i tre moschettieri belluneggianti ed il raduno dei sindaci /2
I tre moschettieri belluneggianti che gozzovigliano alla corte di Re Zaia si son mossi. Ecco come il sergente Reolon intratterrà il gregge dei number one:
I tre moschettieri belluneggianti che gozzovigliano alla corte di Re Zaia si son mossi. Ecco come il sergente Reolon intratterrà il gregge dei number one:
I tre moschettieri belluneggianti che gozzovigliano alla corte di Re Zaia si son mossi. Ecco come il sergente Bond/Hartman intratterrà il gregge dei number one:
http://www.youtube.com/watch?v=wCK3RQyBUxs
E’ da premettere che episodi come le rapine, in particolare se ai danni di persone anziane, sono un problema serio ad ogni latitudine. Una affermazione del pidiellino Bond mi ha fatto tuttavia sorridere, anche per la tempistica con cui è stata pubblicata, a cavallo dello spoglio elettorale che ha visto la catastrofe del PDL di cui è capogruppo in Regione. Lo tsunami si è abbattuto anche in quel di Feltre, dove tuttavia l’erborista è riuscito ad entrare in consiglio (a Feltre il PDL contava alle precedenti comunali su un 28,4% crollato catastroficamente al 9,7%).
Ecco Bond argomentare sugli ultimi episodi di rapina:
«Il livello di allerta deve essere massimo perché ci troviamo di fronte a fatti nuovi per il nostro territorio, almeno per quanto riguarda la frequenza e la cruenza. Mi auguro una repressione immediata». Il capogruppo del Pdl in consiglio regionale, Dario Bond, prende posizione sulle due rapine avvenute a danno di persone anziane. […] Infine una riflessione: «Mi accorgo che stanno aumentando gli stranieri che passano buona parte della loro giornata al bar», continua Bond, «ovviamente non lancio accuse ma mi chiedo di che cosa vivano».
Io ho una risposta: non so finora che cosa abbiano fatto per vivere, so come potrebbero essere impiegati nel prossimo futuro: a raccogliere i cocci del PDL. Sono sparsi dappertutto e, soprattutto, non c’è nessuno che li voglia raccogliere. Magari gli stranieri (turandosi il naso) ci riescono.
Se la raccolta dovesse funzionare, indirizzare il compost verso il Maserot: il PDL non è un partito di plastica ma qualcosa di maledettamente organico.
For-te, For-migoni che si fa uno sciupet di pieno semi-utilitario. Anche il For-maggio costa una For-tuna, presidente.
Quanto costa un litro di kerosene oggi, presidente? E quanto fa un elicottero con un litro?
Foto: la Repubblica
Mentre i codardos peones bellunesi (politici lokali al soldo dei partiti nazionali) sembra abbiano perso la voce riguardo alla posizione da prendere per salvaguardare la provincia (ed i suoi abitanti) dall’estinzione – ma capiamo tutti che ai codardos conviene avere una provincia da spartirsi fra sindakos – l’Upi, Unione Province d’Italia, prova a muovere qualche pedina sullo scacchiere. Sul sito dell’Upi viene segnalato un articolo del professor Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, che giudica le ipotesi che fanno capo al provvedimento del governo Monti come non legittime e irragionevoli.
Dice il professore, fra le altre cose: “l’attuazione del decreto si tradurrebbe in una grandiosa operazione di nuovo accentramento“. Ed è esattamente ciò a cui aspirano i partiti nazionali e di riflesso i codardos bellunesi che stanno zitti. Ecco perché bisogna rinnegarli con forza. Non abbiamo bisogno di politicuccoli “da inaugurazione”. Sono pidocchi, quindi parassiti, da schiacciare alla prima occasione (politicamente, nevvero). Fate spazio nei vostri pensieri all’unica soluzione utilmente praticabile: Belluno Autonoma.
