisce la diffusione e pubblicazione di notizie ed informazioni difformi dalle proprie.[…]
E’ questa l’idea di sviluppo sociale e democratico che guida l’azione del Ministro Fornero? E’ urgente che il Premier chiarisca la sua posizione al riguardo, prenda le distanze dal gesto del suo Ministro e la inviti, senza ritardo, a rassegnare le sue dimissioni. Non c’è miracolo economico né riforma del sistema del lavoro – ammesso anche che il Governo dei professori stia lavorando bene per perseguire tali obiettivi – che abbia un senso, se il prezzo da pagare è quello di accettare di risvegliarci in un Paese meno democratico e meno libero di quello nel quale abbiamo vissuto sino qui.
Cosa dire della fornarina? Dalle lacrime (di coccodrillo) alle forbici della censura.