Ancora qualche considerazione su Cortina 2019. Sulla vicenda non poteva certo mancare il commento di chi si trova al centro della scena, il vicesindaco Pompanin (neretto mio):
«Ora – commenta il Vicesindaco Enrico Pompanin -ci presentiamo a Barcellona con tutte le carte in regola. Ottimo lavoro dei tecnici del Comune e del Comitato che hanno saputo armonizzare gli standard di qualità di un tracciato di gara internazionale con le esigenze di tutela ambientale. L’approvazione era fondamentale. Siamo molto soddisfatti. È un segnale importante per i delegati internazionali che dovranno decidere a quale delle due candidate in gara – Cortina o la svedese Are – affidare l’organizzazione dei Mondiali 2019. […]».
Mentre ad Are, in Svezia, i di là tecnici comunali e comitato organizzatore stanno aprendo le loro nuove piste usando il trinitrotoluene e, quando il gioco si fa duro, non esitano a metter mano all’uranio impoverito, i di qua dolomitici, invece, sono impegnati ad “armonizzare gli standard di qualità di un tracciato di gara internazionale con le esigenze di tutela ambientale“. Che cacchio ciò significhi il vicesindakos non lo dice ma dell’arcano abbiamo una mezz’idea.
Innanzitutto è probabile che tale armonizzazione abbia costretto i tecnici comunali a passare dalla modalità tetris alla modalità che famo?, il che è già motivo di gaudio. E’ da ritenere, poi, che la citata armonizzazione si sia sviluppata secondo alcuni assi fondamentali in seguito brevemente descritti:
- per gli sbancamenti necessari alla realizzazione della pista verrà consentito solo l’utilizzo di escavatori con cingoli di gomma;
- alla fine il tracciato dovrà essere rinverdito con esclusive sementi a base di Festuca rubra rubra e Festuca arundinacea sui pendii mentre sarà da preferire l’Agrostide stolonifera sulle parti più pianeggianti;
- ad intervalli da definire saranno messe a dimora a bordo pista delle isole di rododendri che il vicesindaco si è detto disponibile ad ammendare con modeste quantità di solfato di ferro, che conferiranno una lucentezza alle foglie ed un’intensità cromatica ai fiori impareggiabili;
- i piloni degli impianti di risalita saranno ricoperti con la miracolistica vernice double-skin a base di dipoli magnetici polarizzabili, tale da poter apparire bianca d’inverno e verde d’estate (ma anche viceversa, alla bisogna);
- le corde di traino dei suddetti impianti saranno esclusivamente in canapa indigena, impregnata con essenza di fiori di piretro provenienti dalle praterie slovene per il contenimento degli insetti canapafagi;
A tutte queste attenzioni elargite “sul posto” (livello topico locale), saranno aggiunte iniziative a più vasto raggio, di carattere compensativo, fra le quali si enumerano:
- il sostegno fattivo per una decade alle Comunità di Marmotte del Falzarego e del Giau;
- la piantumazione nel polmone verde della Terra per definizione, la foresta amazzonica brasiliana, di un’area pari al doppio di quella occupata dalle nuove piste con essenze quali tek e palissandro;
- l’attivazione di una cooperazione internazionale (della quale si è già ideato lo slogan: “Save the Giant Panda“) per il salvataggio del panda gigante, consistente nell’acquisto dei biberon e nel sostentamento delle nutrici locali che si incaricheranno di portare i panda fino allo svezzamento;
Ma il vicesindakos è andato ben oltre tutto ciò, con una considerazione di carattere infrastrutturale che sconfina in campi dove il confronto si fa maledettamente internazionale, dove all’orizzonte appare direttamente nientepopodimeno che l’Ocse. Per saperne di più dovrete semplicemente, chi ne avrà voglia, attendere la seconda parte del post (vi posso anticipare che l’illuminata considerazione apre le porte, finalmente, ad un’applicazione non più accademica dell’IDE).