A PROPOSITO DI ELEZIONI AMMINISTRATIVE

(ci fu un tempo, è passato più di un lustro, nel quale “Cagliostro” interveniva su queste “colonne” commentando i fasti e i nefasti legati al Botanico Palazzo e, più propriamente, ai polpettoni sfornati dagli amministratori di lunghissimo corso che abbiamo avuto la ventura di avere tra quelle mura. Un profluvio di precetti e visioni avanguardiste, quelli prodotti nel Palazzo, che Cagliostro si dava pena di setacciare per trarre il poco grano dalla tanta, tanta, tanta pula. Ora un suo emulo, “Cagliostro 2”, vuole far rivivere quelle indimenticabili “fastosità”, rompendo il ghiaccio con un breve intervento avente per tema la prossima tornata elettorale e la mancata apparizione di colui che ci avrebbe dovuto condurre alla salvezza…)

di Cagliostro 2

Da qualche ora circola sul Web questo incredibile, ‘fantasmagorico’ messaggio (qui riproposto pedissequamente, lacunosa punteggiatura compresa):

“Ciao @@ ti chiedo un favore: a Settembre ci saranno le elezioni amministrative, verrà presentata anche una lista che si chiamerà ‘Per Lozzo’ di cui faccio parte anch’io come capolista. E’ importante che ci siano almeno due liste, dopo non importa se non prenderemo voti, ma perché sia valida deve essere accettata dai lucensi attraverso la firma di una lista di accettazione presso il Comune. Cortesemente potresti firmare anche tu e fare passaparola. Grazie mille”.

C O M M E N T O:

Credo che il contenuto di un tale appello si commenti da solo, vuoi per la forma in un italiano claudicante, vuoi per la vacillante conoscenza (meglio, misconoscenza) della normativa in materia di legge elettorale. Tra l’altro, si equivoca fra ‘candidato sindaco’ e ‘capolista’, che non sono proprio la stessa cosa… Quello che balza, comunque, evidente all’attenzione del lettore-destinatario dello strano appello è la chiara presa di coscienza circa la necessità della presenza della così detta ‘lista civetta’ al fine di evitare il pericolo del mancato, ennesimo raggiungimento del quorum. Ma i fiorellini necessitano di un letterale richiamo. “… dopo non importa se non prendiamo voti (?), ma perché sia valida (soggetto: la lista??!!) deve essere accettata dai lucensi (lozzesi?) attraverso una lista di accettazione presso il comune…”. Qui, evidentemente, si confonde la auspicata ed ipotizzata seconda lista atta ad esorcizzare il salvataggio del quorum con le firme di presentazione a sostegno di ogni singola compagine che si propone al confronto elettorale, e ciò da parte, se non vado errando, di almeno 30 cittadini aventi il diritto di voto.

Non c’è che dire!! Se tanto mi dà tanto, siamo davvero ben messi!!!…

INTEGRAZIONE DI QUANTO SOPRA SCRITTO A SEGUITO DELLA MANCATA PRESENTAZIONE DI CANDIDATURE ALLE ELEZIONI COMUNALI…

Oggi, 24 Agosto 2020, leggo sul Gazzettino un articolo-intervista di Loredana Marsiglia, la quale tenta una diagnosi sulle cause della mancata presentazioni di candidature e sulla disaffezione della cittadinanza verso la Istituzione della Rappresentanza Consigliare della Collettività locale. Si tratta di un vistoso rilievo dato all’argomento con un richiamo in prima pagina ed una serie di interviste e commenti a pagina 8 (“Nord-Est”) ed un dettaglio anche in prima pagina della cronaca Bellunese. L’eloquente titolo “Lozzo, dove nessuno vuol fare il sindaco” appare subito fuorviante in quanto, secondo voce corrente sulla piazza, almeno due, se non tre, ‘personaggi’ locali erano disponibili a candidarsi per lo scranno più alto di Palazzo Venzo.

