le mie foto sul casermino, il bollettino comunale di Lozzo di Cadore, terza edizione
Non pretendo che lo facciate voi dell’amministrazione, anche se sarebbe segno di cortesia, ma non potete impedire che lo faccia io. Io sono un tipo ostinato. Un mio vecchio insegnante mi diceva che l’ostinazione può aiutare là dove non arriva l’intelligenza. Ed io, che conosco i miei limiti, quando serve … mi ostino. Mi ostino al punto da diventare, senza che me ne renda conto, pervasivo. Io pervado. Sono talmente pervasivo che mi trovate anche nella terza edizione del bolcom, bollettino che io ho puntualmente denominato il casermino (il primo lo ho denominato il rifiutino, con l’appendice del vomitino, lì dove si parla, del materiale che sarebbe “sparito” dal museo, il secondo è il rifiutino special edition che mi onorerò di commentare nei prossimi giorni).
Non faccio riferimento al fatto di aver aiutato i trogloditi a lasciare (momentaneamente) le loro caverne, né al fatto di avere, con il BLOZ, contribuito a stanare “lor signori”.
Molto più semplicemente nel casermino sono presente in quanto fornitore ufficiale (e questa sarà, ho paura, l’ultima volta) del materiale fotografico (di una sua parte).
La foto in prima pagina, evidentemente rimaneggiata per problemi di spazio, è mia, come del resto quella, altrettanto rimaneggiata, che ritrae il Pupo in quarta. Io sono un fotografo dilettante ma ho volentieri dato il mio materiale al comune perché ne potesse usufruire. Di solito però, ed è il motivo che mi ha spinto a chiarire le licenze di utilizzo in ogni mio pieghevole, sarebbe buona norma citare l’autore. Ma non in questo caso, perché quando ho consegnato le foto ho anche detto, me lo ricordo benissimo, che non vi era alcun obbligo (figuriamoci) da parte del comune di citarmi.
Ma questo non può essermi di ostacolo nell’evidenziare la mia pervasività. In seguito potete vedere voi stessi a quale rimaneggiamento sono state sottoposte le foto (e questo, un po’ mi dispiace). Ma capisco le esigenze creative e non mi cruccio. Ma ne avevano di migliori, sempre mie, da poter utilizzare. Prendiamo il caso del Pupo.
Cristo Santo! Avete idea del perché sia stato così fortemente rimaneggiato? Noo? Vi racconto la storiella. Originariamente la foto era più aperta, lo vedete voi stessi, per la semplice esigenza di dare profondità a quel possente guizzo dolomitico che è la torre del Pupo. Ridotto come l’hanno ridotto, sembra poco più di un sasso di forma allungata. Ma, come vi dicevo, all’inizio non era così. Poi il sindaco, passando in rassegna la pubblicazione prima di dare il fatidico “si stampi“, arrivando alla quarta pagina ha avuto un sussulto ed è esploso, così mi dicono, inveendo contro il povero “grafico” comunale.
Con il caldo e le finestre aperte, la sfuriata si è sentita fino al Bar Commercio. “Non è possibile che su una mia pubblicazione mi mettiate in così bella evidenza il simbolo della lista di minoranza, ma, ma, ma state scherzando? Toglietela immediatamente!”
In un secondo momento si è convenuto di storpiare il Pupo ma di preferirlo ad altre cime, per l’evidente carica emotiva che la torre esprime (deve essere stato questo il motivo che ha spinto il gruppo di Per la Gente di Lozzo ad utilizzarlo stilisticamente nel proprio simbolo).