di Cagliostro
Caro Redattore,
ho letto il tuo articolo “BLOZfema di Lozzo di Cadore” con acclusa copia della ‘Nota del Parroco’ apparsa sull’ultimo Bollettino Parrocchiale. Non ti nascondo che ho provato un certo sconcerto, soprattutto in riferimento alla chiusa del reverendo laddove egli parla ‘di certe esternazioni scritte al limite della bestemmia’.
Personalmente ho scritto (e scrivo) diversi articoli e diversi commenti a tuoi interventi sui più disparati argomenti, per lo più di interesse locale, e spesso mi sono soffermato ad analizzare il comportamento della attuale Amministrazione in fatto di comunicazione/trasparenza/correttezza informativa, e non ho mai mancato di rilevare quelle che, sul tema, a mio avviso, appaiono usi e modalità strumentali e di mera propaganda dei mezzi divulgativi, non di rado congiunti ad omissioni, inesattezze (volute?, involontarie?), se non addirittura a distorsioni della realtà; il tutto con toni spesso enfatici ed autoreferenziali, che solo la bontà di Don Belli non riesce ad intravedere. In questo contesto, considerato che la Giunta si è fin qui servita di un mezzo esterno quale il Bol-Par, ho spesso sollecitato la divulgazione delle notizie riguardanti il nostro Palazzo Venzo mediante la creazione di un apposito Bollettino che rispondesse ai canoni di piena democrazia e che pertanto portasse nelle nostre case la vera e completa voce della Istituzione Comune. Il mio auspicio è stato alfine accolto da Lorsignori ma in modo del tutto anomalo e diverso dai miei desiderata.
Il periodico Bol-Com (edito a ‘numero unico’) viene infatti redatto quale voce monocorde della sola Maggioranza (con esclusione quindi della componente Minoranza avente compiti precipui di controllo, stimolo e proposta), è pertanto fonte informativa molto parziale, discutibilmente obiettiva, autoreferenziale e delegittimata (credono di aver delegittimato la minoranza, nella realtà usano uno strumento che delegittima gli stessi autori); in aggiunta, va precisato che il Bol-Com viene stampato, prevedibilmente, a spese della collettività e divulgato, probabilmente, da personale dipendente dell’Ente Comune (ed anche sotto questo profilo si possono cogliere elementi di delegittimazione, se non proprio di illegittimità; lo strumento sarebbe invece opportuno, legittimo e di grande utilità se contenesse entrambe le espressioni e le opinioni di chi siede sui banchi del Consiglio Comunale).
Nei fatti, leggendo il Bol-Com, si possono cogliere a piene mani quelle caratteristiche negative sopra richiamate, basta avere la testa sgombra da condizionamenti ‘castali’.
Ad ogni buon conto, in un mio recente commento, sempre sul Bloz, ponevo il quesito se la rubrica ‘Voce dal Comune’, ora che esiste anche il ‘Bol-Com’, avesse ancora ragione di sussistere trattandosi di un vero e proprio doppione…
A titolo di cronaca, vorrei poi precisare che i miei scritti sull’argomento, in riferimento alla rubrica del Bol-Par riguardante il Comune, hanno sempre argomentato su contenuti, spesso incompleti, omissivi e molto di parte, attinenti le notizie fornite alla cittadinanza. Per quanto concerne il Bollettino Parrocchiale nel suo insieme, sfido chiunque a trovare annotazioni ed opinioni negative, e gli scritti sono qui sul Bloz a documentarlo. Disquisire in modo didattico di Dottrina della Chiesa, scrivere di figure che con la loro vita sono state modello di virtù cristiane, citare figure eroiche in fatto di testimonianza alla fede ed al Vangelo, parlare di problematiche del nostro tempo sempre alla luce del Vangelo ecc. ecc., sono tutte cose che il Parroco sa egregiamente fare e che voglio positivamente sottolineare.
Quando però usciamo da questo campo, credo che anche Don Osvaldo (come tutti noi, del resto) possa umanamente incorrere in errori di valutazione. So bene anch’io che la rubrica ‘incriminata’ non è scritta dal parroco, ma so anche che egli del periodico è il responsabile e pertanto compete a lui prestare attenzione a notizie che possono apparire, quanto meno, opinabili, ed anche a toni eccessivamente enfatici ed autoreferenziali che possono ‘strumentalizzare’ l’ottimo, per altro verso, bollettino.
Certo, il parroco deve essere il parroco di tutti ma, come per la moglie di Cesare, il parroco non solo deve essere ma deve anche apparire sopra ad ogni sospetto (fuor di metafora, non può permettere strumentalizzazioni di sorta; vedasi commento scritto da ‘Zorro’ qualche tempo fa e ‘lincato’ dal redattore nel suo articolo).
Una seppur generale e non ‘innocente’ valutazione di quanto viene pubblicato va pertanto doverosamente fatta da parte del responsabile e credo che, senza malizia alcuna, si possano cogliere, tra le righe, le denunciate anomalie ed i toni che mettono in luce evidenti sottolineature che sanno di partigianeria e di mancanza di obiettività.
In quanto al dispiacere palesato dal reverendo per “qualche esternazione scritta al limite della bestemmia”, la cosa non mi tocca minimamente pur avendo io ampiamente trattato il tema in questione. A tal proposito invito il redattore a voler ‘lincare’ al presente intervento i commenti da me scritti il 3/4/2011, alle ore 9,55, e quello del 4/4/2011, alle ore 11,13, in coda a quanto lo stesso redattore aveva scritto nel pezzo ‘A Lozzo tutto viene discusso e deliberato’. Nel secondo commento, tra l’altro, confutavo proprio quanto di blasfemo ritenevo contenuto nel commento di tale ‘Idea’…
Se quindi il Parroco, nonostante quanto qui affermato, ritiene ugualmente che la mia esternazione rasenti la bestemmia, lo invito a valutare attentamente e “contestualizzare”, anche nel mio caso, quanto detto da Mons. Fisichella (arcivescovo, ex cappellano di Montecitorio e, credo, tuttora rettore della Gregoriana) a proposito della barzelletta (questa sì contenete una bestemmia!) raccontata dal nostro Priapo/Mentitore di Arcore . Il tutto con preghiera di chiarire dove avrei commesso il peccato e, del caso, trarre il paragone con quanto espresso dal noto Arcivescovo assolutore.