Un altro e alternativo titolo di questo post avrebbe potuto essere “Oltre Cortina” (con il significato di Oltre Uomo: “uomo che diviene se stesso in una nuova epoca contrassegnata dal cosiddetto nichilismo attivo). E, converrete, quel che sta succedendo a Cortina ha un po’ il sapore del nichilismo attivo).
Ma noi restiamo con i piedi per terra e dopo quanto già detto sull’armonizzazione alle esigenze di tutela ambientale (Pianeta Terra, Europa, Italia, Veneto, Cadore, Cortina d’Ampezzo, anno domini 2014!!!) ripartiamo da qui:
(Ma il vicesindakos è andato ben oltre tutto ciò, con una considerazione di carattere infrastrutturale che sconfina in campi dove il confronto si fa maledettamente internazionale, dove all’orizzonte appare direttamente nientepopodimeno che l’Ocse. Per saperne di più dovrete semplicemente, chi ne avrà voglia, attendere la seconda parte del post (vi posso anticipare che l’illuminata considerazione apre le porte, finalmente, ad un’applicazione non più accademica dell’IDE).
Ecco infatti il fascio di luce proiettato dal vicesindaco Pompanin che giunge a rompere la densa oscurità di questi momenti bui:
«[…] È, inoltre, un bel segnale che l’Italia manda all’estero: nel nostro Paese si possono realizzare grandi progetti e lo si può fare nel rispetto dell’ambiente».
Be’, intanto va segnalato che le candide anime già si erano prostrate all’ecosostenibilità: “niente colate di cemento ma fiori e opere di bene” (leggere per credere). Oddio, un mondiale di sci alpino non è proprio un new deal ma non è neanche una partitina a canasta. Ciò che conta, in effetti, è il “bel segnale che l’Italia manda all’estero“.
Come la ricostruzione post terremoto dell’Aquila. Che dico, come la ricostruzione post terremoto nell’Emilia-Romagna. Il dopo alluvione in Veneto. Mai stati in trincea sulla “pedemontana”? Trincea: con quale altro nome potresti definire talune strade venetiche? Ma forse il recentissimo Mose (con l’arresto di Orsoni e Chisso e la voglia di mettere le mani su Galan …) è la più degna rappresentazione che “nel nostro Paese si possono realizzare grandi progetti“. Come no!
No-Tav, Salerno-Reggio Calabria, Expo! Nello stesso istante sta saltando per aria tutto il sistema imprese veneto e lombardo. La Fiat non riesce a vendere un’auto neanche se ti promette di far la festa a tua suocera senza che rimanga in giro una prova a te riconducibile. Ma le ultime notizie sulla disoccupazione giovanile, in effetti, sono esaltanti. Tra un po’ arriveranno più treni alle isole Svalbard che in Cadore. Per spiegare ai cadorini com’è fatto un treno si dovrà ricorrere alle figurine della “Vecchia Ferrovia ia ia oh!”. E così via (quasi all’infinito).
Volete che vi cacci fuori alcuni grafici dell’andamento degli IDE (investimento diretto all’estero, quelli evocati dal vicesindaco nel suo volo pindarico) relativi alla zoccolona italica? No, ve lo risparmio, per pura carità di patria (ma se volete, per esempio, potete fiondarvi qui).
(comunque, ribadisco il concetto di fondo: che altro motivo ci sarebbe stato nell’accettare di fare quella colossale figura di merda che abbiamo fatto in Corea dua anni fa, ritirando la candidatura allora presentata, se non blindare o quantomeno ipotecare la “vincita” nell’occasione successiva? Come si spiegherebbe la presenza di Zaia da una parte e di Delrio dall’altra se gli italici non avessero avuto la certezza (quasi) matematica dell’assegnazione dei mondiali? Certo, la fortuna è cieca e la sfiga ci vede benissimo, certo. Ma a tutto c’è un limite!)
Ah, dimenticavo. A Barcellona, dietro le quinte, hanno chiesto ai dolomitici di quella (incresciosa) faccenda dei black out di quest’inverno. No problem: Terna e Enel, con nota congiunta, hanno assicurato che ad un mese dall’inizio del mondiale dispiegheranno, in prossimità dei luoghi dell’evento ma ben occultati agli occhi dei fans, una potenza inimmaginabile di generatori di ultima generazione, biocompatibili ed ecosostenibili. I delegati FIS hanno accennato uno smorto sorriso di convenienza ma si son detti soddisfatti della misura prevista.
Ora, speriamo che quell’asteroide lì …
E vissero tutti felici e contenti. Chi più, chi meno.).