IL PROFESSOR VALERIO ONIDA, PRESIDENTE EMERITO DELLA CORTE COSTITUZIONALE AL SOLE 24 ORE: “CONTRO LE PROVINCE UN’OPERAZIONE SURRETTIZIA”.NORME NON LEGITTIME E IRRAGIONEVOLI
“Ecco perchè bisogna impugnare le norme Monti contro le Province davanti alla Corte costituzionale”
“Tra le diverse prove di serietà offerte dal Governo Monti, ci si sarebbe potuti attendere anche quella di resistere alla retorica dilagante al grido di ‘aboliamo le Province’, formulando invece, in materia, una disciplina legittima e ragionevole”. Così inizia il lungo intervento pubblicato oggi sul quotidiano Il Sole 24 ore, a firma del Prof Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale. Nel testo, che pubblichiamo in allegato in versione integrale, il Professore sottolinea quanto le norme previste dal Decreto Salva Italia contro le Province siano “un’operazione surrettizia. Non si sopprime formalmente le Province, ma di fatto sostanzialmete le svuota della loro natura costituzionale, nel visibilissimo intento di anticipare una riforma che abolisca”. Onida poi entra nei dettagli, sottolineando tutti i gravi limiti delle norme. “In sostanza – scrive – il decreto legge realizza una vera riforma costituzionale, che però esula dalla competenza del legislatore ordinario (e quindi viola anche l’articolo 138 della Carta)”. Secondo il Presidente emerito, “Si tratta di una disciplina esposta a gravi vizi di illeggittimità costituzionale; potrà essere, e auspicabilmente sarà, impugnata davanti alla Corte Costituzionale dalle Regioni“. Il Presidente entra anche nel merito delle norme e sottolinea che “l’attuazione del decreto si tradurrebbe in una grandiosa operazione di nuovo accentramento“. Il Prof Onida conclude il suo intervento sottolineando che “è urgente che sia chiamato a intervenire il giudice costituzionale, per fortuna – sottolinea – meno esposto degli organi politici al vento delle campagne sommarie e ‘impressionistiche'”.
In allegato, l’articolo del Sole 24 Ore. (20-01-2012)
A mio modo di vedere con colpevole ritardo, ma pare che qualche Provincia si stia muovendo per protestare contro la soppressione degli enti provinciali dettata dalla manovra Monti (quanto meno il loro “svuotamento”). Nel bellunese i politici hanno finora taciuto. Vuol dire che non hanno ancora avuto direttive dal basso (per basso si intende dalle sedi centrali di Roma). Del resto, pur avendo una testa funzionante, quando concorrono alle elezioni con un partito italico, i politici “lokali” sono costretti a firmare un atto di sottomissione totalizzante. Se solo provano a cantare fuori dal coro, zac, via le “corde vocali”, e non cantano più. Merdacce di fantozziana memoria.
Il Sud “provinciale” però sembra muoversi:
Catanzaro, (TMNews) – Province calabresi insieme contro la soppressione: i cinque consigli provinciali di Catanzaro, Crotone, Reggio Calabria, Cosenza e Vibo Valentia si riuniscono per dire no alla manovra economica che sancisce la fine dell’ente amministrativo. L’idea è quella di un Consiglio provinciale unitario il 23 gennaio alle 10: il presidente della Provincia di Catanzaro e presidente Upi Calabria, Wanda Ferro, spiega a cosa serve. “Bisogna mandare un messaggio importante ai tanti cittadini che hanno scelto da chi essere governati sul ruolo delle province e su quale fittizio risparmio, come capro espiatorio di un governo fatto di tecnici che ha già rivisto più volte una riforma anticostituzionale, vuole procedere. Pensiamo ad abolire tanti consigli di amministrazione o al Cnel, che costa 18 milioni” […].
Lo fa “anticipando” l’iniziativa decisa all’assemblea straordinaria dei presidenti di provincia e dei presidenti di consiglio provinciale tenutasi a Roma il 21 dicembre scorso in cui, con ordine del giorno approvato all’unanimità:
L’Assemblea dei Presidenti di Provincia e dei Presidenti di Consiglio provinciale indice per la data del 31 gennaio 2012 una giornata di mobilitazione straordinaria mediante la convocazione in contemporanea dei 107 Consigli aperti alla partecipazione dei dipendenti e della cittadinanza, delle forze economiche, sociali e delle Istituzioni territoriali.
E’ da sperare che la Calabria suoni la carica e che il resto della provinciale bananiera repubblica salti in sella e faccia sentire la sua voce … forte e chiara. Se serve, prevedendo la raccolta di firme a dimostrazione se vi sia o meno la volontà popolare di pugnalare un ente che per la corretta gestione del territorio non sembra sia così facilmente “regionalizzabile” (se non immaginando un decadimento iperbolico della qualità dei servizi attualmente svolti dalle Province).
Fra le righe: il 31 gennaio 2012, il commissario che ha in carico la Provincia di Belluno (dopo l’assassinio dell’ente da parte del PDL) aprirà le porte alla partecipazione dei dipendenti, della cittadinanza, delle forze economiche, sociali e delle Istituzioni territoriali? Seguro!