Non so se è stato uno scimmione da solo o se sono più d’uno, ma una cosa è certa: va preso (vanno presi) e rimesso in gabbia! E basta banane per i prossimi due anni.
Lo chiameremo Scimpa (lo Scimpa, ma anche gli Scimpa, una volta scoperto l’arcano).
(Scimpa è la troncatura di Scimpanzè: ma non si creda che si svoglia con ciò sminuire la sua intelligenza, che in qualche forma ci deve pur essere; al contrario, si intende esaltare quelle doti di solerzia e zelo che uno s’immagina abbia l’essere che ha prodotto la cosa che a breve descriveremo)
Scimpa, dunque, prende l’opuscoletto affastellato in occasione della XVI Settimana nazionale dell’escursionismo (svoltasi dal 28 giugno al 6 luglio 2014) e, neanche fosse un capo d’abbigliamento double face, ne ripubblica i percorsi, con lieve rimaneggiamento, in veste invernale.
Mi spiego meglio: Scimpa ha preso i percorsi estivi e, così com’erano, li ha resi invernali. Così, c’est plus facile!
Ha cambiato le foto estive sostituendole con soggetti innevati, c’ha aggiunto un grado di difficoltà in ambiente invernale, è vero, ma, sempre Scimpa, ha tenuto a specificare che:
“Gli itinerari contraddistinti da questo simbolo (logo del Regno delle ciaspe), sono quelli più curati per quanto riguarda la battitura e la segnaletica e sono quelli maggiormente sotto controllo per quanto riguarda la sicurezza.
Ohibò.
Cosicché sull’opuscoletto dall’immaginifico titolo “Sulle Dolomiti di Tiziano“, sottotitolo “Estate e inverno tra le dolomiti Unesco“, sottosottotitolo “Cadore, il Regno delle Ciaspe“, ti sparano una serie di percorsi in grado, credetemi, di far rizzare i peli del culo ai più preparati ciaspolisti.
In termini di marketing una cosa così la definisci, prendendo a prestito la filosofia fantozziana,
una cagata pazzesca.
Perché, se proprio vuoi fare lo sborone, ai più (alla maggior parte delle persone) devi spiegare – a parole cubitali – che quello che stai proponendo non è il Regno delle ciaspe ma il Regno delle graspe, con orrido fine settimana incluso.
Ma la cosa migliore è, a quel punto, allestire una sezione apposita titolata “Se proprio vuoi andare a farti fottere…” nella quale incornici tutti i percorsi alla Toni Valeruz, distinguendoli dai percorsi “normali”, quelli tipo “Butti fuori l’anima ma ce la puoi fare“.
Il bello è che questa cosa, mi dicono, l’hanno anche pubblicizzata all’Expo Dolomiti senza che nessuno si accorgesse delle bestialità ivi contenute. Mi dicono poi che di questi opuscoli/libricini (sono 80 pagine formato 21×15 cm) ne hanno stampato 20.000 copie, depositate a Lozzo presso l’école élémentaire, pronte da spandere (è così che si fa con il letame no?) ai villici in vacanza.
Mi dicono anche che qualcuno se n’è accorto, della cagata pazzesca, e che forse le copie stampate non verranno distribuite; forse verranno distribuite con un foglio di errata corrige (tanto vale che ci mettiate anche la paletta e il secchiello).
Si diceva della bestialità contenuta nel libretto: come la definireste voi una proposta tipo Praciadelan-Forcella del Ghiacciaio (p. 27), +1.540 m di dislivello, tempo 8 ore (col cazzo)? E quella sul Sass di Mezzodì (p. 55), +1.500 m, 6-7 ore (col cazzo)? E l’Anello della Val Montanaia (p. 38): +1.250 m, 6-7 ore (col cazzo), superando Forcella Segnata e tornando per Forcella Montanaia?
Il bello è che questi itinerari sono proprio contraddistinti dal logo Regno delle ciaspe e, secondo quanto dichiarato, sono (mi ripeto, scusate) …
“Gli itinerari contraddistinti da questo simbolo (logo del Regno delle ciaspe), sono quelli più curati per quanto riguarda la battitura e la segnaletica e sono quelli maggiormente sotto controllo per quanto riguarda la sicurezza.
Qualcuno mi dice come cazzo si fa a segnare quello, per dire, che sale a Forcella del Ghiacciaio (se non battendolo e mantenendolo battuto)? Chi è che ci manda, Scimpa, a tenerli curati, batterli e segnarli? Ci manda iDolo, lo gnometto dolomitico che vende t-shirts. Meglio allora pensare a Graspolo lo gnomo del Cadore Regno delle Graspe (e con la fiaschetta ben colma, che ce n’è bisogno).
Qualcuno mi dice perché le indicazioni dei tempi estivi vengono mantenute tali e quali per il medesimo percorso invernale? O sei stato generoso d’estate o sei testa di legno in inverno. Capito?
Mi dicono che il C.A.I. non c’entra niente con questa menata. Ci credo. Si tratta ora di vedere quanto è costata ‘sta brodaglia e se verrà utilizzata (sono fondi FEARS, soldi che il fisco rapina agli italiani per poi etichettarli come “europei”). Leggo che l’organismo responsabile dell’informazione è il comune di Lozzo di Cadore. Spero questo significhi solo che è il capofila amministrativo deputato a pagare la brodaglia di cui sopra.
Infine, ci piacerebbe sapere nome e cognome di Scimpa (o degli Scimpa).
Per ora è tutto.