Se voi foste un privato al quale per ben 15 anni, per una serie intricata di motivi, hanno negato l’utilizzo di un bene che considerate vostro, come vi comportereste al momento in cui, finalmente, il bene tornasse di vostra piena proprietà?
Il concetto si può applicare benissimo alla ex caserma di Soracrepa. Dopo il breve cenno ai festeggiamenti di cui ho parlato in Sopra la Crepa la caserma crepa /1, che pur avrebbero un certo valore simbolico, soprattutto se fossero allietati dalle “tartine e tortine del sindaco“:
Insomma, un anno fa il sindaco gioiva ed esultava perché la caserma era tornata a disposizione del legittimo proprietario, cioè il Comune di Lozzo. Lo stesso sindaco, par di vederlo, con teatrale e cupa aria ammoniva che nessuno, e sottolineo nessuno, ce la “toccherà mai più”. E ancora, lacrimevole, eccolo evocare il sogno, da condividere, con l’intera comunità di Lozzo.
Ribadisco: magari in questo anno la caserma ha ospitato qualche convegno ad alta quota del GAL o del CAZ, e non l’ho saputo. Ma non sembra anche a voi che, con tutta l’enfasi utilizzata nel poema cavalleresco, il sindaco abbia fatto uno sgarbo all’intera comunità di Lozzo? Non vi aspettavate, almeno in una circostanza, l’apertura al pubblico di questo nostro bene comunitario. Per significare non solo sulla carta ma dal vivo che la caserma è tornata … in seno alla comunità ?.
Volete mettere che eco avrebbe avuto un piccolo rinfresco, dal titolo “le tartine del sindaco“, con il duo sindacale in grembiule bianco e vassoio affacendati a servire i commensali? E che ne dite di continuare il lieto momento conviviale con un disinvolto cambio di vocale, “le tortine del sindaco“? Senza dimenticarci il caffè, l’agognato caffè che Attilio voleva assaporare con la piramide dell’Antelao davanti agli occhi.
… affrontiamo il tema del decoro.
Dicevo: se foste un privato, dopo aver subito pietosamente una dolorosa agonia per 15 lunghissimi anni, con un anno di tempo davanti ai vostri lungimiranti occhi (tanto è passato ad oggi dal proclama della famosissima ventata di soddisfazione), non fareste un po’ di pulizia e di decoro attorno al vostro riconquistato cespite?
Quel tanto che basta eh … si e no mezza giornata di lavoro, una sistemando anche il listone esterno, due alla grande, così i lavoranti possono mangiare una volta al Ciareido e una volta al Baion, per par condicio. Se foste un privato … . E invece, nonostante la piena proprietà, il nostro “bene comunitario” risulta essere ancora in sostanziale stato di abbandono.
Ad eccezione della copertura: va detto infatti che il plotoncino di musetin del presidio estivo ha notificato alcune falle che, pare, siano state sistemate. Ma per questo ci si legge alla prossima puntata.