Arabescature di fine inverno. Se tanto mi dà tanto, con l’approssimarsi della primavera si preannunciano colpi di sole a sicuro effetto allucinogeno.
Intanto, si sappia che c’è un gruppo enduristi del Centro Cadore che ha inteso far sapere cosa ne pensa sull’uso improprio di moto, motoslitte, quad lungo sentieri e strade di montagna. Ohhhlà!
Riunitisi, hanno inteso “condannare gli spiacevoli episodi” ma, maaa, al tempo stesso (visto che c’erano), hanno voluto “rimarcare il proprio ruolo sul territorio, sia di sportivi, sia di “sentinelle della montagna”.”.
Non è meraviglioso tutto ciò! Nientepopodimeno che “sentinelle della montagna”. Ma, va detto, tra virgolette eh!
I novelli robocop non si fermano a sterili enunciazioni e vanno ben oltre: “Il tutto tendendo la mano ad enti e amministrazioni per una futura collaborazione nella lotta ai trasgressori…“. Una lotta intestina, parrebbe.
«Ci dispiace che, per colpa di pochi, si rischia di rovinare attività e reputazione di tanti». Anche perché l’attività di enduristi è una grossa voce del PIL centrocadorino. Inoltre è davvero disdicevole che la loro reputazione – di enduristi senza macchia – sia messa in discussione.
Ma non bastava, una volta, fare i bravi e aiutare le vecchiette ad attraversare la strada per avere un’illibata reputazione?
E comunque, questa segnatevela, i nostri sottolineano “come i tesserati del team sono soggetti al rispetto di un regolamento tanto rigido quanto circostanziato“.
C’è anche il garante degli enduristi che ce l’hanno duro (o rigido, fate voi)? Si autocontrollano l’un l’altro? Ci sarebbe materiale a sufficienza per intavolare una fitta discussione sull’autoreferenzialità. E poi, circostanziato? Sarà mica circonciso?
«[…] Aggiungiamo, però, che tra i principali fruitori di determinati tracciati di montagna ci siamo proprio noi enduristi che, in maniera assolutamente conforme al codice stradale e alle regole del territorio, sfruttiamo le mulattiere per svolgere allenamenti in totale sicurezza»
Se sfruttare le mulattiere “è assolutamente conforme al codice stradale” e se ti alleni “in totale sicurezza“… fallo (duro anche questo?). Fallo e basta!
Del regolamento rigido, ovviamente rigido, redatto dal gruppo enduristi, va sottolineato che punta a “non recare danni al sottosuolo“. Antracite, bauxite o altro? Ah sì, in agraria il “sottosuolo” è lì dove non arrivano le radici delle piante!
E sia chiaro per tutti, «… Chi non si adegua va fuori dal nostro gruppo e questo è già successo diverse volte nel recente passato». Sei fuori, disse il briatore endurista. E’ vero, li ho visti piangere come vitelli dopo la cacciata. C’è sempre una pecora nera in famiglia. Ma poi, vuoi mettere: anelare alla purezza etnica.
«Ci proponiamo di collaborare con le istituzioni al fine di sorvegliare sentieri e strade di montagna in maniera assolutamente riconoscibile, onde evitare confusione ed interpretazioni…»
Che esseri colmi di misericordiosa benevolenza. Tutto gratis eh! Per garantire le riconoscibilità basterà guardarvi in faccia o sarà necessario che indossiate un pettorale, magari giallo e nero, con la scritta “noi ce l’abbiamo duro anche di domenica”?
E, dulcis in fundo…
«In primavera ci prodighiamo per aprire le strade dopo il lungo inverno. In molti casi abbiamo segnalato pericoli che a bordo di una moto si scovano più facilmente».
Che figli prodighi. Subito in lista per il cavalierato del lavoro. Dell’avvincente prosa avrete notato anche l’incedere romanzesco, quasi tolstoiano, di un frammento: “dopo il lungo inverno“. Non sono riuscito, lo dico apertamente, a trattenere alcune lacrime mentre la mia mente disegnava la scena. Qual prodigio. Macché cavalierato, santi subito. Almeno beati, dai.
Ma su tutto va segnalato il fatto, a dir poco miracolistico, per il quale “In molti casi abbiamo segnalato pericoli che a bordo di una moto si scovano più facilmente“. La processionaria che si distende al tiepido sole del mattino? La peronospora che aguzza l’ingegno? Vaste praterie di funghi ad effetto psicotropo e allucinogeno? Un disdicevole albero in mezzo alla strada?
Questo sì che può definirsi, senza mezzi termini, presidio del territorio.
Che poi, da uno che sgomma scelleratamente non ti aspetteresti mai che, tornando da una bravata, ti dica, magari, “arda Toni che l neve te à piegou al camin de la baita”. Un endurista buono e soprattutto “certificato”, invece, ti cerca in ogni dove per dirtelo.
Da questa collaborazione, “utile soprattutto al territorio“, gli enduristi chiedono, in cambio, «semplicemente il riconoscimento dell’attività che svolgiamo».
E così sia.
(propongo, a valere su tutto il territorio centrocadorino, di dedicare agli enduristi, ma solo a quelli che ce l’hanno rigido (il regolamento), una delle giornate dell’anno “6 marzo – Giornata dell’endurista centrocadorino, sentinella della montagna, apritore di strade dopo il lungo inverno e segnalatore di pericoli)
(le fila dei consumatori abusi di vuove de dugo s’ingrossano…)