di Cagliostro
Faccio riferimento e seguito all’encomiabile lavoro odierno del redattore tendente a mettere nella ‘giusta’, riprovevole luce l’ennesimo deprecabile comportamento di una classe dirigente, per lo più, insipiente ed arrogante. Le responsabilità di quanto accaduto, in riferimento ai sindaci dal redattore così bene effigiati, lo scorso 19 Ottobre all’assemblea Bim-Gsp, sono chiaramente diversificate, non fosse altro che per la ‘datazione’ degli accessi nella composizione del Consiglio dell’Ente e nell’Esecutivo che lo ha gestito così …oculatamente.
Nello sviluppare le mie considerazioni, debbo giocoforza fare anche riferimento ai miei precedenti scritti sul tema ‘tariffe esorbitanti’, in particolare al mio intervento del 18 novembre 2013 dal titolo “Lettera agli ignari cittadini sulle vergogne di lor signori, ovvero sulla capacità inventiva del risanatore dei ‘buchi nell’acqua’”. Detto questo, corre l’obbligo di analizzare e graduare anche la valutazione dei singoli comportamenti dei magnifici otto rappresentanti centrocadorini.
L’esito complessivo del voto cui fa riferimento Danilo, ha portato a bocciare la proposta del sindaco di Feltre, Perenzin, sulla costituzione di un organismo (comitato) di controllo e trasparenza sull’operato di Bim-Gsp, composto da 4 elementi scelti tra ass.oni di categoria, sindacalisti e membri della società civile, nonché sulla apertura al pubblico delle assemblee dell’Ente.
Visti i trascorsi così poco commendevoli della gestione pregressa, la proposta era più che giustificata anche in considerazione che gli organismi decisionali della società avevano già in itinere la domanda di autorizzazione per far ripianare il ‘buco nell’acqua’ di ben 89 milioni di euro ai cittadini-utenti, incolpevoli del misfatto ed ignari di tutto. Con ciò, esulando dalle dirette responsabilità nella commistione dell’abnorme anomalia da parte degli stessi proponenti la discutibile sanatoria.
Evidentemente, la proposta del sindaco Perenzin per una così esplicita e vincolante forma di trasparenza non deve essere stata molto gradita alla maggioranza dei borgomastri i quali, per inciso, oltre al palleggio di responsabilità fra ex Ato e Consiglio dell’Ente Bim-Gsp (entrambi comunque espressione della medesima lobby…sindacale) hanno sempre motivato le cause della voragine nei conti in modo del tutto surrettizio (vedasi miei precedenti interventi sull’argomento).
Molti ora si chiedono: “Ma questa non è roba vecchia? In fondo si tratta di fatti ed episodi riferibili ad un’altra era geologica, episodi già assimilati e passati bellamente in cavalleria; e quello del diniego all’adozione della trasparenza nella gestione del richiamato Ente-colabrodo non è che l’ultimo tassello di una pagina da dimenticare, da riporre nell’archivio della storia”.
No, cari Signori! E’ proprio ora che siamo al giusto punto di cottura della vicenda: in questi giorni sono infatti finalmente in arrivo, dopo alcuni fallaci annunci, le super bollette che saneranno errori, negligenze, imperizie, gestioni lacunose (ci fermiamo qui?). Ed io ritengo che, mettendo impropriamente ed in modo del tutto scorretto, le mani nelle nostre tasche per ovviare a loro inettitudini, gli amministratori di Bim-Gsp debbano essere doverosamente censurati e debba essere oggetto di riprovazione la loro condotta non certo conforme al principio di responsabilità circa l’esito delle loro non meritorie azioni.
Ma torniamo all’esecrabile episodio clou dell’intera vicenda con la bocciatura della proposta del sindaco di Feltre sul prospettato rimedio alla trascorsa opacità nella gestione del su menzionato Ente. Interessa in particolare richiamare l’attenzione sui comportamenti degli esimi nostri otto primi cittadini… Due hanno votato contro, due si sono astenuti e ben quattro sono risultati assenti. I due effigiati, che hanno espresso pollice verso alla istanza istitutiva del Comitato di controllo e trasparenza pubblica, quali motivazioni avranno mai avuto per giustificare il loro pronunciamento?
Forse un certo grado di (ottusa) coerenza, nel senso di voler privilegiare la loro trascorsa, preminente posizione all’interno della società, magari espressa ritenendo giuste le argomentazioni di chi ascriveva all’ex Ato la colpa dei mancati adeguamenti tariffari sulla base di una ipotetica, errata valutazione dei consumi? O, forse, essi provavano fastidio per le ulteriori manifestazioni di interferenza da parte della collettività- nelle sue articolazioni associative più sensibili- sull’operato gestionale di loro competenza? E questo in virtù di una impropria esclusione da una specie di vincolo di mandato dal quale aborrivano?
Fatto si è che votare contro l’instaurazione di un principio di trasparenza non appare scelta molto…democratica! Per di più, salvo errore, spiegazioni plausibili non risultano fornite. Che dire poi dei due ignavi che si sono astenuti? Che senso ha non pronunciarsi su di un principio vero di pubblicizzazione degli atti amministrativi e gestionali nei confronti di una società che, per di più, ha dato così cattive prove di sé? Per il primo come per il secondo duetto siamo in presenza di una mera contraddizione in termini. Veniamo ora ai quattro assenti. Assenze giustificate? Oppure assenze ‘diplomatiche’ per non ‘scottarsi’ mani e carriera di fronte a qualche mandante politico orchestratore dell’operazione ‘diniego’?
“Ad essere maliziosi si fa peccato, ma spesso si indovina”, diceva il prode e pio Andreotti. Per una volta tanto, seguo l’assunto del divo Giulio ritenendo e propendendo per assenze ‘diplomatico-strumentali’…
Per concludere, guardiamoli bene i nostro otto moschettieri e, all’atto di mettere mano al portafoglio per sanare guai a noi certamente non imputabili, ricordiamoci quanto meno che i suddetti primi cittadini, chi più chi meno, hanno tutti dimostrato che il controllo pubblico sul loro operato non riesce loro molto gradito.
Evidentemente, o siamo a corto di adeguato personale politico, o non ci interessa molto la qualità della nostra rappresentanza …