Non così letale come la più famosa maledizione di Tutankhamon, ma qualche oscuro maleficio, qualche funerea fattura, deve pur avviluppare quella benedetta maledetta caserma: il Casermona (qui il link per scaricare il PDF del libro). Fin dagli albori della propria storia, fin dal progetto, essa ha subìto una nefasta stregoneria che, nel corso degli anni, non ha perso lo smalto iniziale, anzi!
Ce l’hanno raccontato, sulle pagine de il Cadore nel numero del marzo 2012, Giovanni De Donà e Walter Musizza, firmando un articolo titolato Caserma di Soracrepa: beghe di ieri e d’oggi, con un occhiello già foriero di cattivi presagi:
“Il manufatto militare a Pian dei Buoi fu progettato 100 anni fa, ma ubicazione, realizzazione e utilizzo furono sempre contrassegnati da polemiche e contenziosi”.
Ricordando il “destino di pace” che il manufatto avrebbe finalmente meritato di avere, gli autori ci introducevano alla “ineffabile sorte”…:
Ineffabile sorte davvero quella dell’ex caserma “Montiglio” di Sora Crepa sul Pian dei Buoi, in quel di Lozzo di Cadore, che alla fine del secolo scorso pareva avviata a diventare un rilevante punto di riferimento per un intelligente ed articolata fruizione dell’intero altopiano e che oggi continua invece a restare desolatamente chiusa, con preoccupanti avvisaglie di un grave degrado della struttura.
…adombrando l’ipotesi che quella lunga sequela di lacrime amare che avevano bagnato la nascita della Montiglio stesse quasi a dimostrare il destino assegnato – imperituro – alla povera caserma:
Qui ci preme riproporre solamente, a 100 anni giusti dalla stesura del primo progetto, la lunga storia della costruzione, sempre costellata di dubbi militari, di liti tra Comune e Genio Militare, di continui ripensamenti stategici e tattici, quasi a dimostrare come il triste destino di oggi sia solamente la naturale continuazione e conferma di quello di ieri.
…giungendo al fine a ritenere che niente s’era potuto fare contro la forza del destino:
Ma evidentemente era un destino scritto fin dall’inizio: sotto quelle pietre orgogliose covava ancora il germe della polemica, pronta ad esplodere 80 anni dopo in un contesto pur così diverso per uomini e cose.
Venne poi l’armata brancaleone e con essa la ventata di soddisfazione (e siamo nel 2010) che permeò la comunità tutta di Lozzo di Cadore. Poi venne il lungo letargo. Poi venne il favonio e le canadesi presero il volo e il sole, decorando per lungo tempo i dintorni. Poi venne l’operoso ravvedimento (una specie di autociuciacazzi: “cercheremo di tamponare il degrado in cui è stato lasciato il fabbricato”). Poi venne il cambio di mutande.
Tutto ciò doverosamente premesso, veniamo ai giorni nostri e alla maledizione di Tutankasermon di cui all’incipit… (continua qui)