Il 22 febbraio 2011 scrissi l’articolo La religione organizzata. Non c’è gara! Il papa a Venezia nel quale facevo cenno alla prossima visita del papa a Venezia ed Aquileia. Partii dalla pia considerazione del patriarca Angelo Scola che, in ragione del momento di crisi non particolarmente favorevole, sosteneva che i costi andavano contenuti.
Ad un certo punto mi chiedevo: “Suppongo che lo “Spirito di Gioele” sia quanto meno inquieto. Chissà se la messa-trasmessa in mondovisione riuscirà, in qualche modo, a placare la collera evangelica dello spirito. Certo, il papa ce la metterà tutta a trasmettere l’originalità del messaggio di Cristo. Con una mitria di seconda mano gli sarà anche più facile”.
Di questo fatto lo SpiritodiGioele ne ha parlato nel post La Chiesa del Nordest fra trionfalismo e indifferenza:
[…] Anziché venire in sordina e incontrare i vescovi e quanti partecipano alla fase preparatoria del convegno, papa Ratzinger viene a Nordest nel fragore e nel trionfalismo che contraddistinguono le uscite dei papi, così come le ha rese famose papa Wojtyla. Grandi raduni, messe con folle oceaniche, costi di organizzazione enormi, che hanno richiesto la devoluzione delle offerte di tutte le parrocchie del Nordest in una domenica di febbraio, per dimostrare che la Chiesa cattolica c’è, conta e vuole rilanciarsi.
Ma non era finita. Eccolo ancora, recentemente, inquieto, tirare in ballo la vicenda fin dal titolo, Il palco trionfale e i profughi rifiutati:
[…] Per chi conosce la situazione delle comunità parrocchiali e delle diocesi nel Nordest la contraddizione di questa “chiesa trionfante” è evidente. Parrocchie vuote e piazze oceaniche. Magari con la convinzione di qualche dirigente ecclesiale che “ci siamo ancora; siamo ancora capaci di radunare folle”. Si è speso una cifra spropositata per la coreografia al Parco di San Giuliano a Mestre: c’è chi ha detto un milione di euro, per una messa!
Lo SpiritodiGioele termina dicendo:
[…] Anch’io, insieme a tanti, dico che quel milione di euro per il trionfo papale di san Giuliano a Mestre, come altri milioni buttati via in pubblicità per l’Istituto del sostentamento del Clero, avrebbe dovuto essere dato ai poveri e a far diventare la Chiesa povera e umile, come richiede la fedeltà al vangelo.
Ed io aggiungo che, magari, parte di queste cifre potrebbero essere impiegate anche per iniziare a risarcire le vittime della pedofilia tra le mura del clero.