#blackout-del-Cadore 09-01-2014: ‘Per fortuna c’era la stampa locale a tenerci informati …’
(articolo che contiene spunti comici di provenienza sindacale con punte di esaltante comicità mai raggiunte prima. Ne consiglio la lettura anche ai leccaculi di professione in pianta stabile: cinque minuti per fare buon sangue. Si potrebbe mettere su una Scuola Superiore per Clowns: avremmo i maggiori esperti sulle porte di casa)
post black out in Cadore: ‘Per fortuna c’era la stampa locale a tenerci informati …’
Io ho dato fondo a tutte le energie possibili per rimanere serio, se non proprio impassibile, di fronte a queste chicche informative post black out cadorino dispensate dai sindaci. Ma non ce l’ho fatta (avete presente quell’irresistibile scena di Stanlio e Ollio? uguale!!). Dal CorrierAlpi (neretto mio):
Anche Mario Manfreda, sindaco di Lozzo e vice presidente del Consorzio Bim, punta il dito sulle mancate informazioni da parte degli organi preposti: «Un black out che ci ha lasciato allibiti. A parte le notizie arrivate col contagocce a qualche sindaco, c’erano automobilisti che salivano senza sapere a cosa andassero incontro. A Longarone e lungo l’A27 nessuno che li avesse avvisati dell’impraticabilità delle strade, nessuno che consigliasse loro di attendere prima di salire. Chi di dovere aveva il dovere di parlare, invece sindaci, turisti e cittadini sono stati abbandonati. Per fortuna c’era la stampa locale a tenerci informati…».
Chissà, forse il sindaco di Lozzo di Cadore è giunto anche a premere la pompetta della sacca delle lacrime sintetiche mentre consegnava questa fosca descrizione al giornalista. Ma la cosa surreale, vi chiedo uno sforzo d’immaginazione, è legata a quel
Per fortuna c’era la stampa locale a tenerci informati…
Perché voi ve lo immaginate, no, il sindaco laqualunque – capo delle forze dell’ordine in loro assenza, capo della Protezione civile ecc. ecc. – che, dopo 24 ore di silenzio informativo (per inciso, la rete telefonica fissa ha continuato a funzionare così come i cellulari Tim), nel tetro fulgore del black out imperante, si presenta impaziente, quasi irrequieto, all’edicola di paese (per Lozzo il Bar Commercio) per farsi dare la mazzetta dei giornali locali e tenersi così informato sull’esito della catastrofe in atto (lui: dime n tin Laura, ghe dili de Loze … lei: Nuia de nuou, solito black out).
E adesso ditemi, onestamente, c’è qualcuno fra voi che riesce davvero a non ridere (un riso beffardo, suppongo) vedendo scorrere questo film davanti ai propri increduli occhi? Se poi penso a tutto l’ambaradan della Protezione in-civile e la relativa efficienza misurata in queste circostanze, be’, allora … me vien da piande (lasonse)!
http://youtu.be/cA_goyTWgnc