Riflessioni semiserie prendendo spunto da quanto letto qui: “Una sfida contro lo spopolamento“:
Da una settimana Vigo di Cadore ha un nuovo sindaco.
Nuovo sindaco? Da quanto scritto sembrerebbe piovuto dal cielo. Semmai, nuova amministrazione. Il sindaco è vecchio, nel senso che è stato rieletto: è al suo secondo mandato. Quindi, se c’è qualcosa di nuovo è il mandato.
Uno dei problemi più pressanti che Mauro Da Rin Bettina si trova ad affrontare, è il calo demografico del suo comune, che in questi anni ha raggiunto un livello preoccupante, specie per il mantenimento dei servizi scolastici dei quali Vigo va fiera.
Alla faccia del pressante. Avendo chiarito che il sindaco è al secondo mandato, diamo per scontato che nei cinque anni di amministrazione che si è lasciato alle spalle… abbia avuto modo di accorgersi dello spopolamento in atto, non fosse che per le 60 persone perse dal comune in quel periodo. Per lo sforzo titanico che parrebbe apprestarsi a sostenere, tale presa di coscienza sarebbe già una buona base di partenza.
È interessante vedere che il calo di abitanti è costante dalla fine del secolo scorso. Infatti al 31 dicembre del 1999, gli abitanti erano 1.650, mentre già all’inizio del 2016, si erano ridotti a 1440.
Provvediamo noi a rincuorare il sindaco/Titano: a ben vedere, lo diciamo da sempre, il calo degli abitanti viene da molto lontano: è dal 1951, cioè dalla metà del secolo scorso, che gli abitanti calano ininterrottamente.
I motivi sono stati vari: dalla diminuzione della natalità, alla maggiore mortalità, al trasferimento di alcune famiglia causato dalla perdita di posti di lavoro.
La “maggior mortalità” è l’errore tipico in cui incorrono tutti i giornalisti che vanno troppo di fretta. Non c’è una maggior mortalità, è il saldo naturale che frega. Per dire, la media dei decessi negli ultimi 14 anni è di 19,36 persone, mentre i decessi degli ultimi tre anni (20013, 14, 15) sono stati 16, 18, 18.
Ma la cosa è ancor più chiara osservando l’andamento del tasso di mortalità (cioè i decessi rapportati alla popolazione):
Anche il numero di componenti per famiglia è passato dal 2.50% del 2001, al 2,23% del 2015: una famiglia su 2 ha perso un componente.
Ovviamente il dato, che si ottiene dividendo la popolazione per il numero di famiglie, non può essere “per cento”. Inoltre mi sfugge quale logica sottenda l’affermazione “una famiglia su 2 ha perso un componente” (la perdita di popolazione è stata di 210 persone -1650 del 2001 meno 1440 del 2015 – con 660 famiglie nel 2001 (se il numero medio era di 2,5) e 644 nel 2015). Boh!?
Ma veniamo alla “sfida”.
Dall’articolo non si riesce a intuire quale sarebbe la vera sfida contro lo spopolamento. Sembra di capire che il nuovo sindaco sia interessato al “mantenimento dei servizi scolastici dei quali Vigo va fiera“. Questa sarebbe dunque la sfida? Perché se è questa, va chiarito che il gioco è a somma zero. Ciò significa che, date le condizioni attuali e quelle che stanno maturando, per tenere aperte le scuole in “A” si dovranno chiudere quelle in “B” e in “C” (e poi in “D”…).
Insomma, una cosetta da Titani.