L’unica condivisione possibile sulle varie interviste effettuate, a modesto parere di chi scrive, è quella rilasciata dal parroco laddove manifesta amarezza e parla di “brutto segno per la comunità”. Per il resto, dalla lettura del ‘vistoso’ pezzo della giornalista, si può arguire tutta una serie di opinioni, alcune fuorvianti, altre chiaramente opinabili e/o di parte. In primis, a detta di alcuni degli intervistati, viene artatamente sottolineato che la situazione deprecabile sarebbe “colpa della condanna della Corte dei Conti”. La storia, l’intera, incresciosa ‘querelle’ ha avuto sviluppi ormai di durata pluridecennale e le contorte, complesse vicende hanno visto protagonisti, in negativo, parecchi soggetti via via succedutisi in qualità di pubblici amministratori.

Ora, per farla breve, non si può far intendere che chi è stato condannato a risarcire un danno erariale notevole è stato vittima di chissà quale ingiustizia, mentre -magari- chi ha segnalato la cosa nelle sedi opportune e si è visto riconoscere come reale la ipotesi di reato supposta e ventilata, sia da considerare alla stregua di un malfattore e responsabile della disaffezione attuale per l’amministrazione della Cosa Pubblica. Insomma, a Lozzo vige attualmente l’assunto che chi segnala le ipotesi di reato è un malfattore, mentre chi, in buona o cattiva fede, i provvedimenti illeciti o illegittimi li ha posti in essere è da considerarsi alla stregua di un povero martire. Nessuno, neppure il medico di base, aveva consigliato a chi non era in grado di amministrare con oculatezza il bene pubblico (escludendo e facendo sempre salva la buona fede dei singoli) di assumere cariche per le quali o non era preparato e conscio di quello che andava a votare o, peggio, era portato a valutare le cose con una dabbenaggine al limite della incoscienza.

Per me l’articolo, non certo per colpa della giornalista, è veramente fuorviante. La sig.ra Marsiglia avrebbe dovuto comunque sentire una più ampia platea di cittadini, espressione di una più variegata opinione pubblica. Una sola voce fuori dal coro è ben poca cosa… Colgo soltanto alcuni passaggi. Tale Fiori Del Favero dice, ad esempio, di essere uno dei sette (a me risultano nove!) che pagarono di persona e dice “…che non è certo stato un messaggio incoraggiante per chi ha voglia di amministrare”. Caro Signore, per amministrare non basta la ‘voglia’, occorre anche un minimo di preparazione e di discernimento circa gli atti che si vanno a compiere nell’interesse pubblico; altrimenti torniamo all’assunto circa il…”mancato consiglio del medico”…

Del tutto estemporaneo appare poi il riferimento a quanto asserito dall’ultimo sindaco, Manfreda Mario, il quale parla di “forte presenza della magistratura, in tutte le sue articolazioni, amministrativa, contabile e penale” ed aggiunge “Qui anche se cade una frana si va sempre a caccia di un responsabile. Per carità, è giusto indagare e fare chiarezza, ma questo mette paura. Troppe responsabilità…”. A modesto parere di chi scrive, il Pubblico Amministratore deve sempre agire con trasparenza, alla luce del sole, sentire sempre l’opinione degli amministrati, anche con la indizione di pubbliche assemblee a tema ed agire poi di conseguenza con “scienza e coscienza”. Il ‘Palazzo’ non è Cosa di proprietà degli amministratori pro-tempore; non è, come diceva un assessore di qualche tempo fa, “Ora ci siamo noi e comandiamo come meglio ci aggrada”.

L’adire alla Magistratura, in certi casi, risulta cosa doverosa e necessaria, soprattutto da quando i Controlli degli atti di Giunta e Consiglio, da parte delle minoranze consiliari, sono diventati ben poca cosa, data, ad esempio, l’assenza del controllo di Legittimità (leggi ex CORECO) e, al di là di interpellanze, mozioni e interrogazioni (spesso dalle maggioranze prese alla leggera, se non proprio disattese), all’esponente della Opposizione, con questi chiari di luna, resta (resterebbe) solo la facoltà di agire a proprie spese ed a suo personale rischio. La disaffezione richiamata nell’articolo, molto probabilmente, dipende in gran parte dall’aver esercitato, da parte di taluni (collegialmente considerati), il potere con un certo qual ‘paternalismo’, se non proprio con la concezione del proprio ruolo svolto in modo autoreferenziale…